Thor: Love and Thunder di Taika Waititi implementerà la tecnologia Stagecraft di Lucasfilm e ILM sviluppata per The Mandalorian.
Lo scorso luglio al Comic Con di San Diego, i Marvel Studios hanno annunciato ufficialmente Thor: Love and Thunder, sequel di Thor: Ragnarok del 2017 che verrà diretto nuovamente da Taika Waititi ed oltre Chris Hemsworth includerà Tessa Thompson che ritorna come Valchiria, prima eroina LGBTQ del Marvel Cinematic Universe e Natalie Portman, che torna nei panni di Jane Foster, pronta ad indossare i panni della nuova Thor.
Le riprese di erano inizialmente previste per inizio estate con l’uscita fissata per novembre del 2021, ma il suo posto nella tabella di marcia è stato preso da Doctor Strange in The Multiverse of Madness (poi posticipato nuovamente) a seguito del rinvio di Black Widow e di conseguenza l’uscita è slittata all’11 febbraio del 2022.
Mentre la crew del film sta iniziando a riunirsi in Australia per iniziare la fase di pre-produzione, è stato confermato che i Marvel Studios hanno deciso di utilizzare una tecnologia che ha già riscosso un notevole successo lo scorso anno: la Stagecraft, introdotta dalla Lucasfilm con The Mandalorian.
Dopo l’anticipazione di qualche giorno fa, ora è arrivata una conferma definitiva: l’autorevole The Hollywood Reporter ha spiegato che la Industrial Light & Magic supporterà infatti la produzione di Taika Waititi con questa tecnologia, che verrà implementata anche in altre città (come a Londra e Los Angeles). Lo stesso Waititi ha già una certa dimestichezza, dato che ha girato l’ultimo episodio della prima stagione di The Mandalorian.
La Stagecraft (che di fatto evolve e migliora la tecnica Rear Projection già esistente nel cinema) è stata introdotta e sviluppata da Lucasfilm e Industrial Light & Magic e permette di girare gran parte della serie al chiuso senza il classico green screen, migliorando così la qualità visiva e l’illuminazione generale.
Entrando nel dettaglio, l’intero set viene allestito con degli enormi schermi LED affiancati dagli oggetti di scena: questo permette al team di sviluppo di creare digitalmente tutti gli sfondi (modificandoli e renderizzandoli in tempo reale) e proiettarli sugli schermi, rendendo tutto l’ambiente più “reale”.
Le dimensioni del set base sono di 6 metri e mezzo di altezza per 25 metri di diametro, ma a partire da Love and Thunder verranno utilizzati ancora più pannelli LED in degli ambienti ancora più grandi, per offrire una risoluzione maggiore ed un ambiente virtuale ancora più grande.
In termini pratici, da una parte questo permette agli studios di girare al chiuso e di garantire una sicurezza maggiore per cast e crew in tempi di Covid (in quanto si troveranno in un ambiente protetto, controllato e sanificato quotidianamente, lontano da fan, paparazzi etc) e dall’altra parte permette di migliorare ancora di più la qualità visiva e soprattutto l’illuminazione, mettendo in secondo piano il classico green/blu screen.
Ecco un video che illustra nel dettaglio il funzionamento di questa tecnologia sul set di The Mandalorian.
5 commenti
Non concepisco un simile modo di realizzare un film.
Una sitcom forse…
Ma non un film.
Ma chi progetta e realizza i set.
I costumi.
Gli oggetti di scena.
Le musiche.
Gli effetti sonori…
Gli attori.
Un computer?.
No grazie.
Addio cinema.
Be si adesso non devono più andare su Asgard a girare . Un bel risparmio sulle trasferte ….
Vai a vedere com’è stato fatto il libro della giungla.. girato interamente in uno studio di Londra.. dove solo Mowgli era vero.. mentre tutto il resto CGI
Non hai capito. La tecnica già era adoperata nel cinema, la ILM l’ha migliorata e rende più facile e sicuro realizzare film con grandi budget.
Per le sitcom basta un divano.
Che poi la Lucas film(e non solo lei) usava una tecnica simile nel concetto ma distante anni luce nella complessità, andando letteralmente a dipingere i fondali nelle scene ad esempio dentro la morte Nera o in altri set dove per impossibilità realizzative o mancanza di budget non era in grado di creare fisicamente ciò che dove essere all’interno dell’inquadratura…e poi penso che in tempi come questo dove il cinema e tutta l’industria ad esso legato hanno subito perdite che non possiamo neanche immaginare,un modo per risparmiare nella realizzazione di certi film (notoriamente ad alto budget) sia qualcosa di estremamente intelligente ed utile alla causa! Per non parlare del fatto che penso che agli attori la cosa possa solo piacere! Non deve essere bello ne facile, girare una quantità di scene incredibile davanti a sfondo verdi con solo gli attori e poco altro di “concreto” dentro il teatro di posa!!