Il 24 ottobre è uscito al cinema Venom: The Last Dance che chiude la trilogia sul Simbionte. Il film è scritto e diretto da Kelly Marcel (sceneggiatrice dei primi due capitoli), con il contributo alla sceneggiatura di Hardy stesso.
Guardando l’inizio del film, in molti si sono chiesti se ci fosse un’incongruenza con gli eventi di Spider-Man: No Way Home (2021). Ma è davvero così? Ecco la spiegazione.
Nella scena post-credits di Spider-Man: No Way Home (2021), Eddie e Venom si ritrovano brevemente nel Marvel Cinematic Universe; subito dopo aver chiesto al barista (interpretato da Cristo Fernández) alcune informazioni sull’universo in cui si trova, Eddie viene riportato nel suo universo dall’incantesimo finale di Doctor Strange… lasciando però nell’MCU un piccolo brandello di Simbionte.
In Venom: The Last Dance (2024) c’è una grossa incongruenza con questa scena, poiché viene mostrato il villain Rex Strickland (interpretato da Chiwetel Ejiofor) mentre cattura questo brandello di Simbionte nello stesso bar, che in teoria dovrebbe trovarsi nell’MCU e non nell’universo Sony. Come se non bastasse, anche il barista indossa lo stesso vestito che aveva nella post-credits di Spider-Man: No Way Home.
Nella prima scena di Venom: The Last Dance si vede Eddie nell’MCU che parla “di supereroi e dell’alieno viola con le gemme” con il barista messicano della scena post-credits di Spider-Man: No Way Home.
Dopo l’incantesimo finale di Strange, che ha riportato tutti i villain nel proprio universo, anche Eddie viene riportato nel proprio mondo (anche se l’effetto visivo è diverso, viene risucchiato anziché sparire).
Subito dopo, Eddie si ritrova nello stesso bar con una variante del barista (che stavolta ha i capelli sciolti) nell’universo Sony.
Il pezzo di simbionte che raccoglie Strickland non è quello lasciato nella post-credits di Spider-Man: No Way Home, bensì un secondo pezzo che rimane attaccato ad una moneta quando Eddie paga il barista del suo universo.