X-Men le Origini: Wolverine, la storia completa dello scandalo della versione pirata del film con Hugh Jackman.
Il 31 marzo 2009, esattamente quattordici anni fa, venne diffusa illegalmente sui siti di file sharing una copia in qualità DVD di X-Men le Origini: Wolverine, il primo spin-off dedicato al mutante artigliato interpretato da Hugh Jackman prodotto dalla 20th Century Fox. Questo episodio, scambiato inizialmente per un pesce d’aprile, ha rappresentato uno dei colpi più lesivi inferti all’industria cinematografica e le dinamiche dietro all’incidente sono avvolte nel mistero ancora oggi. In questo speciale abbiamo voluto ripercorrere la storia completa di questo leak, analizzando attentamente la cronologia degli eventi, le reazioni all’accaduto e le sue ripercussioni.
IL CRIMINE
A distanza di un mese dall’uscita di X-Men le Origini: Wolverine nelle sale americane, una copia di ottima qualità ma incompleta, con effetti visivi e sonori solo abbozzati e sprovvista di timecode o di un watermark, trapelò online. La 20th Century Fox cercò tempestivamente di eliminare tutte le copie pirata dal Web. Gli investigatori dell’FBI e della Fox e l’MPAA (Motion Picture Association of America) seguirono numerose piste per rintracciare i colpevoli. Inizialmente, i principali sospettati furono le compagnie incaricate di realizzare gli effetti visivi e i trailer del film. La copia piratata conteneva un riferimento alla Rising Sun Pictures, una compagnia di VFX australiana che stava lavorando al cinecomic. La società, tuttavia, smentì categoricamente le accuse sottolineando che i membri dello staff non erano mai entrati in possesso di una versione così “avanzata” della pellicola e, di conseguenza, era impossibile che il file fosse stato caricato da loro. Secondo i dati diffusi all’epoca da TorrentFreak, la copia pirata del film sarebbe stata scaricata 4.5 milioni di volte prima dell’uscita nelle sale cinematografiche. Nel 2014, la Fox ha stimato che un minimo di 15 milioni di persone ha scaricato il film illegalmente.
LE REAZIONI
L’evento suscitò non poche reazioni da parte degli addetti ai lavori, dei giornalisti e degli stessi fan dei fumetti e dei film sui supereroi. Centinai di utenti in tutto il mondo sfruttarono le potenzialità offerte da piattaforme come YouTube per commentare l’accaduto (basti pensare alla video reaction di Yotobi in Italia) o alla geniale parodia scritta e diretta da Jeff Loveness, futuro sceneggiatore di Rick and Morty, Ant-Man and The Wasp: Quantumania e Avengers: The Kang Dynasty.
Il 2 aprile 2009, la 20th Century Fox diramò un comunicato stampa per confermare che la notizia, sfortunatamente, non era affatto un pesce d’aprile come ipotizzato da alcuni:
“La scorsa notte, una copia rubata, incompleta e preliminare di X-Men le Origini: Wolverine è stata postata illegalmente su un sito web. Era senza molti effetti visivi, aveva scene mancanti e non editate e suoni e musica temporanei. Abbiamo contattato immediatamente le autorità giudiziarie competenti e abbiamo fatto rimuovere le copie. Tracciamo forensicamente i nostri contenuti, in modo tale da identificare le fonti che li rendono disponibili o li scaricano. La fonte del leak iniziale e i post successivi saranno perseguiti alla massima estensione della legge. I tribunali hanno emesso condanne penali significative per tali atti in passato. L’FBI e la MPAA stanno indagando su questo crimine. Siamo incoraggiati dal sostegno dei fansite che condannano questa pubblicazione illegale e sottolineano che tale furto mina l’enorme sforzo dei filmmaker e degli attori e, sopra ogni cosa, danneggia i fan del film.”
L’8 aprile, a circa una settimana dall’accaduto, Hugh Jackman in persona commentò la vicenda durante una conferenza stampa per il film a Cockatoo Island sul Porto di Sydney:
“È un crimine serio e non c’è dubbio che sia molto deludente. Mi ha spezzato il cuore. Ovviamente le persone hanno visto un film incompleto. È come una Ferrari senza la verniciatura.”
In un’altra occasione, l’interprete del mutante canadese dichiarò:
“È stato un duro colpo per tutti noi, per tutti quelli che hanno lavorato al film giorno e notte con ritmi massacranti. È dura vedere sminuito in modo così meschino il proprio lavoro. La versione piratata che è misteriosamente comparsa su Internet era vecchissima, senza alcun effetto visivo. Mi auguro che tutti i fan degli X-Men vadano in sala a vedere il film e capiscano che questi sono spettacoli da vedere sul grande schermo e non sul monitor di un computer.”
In tutto questo, il regista Gavin Hood approfittò di una proiezione a Los Angeles per evidenziare che la versione leakata del film presentava alcune differenze con quella finale. Nella copia piratata, infatti, mancavano ben 400 effetti visivi non ultimati, alcuni effetti sonori, la color correction e l’intera colonna sonora composta da Harry Gregson-Williams. A gettare benzina sul fuoco ci pensò Tom Rothman, allora presidente della 20th Century Fox e figura particolarmente controversa per quanto riguarda gli adattamenti dei fumetti della Casa delle Idee sullo schermo (fu proprio lui a respingere una trasposizione fedele di Deadpool nel film optando per la versione del personaggio con la bocca cucita). Poco dopo l’incidente, Rothman cercò di minimizzare i danni dichiarando a Entertainment Weekly:
“La versione leakata non è finita. È più breve di 10 minuti, non contiene scene fondamentali, non è stata montata e nessuno degli effetti era neanche lontanamente nella forma finale. È una rappresentazione completamente falsa del film ed è profondamente ingiusto nei confronti delle persone che ci hanno lavorato per anni. Noi, come tutti, pensavamo che il nostro sistema fosse sicuro. Sono certo che un sacco di banche pensano che il loro forziere sia al sicuro, prima che vengano derubate. Eravamo sicuri che la linea di post-produzione fosse inattaccabile in ogni suo punto. Ovviamente non era così. Sono assolutamente convinto che troveremo il punto dove la sicurezza è stata violata, e assicureremo i colpevoli alla giustizia.”
A fine aprile, tuttavia, il sito Ain’t It Cool News rivelò di aver visionato la versione cinematografica confermando che Rothman e gli altri dirigenti della Fox avevano spudoratamente mentito. La versione finale non solo aveva la stessa durata di quella trapelata online ma era pressoché identica a quella bootleg, ad eccezione degli effetti visivi e sonori. Entertainment Weekly, inoltre, svelò che, malgrado le gravi ripercussioni legate alla diffusione della copia pirata, il buzz attorno all’incidente fece lievitare l’indice di interesse verso il film da parte di determinate fasce demografiche, alimentando la speranza che l’evento potesse aver giovato alla performance del film al box-office anziché danneggiarla.
IL “COLPEVOLE”
Il responsabile del leak risponde al nome di Gilberto Sanchez, un installatore di vetri e musicista di 47 anni del Bronx. Nel gennaio 2010, nove mesi dopo l’accaduto, Sanchez – che aveva già esperienza con le carceri cittadine essendo stato arrestato negli anni 90′ per possesso di droghe e spaccio – raccontò pubblicamente la sua versione dei fatti al The New York Times. Stando a quanto svelato da Sanchez, tutto iniziò in un ristorante cinese nei pressi del suo quartiere. Un uomo di origine coreane si avvicinò a lui e gli propose di acquistare il nuovo film di Wolverine. La vendita di DVD contraffatti non era una novità a New York e, in particolar modo, nel Bronx: “I coreani si sistemavano ogni giorno lungo i marciapiedi.” ricorda Sanchez. Inizialmente, Sanchez mise in discussione quanto affermato dall’uomo ma, subito dopo aver visionato la copia in un lettore portatile, decise di acquistarla per soli 5 dollari. Dopo aver visto il film con i suoi nipoti, Sanchez, definitosi un appassionato di cinema che detesta andare in sala con la famiglia a causa del costo eccessivo dei biglietti, creò un’ulteriore copia sul suo computer e la caricò sul sito web di file hosting Megaupload il 31 marzo – sotto il nome di “SkillyGilly” – per permettere ad altri utenti di guardare il film senza spendere neanche un dollaro.
“Ti metterai nei guai, il film non è neanche uscito.” Fu questo l’avvertimento ricevuto da un amico che, come è facile immaginare, Sanchez ignorò beatamente. Alle 5:00 del mattino del giorno successivo, lo stesso amico lo chiamò e gli disse di accendere la TV. “Fox News è in subbuglio per il leak di Wolverine.” ricordò Sanchez. “Stanno offrendo una ricompensa.” Fino a quel momento, la sua copia del film era stata scaricata gratuitamente 198 volte. In quel momento Sanchez iniziò ad avere paura ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato incolpato e incarcerato. “Qualche impiegato deve averla presa e deve aver fatto una sosta mostrandola ai suoi amici. Avranno realizzato più e più copie del film finché una di esse non è entrata in possesso dei coreani.” Due settimane dopo, l’FBI si presentò a casa di Sanchez avendo rintracciato il suo PC. L’uomo, chiaramente intimorito dalla situazione, spiegò agli agenti cosa fosse successo: “Parlate con il Coreano. Continuate a seguire le piste e lo troverete in qualche negozio all’ingrosso.” Ma quando gli venne chiesto se fosse in grado di riconoscere il venditore ambulante, Sanchez ammise: “No.”
Qualche mese dopo, gli agenti dell’FBI presero in custodia il computer di Sanchez e successivamente glielo riportarono. Passarono diversi mesi e gli agenti tornarono con un mandato d’arresto. In merito alla situazione, Wesley Hai, assistente procuratore degli Stati Uniti per il Distretto Centrale della California che stava supervisionando il processo, spiegò che il tornaconto finanziario non è l’unico movente dei cosiddetti pirati: “È una specie di gioco di prestigio di Internet. È così che funziona la cultura.” Dal canto suo Sanchez, che in quel periodo stava frequentando dei gruppi di riabilitazione, non aveva intenzione di respingere le accuse. Nel dicembre 2011 Sanchez venne condannato a scontare un anno di carcere in una prigione federale, a un anno di libertà vigilata e a una serie di limitazioni all’uso dei computer, una delle punizioni più dure nella storia della pirateria.
L’ACCOGLIENZA
Il 22 aprile 2009, nove giorni prima dell’uscita nelle sale americane, venne rivelato che le prevendite di X-Men le Origini: Wolverine stavano superando di 3 a 1 quelle di Iron Man (2008) nello stesso punto del ciclo di vendita. La pellicola debuttò con 85 milioni di dollari nel suo primo week-end di programmazione ma, pur diventando il quinto film basato sui fumetti con l’esordio più alto di sempre dietro Spider-Man (2002), X-Men 2 (2003), Spider-Man 3 (2007) e Iron Man, non riuscì a superare il risultato registrato dall’ultimo film del franchise, il controverso X-Men: Conflitto Finale (2006). A livello globale, il film totalizzò 158.1 milioni di dollari ma la Fox evidenziò che in alcuni mercati internazionali non generò gli incassi sperati, probabilmente a causa della copia leakata che fece perdere decine di milioni di dollari allo studio.
Ai tempi, gli esperti di pirateria spiegarono che gli sforzi della Fox di rintracciare la fonte del leak e di eliminare le copie pirata presenti online furono sostanzialmente vani. Mentre alcuni siti di file sharing possono rimuovere specifici contenuti su richiesta del titolare del copyright, con altri – come Pirate Bay e altri siti con abbonamento privato – è difficile fare altrettanto. “Non appena appare una copia su Internet, a meno che tu non sia in grado di prendere quella copia immediatamente, che in queste circostanze è impossibile, non puoi impedire a un determinato downloader di ottenere quello che vogliono.” affermò David Price, capo della compagnia di antipirateria basata sull’intelligence online Envisional.
Neanche l’accoglienza della critica riuscì a sollevare le sorti della pellicola, stroncata sui principali aggregatori di recensioni e dalla stampa. Durante la scrittura di questo speciale, peraltro, siamo riusciti a trovare una recensione molto particolare scritta il 3 maggio 2009 da Beau DeMayo, futuro co-sceneggiatore del terzo episodio di Moon Knight e capo sceneggiatore della serie animata X-Men ’97. DeMayo, da sempre grandissimo appassionato dei fumetti degli X-Men e dei mutanti, stroncò il film di Gavin Hood:
“Vorrei avere i guanti repulsori di Iron Man per far saltare in aria qualsiasi membro del mio pubblico che ha riso guardando questa mostruosità di film. X-Men le Origini: Wolverine è un disastro.”
LA RECENSIONE
Un altro tassello di questa storia è rappresentato dalla vicenda di Roger Friedman, giornalista e editorialista freelance di Fox News. Il 5 aprile 2009 Friedman venne licenziato per aver scritto una recensione di X-Men le Origini: Wolverine dopo averlo scaricato illegalmente da Internet poiché, agli occhi degli esecutivi della Fox, l’articolo promuoveva implicitamente la pirateria:
“Sì, ho visto X-Men le Origini: Wolverine. E non l’ho visto a una proiezione. Ho trovato una copia work in progress del film, completa al 95%, su Internet la scorsa notte. Speriamo che ormai non ci sia più.”
“In questo momento, i miei ‘cugini’ alla 20th Century Fox stanno avendo probabilmente un colpo apoplettico. Dubito che qualcun altro abbia visto questo film. Ma tutti possono stare tranquilli. Infatti, sono stupito da quanto si sia rivelato grandioso Wolverine. Ha superato le mie aspettative a ogni passo. Ero completamente inchiodato alla sedia della scrivania di fronte al mio computer.”
“Ho trovato l’intera Top 10 dei film attualmente al cinema e di serie televisive, pubblicità e video… tutto in streaming. Ci sono voluti davvero pochissimi secondi prima di riprodurli sul mio computer. Avrei potuto scaricarli tutti ma, diciamolo, chi ha davvero il tempo o lo spazio per farlo? In tarda serata, finalmente potrò recuperare I Love You, Man con protagonista Paul Rudd. È molto più facile che uscire sotto la pioggia!”
“Questo potrebbe essere il grosso blockbuster del 2009, uno di cui avevamo realmente bisogno in questo momento. È molto più semplice da capire rispetto a Il Cavaliere Oscuro, e tremendamente più emozionante. [Gavin] Hood ha fatto semplicemente un lavoro eccellente nel portare i primi anni di vita di Wolverine sullo schermo.”
La reazione di News Corporation alla recensione di Friedman fu immediata e ferrea: “Le opinioni di Roger Friedman non riflettono in alcun modo le opinioni di News Corporation. Noi, insieme alla 20th Century Fox Film Corporation, siamo stati dei leader indiscussi nella lotta contro la pirateria e abbiamo tolleranza zero per le azioni che incoraggiano e promuovono la pirateria. Non appena abbiamo saputo del post di Roger Friedman, abbiamo chiesto a Fox News di rimuoverlo, cosa che hanno fatto immediatamente.”
Nel suo comunicato la 20th Century Fox affermò: “Siamo stati messi al corrente del fatto che Roger Friedman, un editorialista freelance che scrive per la rubrica di gossip Fox 411 su Foxnews.com – una società completamente separata dalla 20th Century Fox – ha guardato su Internet e ha recensito una versione rubata e incompleta di X-Men le Origini: Wolverine. Questo comportamento è deplorevole e condanniamo categoricamente questo atto… a prescindere dal fatto che la recensione sia positiva o negativa.”
Nel giugno 2009, Friedman – che guadagnava ben 250,000 dollari l’anno per la sua rubrica di gossip per Fox News – citò in giudizio News Corporation sostenendo che la compagnia avesse infranto il suo contratto, chiedendo 5 milioni di dollari come risarcimento danni. In seguito, il giornalista John Cook di Gawker Media riuscì a ottenere una copia della causa legale, nella quale sono presenti alcuni retroscena molto interessanti. A quanto pare, prima della pubblicazione della recensione, Friedman inviò una mail a Dianne Brandi, avvocato e consulente legale interno, per dirle che avrebbe visto X-Men le Origini: Wolverine, descrivendolo come “un film non ancora uscito.” Nonostante i due avessero lavorato insieme precedentemente, Brandi non ha mai risposto alla email. Inoltre, Friedman mandò la recensione del film a due copy editor. Il primo, Jonathon Passantino, approvò l’articolo scrivendo persino “Bella roba. Grazie.” La seconda era Sharon Liss, editorialista politico di Fox News, scrisse a Friedman dopo aver letto la sua recensione positiva: “Non vedo l’ora di vedere Wolverine ora. Sarei andata comunque ma dopo aver letto questo scritto, potrei andare in sala nel primo week-end.” Ciò significa che Roger Friedman prese personalmente la decisione di pubblicare l’articolo, senza ricevere l’approvazione dai suoi superiori.
Come se non bastasse, Friedman accusò due star di serie A del calibro di Tom Cruise e John Travolta di aver persuaso Rupert Murdoch della Fox a licenziarlo, sostenendo di essere stato allontanato per permettere ai due attori di firmare per futuri progetti cinematografici della compagnia e per costruire legami più forti con la Chiesa di Scientology (da lui spesso criticata). Cruise e Travolta hanno formalmente negato qualsiasi connessione al licenziamento e Fox insistette sul fatto che il giornalista in realtà venne licenziato per aver scritto la recensione del film su Wolverine.
Non resta che una domanda da porsi prima di chiudere definitivamente il “Caso X-Men le Origini: Wolverine“: cosa successe realmente?
CASO CHIUSO (?)
La verità è venuta a galla (in parte) soltanto nel 2019, a dieci anni di distanza dall’episodio e all’indomani dell’acquisizione della Fox da parte della Walt Disney Company. Durante un panel sulla sicurezza informatica tenuto dalla Producers Guild of America, Ted Gagliano, presidente della post-produzione dei film alla Fox, ha raccontato nel dettaglio i retroscena dell’incidente, svelando che uno dei responsabili involontari fu proprio Rupert Murdoch, fondatore e proprietario della News Corp e della 21st Century Fox:
“Quello fu il peggior mese della mia vita e della mia carriera. Era X-Men le Origini: Wolverine… Eravamo in post-produzione ma il film, o quantomeno una versione non finita del film, spuntò online il 31 marzo [2009]. Sei settimane prima dell’uscita. Quello che successe fu… Pensavamo di avere dei buoni protocolli di sicurezza ai tempi ma essenzialmente infrangemmo le nostre stesse regole. Hugh Jackman stava facendo delle sessioni di ADR [Automated Dialogue Replacement] e si dà il caso che parlò con il nostro capo, Mr. Murdoch – beh, il mio vecchio capo, Rubert Murdoch – e discussero di quanto il film fosse fantastico. Così Rubert disse ‘Voglio vedere il film! Hugh dice che è fantastico! Me lo guarderò in barca questo week-end. Fatemi un DVD.’ L’ordine in questione arrivò a me e dissi ‘Non abbiamo mai fatto una cosa del genere prima d’ora…’ ma mi venne fatto notare ‘Rupert è il capo e vuole vedere il film.’ Così lo facemmo. Lo facemmo a New York, e avevamo bisogno di farlo molto velocemente. Così lo facemmo durante la sessione. C’erano tutti i codici di sicurezza da togliere ma, per farlo, il film doveva prima essere pulito – che è una cosa terribile – e poi fatto a pezzi e suddiviso in più parti.”
“Nonostante lo avessimo fatto, alcune persone allo studio dissero ‘Questa è un’idea terribile. Il film non è completato. Rupert non vederlo!’. Così non ha mai ricevuto il DVD… uno stupido errore dopo l’altro. Non pulimmo i server, e qualcuno disse ‘Potrebbe servirci domani, lo abbiamo fatto in fretta e furia.’ Lo lasciammo sui server e tutti se ne dimenticarono. Due settimane dopo il film era online. Qualcuno nella stanza sul retro deve averlo visto, deve aver detto ‘Oh questo è interessante’ e poi lo ha scaricato e ha realizzato un DVD. Poi deve essere finito in qualche modo per strada, qualcuno lo ha comprato da un rivenditore pirata e lo ha caricato su internet. Poi ricevetti una mail che diceva ‘Abbiamo un DVD pirata.’ E la mia reazione immediata fu ‘Non può essere. Non può essere. Com’è possibile che sia successo? Il film non è finito. Non abbiamo ancora finito di lavorarci’. Poi pensai ‘Oh no… abbiamo fatto questa cosa che non avremmo mai dovuto fare a New York.’ La mattina successiva avevo l’FBI nel mio ufficio. Andammo online e lo trovammo. Era una versione inconfondibile ed era priva di watermark… e ormai era là fuori nel mondo.”
“Quello che successe fu così inusuale nelle circostanze… Ma quello che imparammo dopo quel momento fu di non realizzare mai più un DVD. Abbiamo usato quell’incidente come modo per non ripetere lo stesso errore, dato che a volte alcuni registi ci chiedono di realizzare dei DVD. Abbiamo acquisito maggiore consapevolezza in tal senso, perché se non avessimo realizzato un DVD per Rupert Murdoch non sarebbe successo nulla. E quando spuntò online, ovviamente non era molto felice. Abbiamo capito che avremmo dovuto proteggere meglio i nostri contenuti. Quanto questo incidente abbia danneggiato il film è ancora oggetto di discussione. C’erano persone che si chiedevano ‘Oh magari abbiamo contribuito inavvertitamente al passaparola invece di perdere 10 milioni di dollari.’ Ma potrebbero aver perso oltre 20 milioni di dollari. Quindi questa è la storia di Wolverine. Penso che sia un monito. Uno stupido errore può davvero danneggiarvi.”
In conclusione, Rupert Murdoch non ha mai informato nessuno alla 20th Century Fox, alla News Corporation o a Fox News di essere stato in possesso di – e di aver richiesto esplicitamente – una copia di X-Men le Origini: Wolverine. Anche se ad oggi non è chiaro in che modo il DVD della copia pirata del film sia finito nelle mani del venditore coreano incontrato da Gilberto Sanchez, la negligenza di Rupert Murdoch è stata la causa primigenia di tutti gli eventi che abbiamo rievocato in questo speciale e che ha portato alla creazione di nuovi protocolli di sicurezza finalizzati a proteggere meglio le proprietà intellettuali e i contenuti delle major di Hollywood.
Ricordiamo che X-Men le Origini: Wolverine (2009), scritto da David Benioff e Skip Woods e diretto da Gavin Hood, vede nel cast Hugh Jackman (James “Logan” Howlett/Wolverine), Liev Schreiber (Victor Creed/Sabretooth), Lynn Collins (Kayla Silverfox), Taylor Kitsch (Remy LeBeau/Gambit), Ryan Reynolds (Wade Wilson/Arma XI), Danny Huston (William Stryker), Will.i.am (John Wraith/Kestrel), Daniel Henney (Agente Zero), Kevin Durand (Frederick J. Dukes/Blob), Dominic Monaghan (Chris Bradley), Tim Pocock (Scott Summers/Ciclope) e Patrick Stewart (Charles Xavier/Professor X).
Questa la sinossi ufficiale:
“C’è un passato violento e romantico nella vita di Wolverine: il suo complesso rapporto con Victor Creed e il minaccioso programma Arma X. Nel suo percorso, Wolverine incontra molti mutanti, che già conosce ma anche di nuovi, comprese sorprendenti apparizioni di diverse leggende dell’universo degli X-Men.”