Esce oggi nelle sale cinematografiche italiane New Mutants di Josh Boone, ultimo film della gestione 20th Century Fox sugli X-Men.
Personalmente, e mi permetto di parlare anche a nome dell’intera redazione di Comics Universe, abbiamo sempre fatto delle recensioni un ottimo strumento di critica e al tempo stesso conoscenza di quel o più personaggi con il solo scopo di dare, magari al neofita di turno, la giusta informazione per avere una chiara visione d’insieme nell’approcciarsi a universo alquanto intricato quale quello della Marvel. Noi ci proviamo, altri che dovrebbero farlo obbligatoriamente (e in questo caso punto il dito contro sceneggiatori, regista etc…) stavolta si sono proprio dimenticati di farlo: un errore, tra i tanti presenti, che mostra in maniera limpida quanto sia stata deficitaria la produzione di The New Mutants: la pellicola di chiusura della precedente gestione del brand X-Men ad opera di 20th Century Fox (ormai acquisita in toto da Walt Disney Entertainment) che, dopo un lungo calvario, è finalmente approdata anche nelle sale cinematografiche italiane.
A volte non serve domandarsi il cosa o il come di un qualcosa che è andato storto se, e questo caso è proprio un ottimo esempio, anche all’occhio cinefilo meno esperto ci si rende conto di una serie di costanti cambi direzionali che hanno reso la pellicola di una sciatteria vista difficilmente negli ultimi anni. Certo, c’è sempre di peggio come il reboot de I Fantastici 4 firmato Josh Trank, ma questo sotto alcuni aspetti (legati soprattutto alla sceneggiatura) non è da meno. Non è proprio tutto da buttare sia chiaro, anche perché è molto evidente come The New Mutants fosse stato concepito come un prologo di modeste pretese per magari, in base alla risposta del pubblico, dare successivamente quella serie teen-drama a tema super-eroistico mancante all’interno del panorama cinematografico, sviluppando un’intera trilogia.
Pensando all’ottimo successo riscontrato dalla controparte cartacea l’idea avrebbe funzionato, ma a confronto il risultato della pellicola è alquanto scadente. Tutto qui.
Un costante vorrei ma non posso
The New Mutans ha volutamente lo scopo di creare dei momenti di paura o suspance a partire dall’unica location in cui l’intera pellicola si svolge: una clinica riabilitativa per giovani Mutanti che, non conoscendo il loro potere, hanno commesso degli errori imperdonabili per l’ordinaria società umana. Come detto nell’incipit di questa recensione, mancano una serie di linee guida utili alla comprensione e al collocamento stesso di questa storia: in quale linea temporale degli X-Men si svolge? Perché esiste questa clinica? E tante altre domande, di cui non scriverò per non rovinarvi il fattore sorpresa, che sono sicuro lasceranno quel retrogusto amaro e indispettito.
Il fattore che personalmente mi ha dato tanto dispiacere è vedere del potenziale sprecato perché, fatemelo dire, il cast scelto per The New Mutants è di ottimo livello. Tante belle presenze di nota fama come Maise Williams (Game of Thrones) e Charlie Heaton (Stranger Things) e belle scoperte come Anya Taylor-Joy che ha trovato la sua perfetta dimensione nei panni di Illyana Rasputin alias Magik. Quest’ultima in particolar modo è la grande nota positiva della pellicola, spero che in futuro prossimo (data la sua giovane età) possa essere presa nuovamente in considerazione per tornare nel Marvel Cinematic Universe.
Sarà dura ricordarsene
Per il resto il film, nella sua esile durata (1 ora e 39 minuti), scorre via nella sua apatia lasciando quel senso costante di “avrei voluto ma non posso” tra abbozzi di thriller, horror e compagnia cantante. Insomma, un mix di elementi che hanno reso il prodotto semplicemente nullo. Per completezza vi invitiamo ad andare al cinema, con lo scopo in primis di sostenere il settore in piena crisi da Covid-19, non nascondendovi però la possibilità che, post visione, già vi sarete dimenticati di The New Mutans o, in casi più estremi, sarete arrabbiati per il tempo speso. Vi diamo in mano un rischio calcolato, a voi la scelta.