Intervistato da IGN, Jake Casterone (supervising director di X-Men ’97) ha parlato del motivo per cui lui e gli addetti ai lavori hanno voluto utilizzare il rating TV-14 (metodo di classificazione americana riguardante i programmi televisivi) e di come hanno voluto trattare la violenza all’interno della serie animata:
Solo perché possiamo, non significa che dobbiamo approfittarne per quanto riguarda la violenza o la messa in mostra di cose, perché anche quando mostri troppa grafica cruenta, tende a desensibilizzare il pubblico. Idealmente il nostro obiettivo è che il pubblico non si desensibilizzi alla violenza, ma esserne emotivamente esausti, di vivere in quel regno di come i nostri personaggi convivono con essa.
Oserei dire che non è stata una sfida perché, prima di tutto, la storia è al di sopra di ogni cosa. Se non serve visivamente la narrazione, che si tratti di violenza o di ciò che mostriamo o di ciò che non mostriamo, non si fa… Di cosa ha bisogno la storia in quel momento e quando e dov’è quella linea? Questo è ciò per cui lavoriamo insieme come squadra.
Casterone continua dicendo:
Nel modo in cui la vecchia serie si avvicinava al suo adattamento, noi ci avviciniamo a questo con lo stesso spirito in cui non vogliamo essere gratuiti, ma vogliamo anche creare dei paletti. Vuoi sentirti perso. Vuoi impostare tutto questo in modo che ti sembri davvero come se avessi perso un personaggio, ma vuoi anche l’impatto di questi sono incredibili esseri dotati di superpoteri che sono in conflitto tra loro, e quindi ci saranno conseguenze che arriva con quello.
Casterone ha poi parlato di altre serie animate degli anni ’80 e di come trattavano la violenza come la prima serie dei Transformers o G.I Joe:
Non è per odiare quello show, ma ho sempre voluto non fare uno show che fosse come G.I Joe in cui vedi solo gente che spara e nessuno viene colpito. Mi ha colpito, la prima volta che ho visto Transformers: il film e Optimus Prime è morto, ma ti rimane attaccato, ti si attacca alle costole. Stessa cosa con serie come Macross. Quella è stata la prima vera serie che ho visto in cui i personaggi se n’erano semplicemente andati. Non sono tornati. Quindi aumenta la posta in gioco e peso alla narrazione e dà importanza alle cose.