The Flash rischia di generare importanti perdite per Warner Bros., ecco tutti i motivi del fallimento al box office.
Dopo ormai diversi anni, il 15 giugno ha fatto il suo debutto al cinema The Flash (qui la nostra recensione), diretto da Andy Muschietti, con protagonista Ezra Miller nei panni di Barry Allen/Flash, accompagnato da Michael Keaton di ritorno nei panni di Bruce Wayne/Batman e Sasha Calle nei panni di Kara Zor-El/Supergirl.
Dopo aver deluso le aspettative nel primo weekend di programmazione, in questo secondo fine settimana il film ha incassato appena 15.3 milioni in USA, con un calo del 72.5% dal primo weekend. Si tratta del secondo peggior calo della storia per un cinecomic dopo Morbius, che dal primo al secondo weekend ha registrato un calo del 73.8%.
Ma esattamente, perché sta andando così male? Il film viene davvero reputato atroce, oppure ci sono altre motivazioni dietro questo fallimento?
Innanzitutto, non si tratta soltanto di un fattore di qualità: ogni anno escono film ritenuti brutti, che riescono comunque ad incassare bene e portare tanto pubblico in sala.
Per dare la miglior risposta possibile, bisogna fare una distinzione: quella tra il pubblico generalista (in sintesi, coloro che neanche conoscono la differenza tra Marvel e DC) e gli appassionati di questo tipo di film, coloro che popolano i social, discutono di queste pellicole e sono a conoscenza di svariati dettagli.
In questo caso, The Flash non è riuscito minimamente a catturare l’attenzione di entrambe le categorie per un gran numero di fattori, che gli analisti hanno rivelato in questi giorni.
The Flash è stato “schifato e boicottato” da molti appassionati DC.
Per quanto riguarda i fan, le motivazioni sono svariate: sicuramente le controversie legate ad Ezra Miller hanno inciso negativamente, ed anche qui in Italia molte persone hanno scelto di non vederlo proprio per via delle varie accuse rivolte alla star protagonista, che non a caso ha saltato l’intera campagna promozionale.
Un altro aspetto importante è ovviamente l’imminente conclusione dell’universo DC, in quanto essenzialmente è un film che appartiene ad un universo che non ha più nulla da offrire e che subirà un reboot tra 2 anni. Riguardo questo aspetto, lo stesso finale scelto all’ultimo ha creato ancora più confusione e dubbi.
Un altro fattore che ha inciso negativamente è la campagna marketing: non potendo contare su Ezra Miller e su Micheal Keaton (impegnato con le riprese di Beetlejuice 2), Warner Bros. ha orchestrato una campagna promozionale basata principalmente su un gran numero di proiezioni in anteprima e “grandi promesse”.
Da James Gunn a David Zaslav, il CEO di Warner Bros. Discovery, passando per giornalisti (molti dei quali hanno poi hanno ritrattato) ed un gran numero di influencer, il film è stato descritto come “uno dei cinecomic migliori della storia” da tutti coloro che lo hanno visto in anteprima.
Come spiega un dirigente rivale di Warner definire in questo modo un tuo film ti espone all’enorme rischio di deludere il tuo pubblico…. che infatti continua a deridere queste mancate promesse sui social!
Se lo definisce il più grande film di supereroi di sempre e ti stai sbagliando, allora la delusione è assicurata ed hai creato un flop. In questo settore, è meglio avere premesse basse e poi sorprendere.
Per settimane, abbiamo letto più volte frasi come “credete all’hype“, “l’hype è reale” e “il miglior film dai tempi di Il Cavaliere Oscuro“, che in una prima fase hanno acceso le speranze dei fan, ma che successivamente hanno iniziato a far storcere il naso per la facilità con cui venivano ripetute da tutti coloro che sostenevano di averlo visto in anteprima.
Inoltre, queste stesse anteprime inevitabilmente hanno esposto la major al rischio di leak e, non a caso, pochi giorni prima dell’uscita sono arrivate online su Instagram e TikTok un gran numero di scene spoiler (spesso quelle con la CGI peggiore), senza contare le descrizioni dell’intera trama presenti su Twitter da settimane prima dell’uscita.
La scelta di mostrare il film senza effetti visivi pronti, invitando il pubblico delle anteprime a “non giudicare i VFX in quanto verranno migliorati” (e spoiler, non sono stati migliorati) ha rappresentato poi la ciliegina sulla torta… senza contare il finale tagliato che hanno mostrato a tutte queste anteprime!
The Flash è stato totalmente ignorato dal pubblico generalista.
Per quanto riguarda il pubblico generalista, ciò che è mancato è stato il passaparola: in una stagione cinematografica ricca di grandi uscite, per emergere devi riuscire a far parlare il pubblico del tuo film in modo estremamente positivo, senza includere difetti vistosi in grado di generare controversie o lamentele.
In situazioni del genere, il passaparola è un elemento vitale per fare incassi sul lungo periodo, basti pensare ai recenti Guardiani della Galassia vol.3 o Spider-Man: Across The Spider-Verse, che ancora oggi continuano ad incassare in modo sorprendente anche per via dei tanti commenti positivi.
Leggendo sui vari aggregatori di recensioni, i commenti sono “nella media”: il film non viene reputato pessimo nella sua interezza, ha le sue debolezze ed i suoi punti forti, ma non riesce comunque a spiccare e catturare realmente l’attenzione.
Un grande freno è rappresentato inoltre dai social, dove si discute in modo pessimo di The Flash principalmente per due motivi: la CGI non all’altezza di un blockbuster da 200 milioni di dollari e le mancate promesse da parte di Warner Bros.
C’è però un altro aspetto da tenere in considerazione, ovvero l‘appartenenza ad un universo condiviso.
Sfortunatamente per Warner Bros., il DC Extended Universe non è mai stato l’Universo Cinematografico Marvel e di conseguenza l’interesse verso i loro film è ancora più basso nonostante la presenza di personaggi iconici.
Anche le pellicole accolte male del MCU hanno comunque tratto enorme beneficio dall’appartenenza ad un universo condiviso solido e funzionante, basti pensare ad Ant-Man and The Wasp: Quantumania (476 milioni nel mondo, più di ogni altro film del DCEU dai tempi di Aquaman) o Captain Marvel (reputato uno dei peggiori da molti fan, ha incassato 1.1 miliardi)
Infine, come per ogni altro film – soprattutto in questo periodo storico – la consapevolezza di ritrovarlo in streaming in tempi brevi ha rappresentato un grande freno per il pubblico: “perché spendere tempo e denaro per un film che non è stato accolto nel migliore dei modi, quando so già che lo ritroverò tra un mese in streaming?”.
Molti spettatori, si sono posti proprio questa domanda e lo streaming, ancora di salvezza delle major in periodo di pandemia, si sta rivelando sempre più un’arma a doppio taglio.
In conclusione, sfortunatamente (il nostro verdetto rimane positivo) si è trattato di un disastro assoluto su tutta la linea, capace di incassare “soltanto” 210 milioni in due settimane. Il rischio è quello di generare oltre 200 milioni di dollari di perdite per Warner Bros., in questo è costato 200 milioni di budget e 150 milioni di marketing.