Werewolf by Night, il regista Michael Giacchino critica la versione fumettistica di Elsa Bloodstone: “È ipersessualizzata.”
Il 7 ottobre è stato rilasciato su Disney+ lo speciale dei Marvel Studios intitolato Werewolf by Night, che vede per protagonisti Jack Russell alias Licantropus (Gael García Bernal) e la cacciatrice di mostri Elsa Bloodstone (Laura Donnelly). Lo speciale di Halloween, co-diretto dal celebre compositore Michael Giacchino, omaggia i film horror degli anni ’30 e ’40 ed esplora il lato sovrannaturale del Marvel Cinematic Universe.
Nel corso di un’intervista esclusiva con ComicBook.com, il regista e compositore Michael Giacchino ha parlato dell’introduzione di Elsa Bloodstone nel Marvel Cinematic Universe, spiegando di aver voluto cambiare alcuni elementi del personaggio considerando che nei fumetti il personaggio è ipersessualizzato e usa molte armi:
“Amo quel personaggio, ma nei fumetti vediamo la versione ipersessualizzata di questa persona con fucili e cose simili. E ho sempre pensato ‘Beh…’. Quando iniziammo a lavorare al progetto, dissi ‘Kevin, non voglio nessun fucile qui. Niente pistole. Penso che possiamo raccontare una storia senza armi. Non ne abbiamo bisogno e di certo non voglio che il personaggio di Elsa sia soltanto un totem delle armi.’ Ero davvero contrario. E volevo che fosse tosta ovviamente ma che fosse intelligente. Volevo che fosse vulnerabile. Volevo soltanto una persona reale. E Laura Donnelly incarna tutto questo a bizzeffe. È l’attrice più incredibile di sempre quando la metti di fronte alla telecamera, sembra quasi di guardare una star degli anni ’30.”
“È qualcuno in grado di conquistare e affascinare un’intera stanza con un solo sguardo. E quindi con Elsa, proprio come per Ted, volevo una persona reale. Volevo che sembrassero persone reali per permettere al pubblico di identificarsi in loro in un modo o nell’altro. Volevo che mostressero di avere i loro problemi. Volevo che mostressero di essere tristi per qualcosa. Volevo qualcuno in grado di dire col proprio volto quanto fosse difficile tornare dalla sua famiglia dopo tutti questi anni. C’è uno sguardo che fa nel corridoio con Verussa che dice tutto. Quindi si trattava di concentrarsi su qualcuno che potesse farlo e, a mio avviso, Laura lo ha fatto alla grande.”