Negli ultimi giorni si è discusso a lungo della produzione di Justice League a seguito dei report di Warner Bros. sui fan di Zack Snyder.
Dopo anni di attesa, speranze, petizioni e finte smentite, il 18 marzo del 2021 è uscita su Sky la Zack Snyder’s Justice League, film che mostra l’opera completa del regista senza i pesanti tagli imposti dalla Warner. Nel 2017 Snyder abbandonò infatti la regia di Justice League a causa di una tragedia familiare e venne sostituito da Joss Whedon che, oltre a realizzare una versione pessima del film demolita dalla critica e dai fan, venne accusato da Ray Fisher e altri attori di comportamenti inopportuni e poco professionali sul set.
Recentemente Rolling Stone ha pubblicato un lungo approfondimento riguardante lo sviluppo della Snyder Cut di Justice League, soffermandosi su un elemento in particolare: l’enorme movimento social che ha convinto Warner Bros. a sviluppare la pellicola.
Questo approfondimento inevitabilmente ha fatto discutere sul web, creando due fazioni: chi si è scagliato con il regista e chi invece sta provando a difenderlo dalle tante accuse.
Le accuse a Zack Snyder… ha davvero manipolato i fan?
All’interno dell’articolo, vengono infatti mosse svariate accuse a Zack Snyder: secondo diverse persone coinvolte nella lavorazione di Justice League, il regista avrebbe manipolato nell’ombra i suoi seguaci, con l’obiettivo di fargli fare sempre più pressione sui social e spingere per l’annuncio della Snyder Cut.
All’interno del pezzo, è stato fatto anche il nome di Ray Fisher, interprete di Cyborg che già in passato si è scagliato pesantemente contro Warner Bros. sui suoi social. Secondo alcune fonti, anche Fisher avrebbe contribuito a manipolare i fan con la lunga serie di Tweet in cui raccontava della sua traumatica esperienza sul set del film. L’attore ha comunque smentito il tutto, spiegando di non aver mai manipolato il proprio fandom insieme a Snyder.
Tornando alle accuse, una persona vicina alla produzione ha paragonato Zack Snyder a “Lex Luthor“, mentre un insider vicino alla Warner ha spiegato che a suo avviso il regista potrebbe aver addirittura finanziato il gruppo dei fan:
Uno spazio pubblicitario a Times Square può costare più di 50.000 dollari al giorno, senza contare un aereo in volo sopra il Comic Con con un banner per chiedere a DC di far uscire la Snyder Cut. Nessun membro della stampa ha mai fatto i conti. Chi li ha finanziati? Perché non abbiamo mai visto una campagna dei fan su Kickstarter?
A riguardo, Snyder ha smentito le accuse, spiegando che paradossalmente potrebbe essere stata proprio Warner Bros. a manipolare i suoi utenti, con l’obiettivo di acquisire nuovi abbonati per il loro servizio streaming.
Zack Snyder è sempre stato molto vicino ai suoi fan, prendendone spesso le difese. L’idea che possa averli segretamente manipolati di conseguenza risulta surreale, come stanno spiegando moltissimi fan su Twitter.
Account falsi e bot… è stato tutto finto?
Stando a due diversi report commissionati dal gruppo WarnerMedia, almeno il 13% degli account che hanno preso parte alle discussioni sulla Snyder Cut sono in realtà dei fake. Di conseguenza, secondo questo report, Snyder ha mosso un enorme numero di fan, arricchito però da migliaia e migliaia di bot e di account falsi.
Qui ovviamente in molti hanno pensato “Snyder ha mosso una fanbase composta da fan inesistenti”, ma la realtà dei fatti è ben diversa.
Tralasciando che, solitamente, la media di account falsi e bot su Twitter si assesta sul 5%, Snyder ha mosso comunque un 87% di pubblico reale, dei dati impressionanti che, secondo i fan, Warner Bros. sta tentando di oscurare e sminuire con la scusa dei bot.
Non a caso, Rolling Stone concluse il suo pezzo con delle accuse decisamente pesanti:
Questo significa che un fandom amplificato da account fake ha contribuito a scuotere della fondamenta uno studio cinematografico, costando a Warner Bros. oltre 100 milioni di dollari per far uscire nuovamente un film che aveva già floppato anni prima.
Considerando che Priya Dogra, presidente del gruppo WarnerMedia, ha infatti definito il film un “fenomeno globale“, evidentemente Warner Bros. è soddisfatta dall’investimento. I dati esatti sulle visualizzazioni non sono mai stati rilasciati, quindi dobbiamo per forza attenerci alle dichiarazioni ufficiali riportate da Warner.
Le critiche al Fandom
Il pubblico di Zack Snyder, capace di raggiungere più di un milione di Tweet in una sola giornata con l’hashtag #ReleaseTheSnyderCut è enorme… e qui nasce un grande problema, che Warner Bros. ha provato ad analizzare nei suoi report: l’odio generato online da queste persone.
Oltre ad una parte di pubblico che ha supportato il regista in modo sano, molti utenti su Twitter hanno insultato membri della Warner Bros., arrivando addirittura a boicottare altre pellicole della compagnia e minacciare di morte alcuni dirigenti. Inoltre, degli utenti si sono scagliati persino contro chi poteva essere un “rischio” per il film di Snyder, come ad esempio il regista Adam Wingard ed il suo Godzilla vs. Kong, oppure Wonder Woman 1984 (scritto da Geoff Johns, uno dei produttori della Justice League cinematografica).
Il rapporto di internet con i fan di Snyder è sempre stato controverso, in quanto rappresentano un gruppo chiuso che spesso e volentieri finisce per scontrarsi con gli altri fandom.
A gennaio del 2021, tre mesi prima dell’uscita della Snyder Cut, un utente su Instagram ha pubblicato una foto che ha allarmato la sicurezza del gruppo WarnerMedia: una fanart che ritrae il presidente di DC Films Walter Hamada, il produttore Geoff Johns e l’ex presidente di Warner Bros. Toby Emmerich decapitati.
Questa foto si è diffusa rapidamente sul web, alcuni utenti hanno anche taggato i figli delle tre persone coinvolte e Warner Bros. ha deciso di muoversi direttamente per tutelare la sicurezza dei propri dipendenti, ingaggiando un team esterno di cybersicurezza per risalire a coloro che hanno pubblicato le foto, sviluppando al tempo stesso una serie di report sulla situazione. Anche in questi report, vengono portati alla luce una miriade di commenti scritti da account fake, con l’obiettivo esclusivo di offendere e creare un movimento di odio nei confronti della Warner Bros.
Ci spostiamo quindi a marzo 2021: nonostante l’uscita della Snyder Cut su HBO Max, la situazione è rimasta pessima: quando i fan hanno “bombardato” di recensioni negative Godzilla vs. Kong perché a loro avviso stava rubando la scena alla Snyder Cut, lo stesso regista Zack Snyder è stato coinvolto. Tramite un intermediario, secondo alcuni report Snyder avrebbe chiesto ai fan di smetterla con gli attacchi online, ma questi hanno rifiutato.
Lo stesso regista però ha spiegato di non aver mai chiesto ai suoi fan di farsi da parte, in quanto “non controllo i miei fan, hanno le loro opinioni, mi state dando troppo credito in questa vicenda“.
Snyder è infatti convinto che il suo pubblico non sia completamente tossico, come spiegato con un comunicato proprio a Rolling Stone:
Come artista, sono stato in grado di completare e veder realizzata la mia visione dopo un periodo molto difficile della mia vita. È stata accolta così bene, sono grato alla comunity di fan ed a Warner Bros. per aver permesso tutto ciò. Soffermarsi su negatività e rumor non serve a nessuno. Se questo si rivelerà un articolo bilanciato, spero che tutto il buon lavoro fatto da questo fandom venga rappresentato al meglio.
Nonostante le speranze del regista, Rolling Stone dipinge il fandom di Snyder esclusivamente in modo “tossico“, mostrandone tutti gli aspetti più negativi senza mai menzionare il lato più positivo, come le iniziative di beneficenza di questi fan, che hanno raccolto oltre mezzo milione di dollari da destinare all’associazione per la prevenzione dei suicidi in America.
In questo caso, la sensazione è che la verità si trovi nel mezzo: oltre ad una componente negativa che inevitabilmente esiste (ed è forte), esistono anche tantissimi fan che hanno supportato il regista senza sentire il bisogno di comportarsi in modo “tossico” sul web e senza arrivare a minacciare di morte i produttori.
Ray Fisher contro Warner Bros. e Joss Whedon
Qui veniamo ad un altro grande giocatore di questa vicenda: Ray Fisher, ex interprete di Cyborg..
L’estate del 2020, l’attore ha fatto ampiamente discutere sui social dopo aver spiegato che Joss Whedon ha trattato cast e crew del film in modo disgustoso, offensivo, non professionale e del tutto inaccettabile sul set delle riprese aggiuntive.
Nello specifico, Fisher ha rilasciato un lungo comunicato ufficiale, dove descrive tutta la sua esperienza sul set (lo trovate cliccando qui).
Per farvi un riassunto, l’attore ha mosso delle pesanti accuse di razzismo verso Joss Whedon (accusato di aver “modificato la carnagione di un personaggio di colore in post-produzione perché non apprezzava il tono della sua pelle”) e poi persino verso la stessa dirigenza.
Secondo Fisher, infatti, il produttore Geoff Johns era preoccupato che Cyborg ridesse soltanto due volte nell’intero film. Johns, il co-presidente di DC Films Jon Berg ed il presidente di Warner Toby Emmerich hanno discusso a lungo del personaggio ed erano tutti d’accordo con la seguente affermazione:
Non possiamo avere un uomo di colore arrabbiato per protagonista.
Fisher ha quindi raccontato di aver parlato con Walter Hamada, il nuovo presidente di DC Films, che ha spiegato:
Joss Whedon è uno stronzo. Voglio lasciarmi alle spalle tutto quello che è successo con Justice League, Joss non è più con noi e non vogliamo mai più assumerlo.
Nonostante ciò, Hamada ha provato a tutelare in ogni modo Geoff Johns (che è coinvolto in diversi progetti di DC Films), motivo per cui Ray Fisher ha chiesto a gran voce un’investigazione ufficiale da parte del gruppo Warner Media, che è stata approvata.
A fronte delle pressioni dell’attore, la Warner ha ingaggiato anche un altro investigatore, che non ha trovato prove di razzismo sul set. Secondo Fisher, le prove in possesso di questo investigatore non erano valide e non sufficienti per ottenere un verdetto definitivo. A suo avviso infatti l’intero processo era sospetto ed aveva la sensazione che la major fosse soltanto intenzionata a proteggere i suoi produttori di punta.
Il gruppo Warner ha quindi organizzato una seconda investigazione ufficiale, della quale non sono mai stati rilasciati altri dettagli oltre ad un breve comunicato dove possiamo leggere:
L’indagine di WarnerMedia sul film Justice League si è conclusa ed è stata intrapresa un’azione correttiva. Non forniremo ulteriori informazioni oltre a questa dichiarazione.”
A riguardo, Fisher ha spiegato che è soddisfatto da come sia stata gestita la seconda indagine, in quanto ha ricevuto una nota dalla compagnia con scritto “WarnerMedia apprezza il tuo coraggio di farti avanti e assistere l’azienda nella creazione di un ambiente di lavoro inclusivo ed equo per i suoi dipendenti e partner.”
Infine, come alcuni di voi sapranno, a seguito di questa controversia e nonostante i risultati delle indagini, Walter Hamada ha deciso di allontanare Ray Fisher dal film su Flash, nel quale era previsto il suo ritorno.
La travagliata produzione di Justice League
Come avrete ben capito, la scissione tra Warner Bros. e Zack Snyder nasce proprio a seguito della produzione di Justice League. Una lavorazione travagliata e difficile, durante la quale il regista ha abbandonato la lavorazione, venendo sostituito da Joss Whedon.
Di seguito, il riepilogo completo di ciò che è successo:
Il 27 febbraio del 2017, Snyder ha mostrato un primo montaggio di Justice League, considerato dalla Warner Bros. come la risposta a The Avengers, che cinque anni prima aveva incassato 1.5 miliardi di dollari. I dirigenti dell’epoca, guidati dall’ex presidente Kevin Tsujihara, hanno notato diverse problematiche nel film, tra cui una durata eccessiva: nello specifico, Snyder aveva proposto un montaggio da 2 ore e mezza, tagliando quindi circa 1 ora e mezza dalla sua versione completa, quella uscita poi in streaming lo scorso anno.
Il film è stato definito come “un disastro” ed un “fallimento sicuro” dai dirigenti presenti alla proiezione, motivo per cui lo studio ha ingaggiato Joss Whedon – regista e sceneggiatore di The Avengers – come consulente e sceneggiatore, con l’obiettivo di scrivere nuove scene e lavorare ancor di più sulla chimica della squadra.
Questa ovviamente è stata un’enorme umiliazione per Zack Snyder, che era stato incaricato dalla stessa compagnia di creare lo scheletro dell’universo DC e di programmare diversi film, tra cui Aquaman, Wonder Woman e The Flash. Il regista già non godeva di una forte simpatia interna a Warner a seguito del fallimento di Batman v Superman, ma non si è comunque scoraggiato.
Nove giorni dopo, ha infatti presentato un altro montaggio, anche questo ben oltre le due ore di durata. Dopo averlo visionato, Whedon ha proposto al regista diversi appunti e suggerimenti, che Snyder ha rifiutato.
A marzo del 2017 avviene quindi il dramma: la tragedia familiare di Zack Snyder, che in una prima fase ha continuato lo stesso a lavorare al montaggio del suo film, cercando di perfezionarlo e ridurre ancora il minutaggio. Al tempo stesso, però, Whedon era stato incaricato dalla major di alleggerire le tonalità, definite come “dark e super-serie”, modificando quindi la sceneggiatura.
Il 5 maggio del 2017, Snyder ha mostrato la sua versione finale di Justice League a Burbank, presso il quartier generale della Warner Bros., proponendo un montaggio di 2 ore e 18 minuti, in linea con i tanti cinecomic del periodo. Una fonte di Rolling Stone definisce questo montaggio come “inguardabile” e “privo di gioia”.
Al tempo stesso, Whedon si stava preparando per dirigere i reshoot (quelli che poi hanno portato alle accuse di abusi e discriminazioni sul set ed alla conseguente indagine aperta da Warner Bros.), in modo tale da correggere il tiro mantenendo l’uscita per novembre del 2017.
Due settimane dopo, il 22 maggio del 2017, Snyder annuncia pubblicamente la scomparsa della figlia e l’abbandono dalla regia di Justice League, che viene affidato interamente a Joss Whedon.
Il film si rivela un disastro, la critica lo distrugge proprio a causa di un mix pessimo tra le tonalità cupe e violente di Snyder e quelle più “camp” di Whedon. Justice League incassa appena 658 milioni di dollari a fronte di un budget di produzione di oltre 300 milioni, rivelandosi un fallimento anche per la stessa Warner, che decide quindi di intraprendere un nuovo percorso con il suo universo.
Al tempo stesso, pochi mesi dopo Snyder ed alcuni addetti ai lavori hanno iniziato a discutere di questa fantomatica versione originale del film, rivelandone pian piano svariati dettagli, concept art e foto. Da qui è nato il movimento #ReleaseTheSnyderCut, che dettaglio dopo dettaglio si è fatto sempre più forte sul web.