Finalmente giunge in sala “The Flash” il film dedicato al Velocista Scarlatto, che ci ha dato tante soddisfazioni, ma anche qualche grattacapo.
Dopo ormai diversi anni, viene finalmente rilasciato in sala The Flash, diretto da Andy Muschietti, con protagonista Ezra Miller nei panni di Barry Allen/Flash, accompagnato da Michael Keaton di ritorno nei panni di Bruce Wayne/Batman e Sasha Calle nei panni di Kara Zor-El/Supergirl.
Un film divertente, emozionante, creativo e dotato di personalità, ma che sfortunatamente si regge un po’ troppo su degli effetti visivi non all’altezza.
Un film su Batman o su Flash?
Risolviamo da subito l’annosa questione: questo è a tutti gli effetti un film su Flash. La campagna marketing è stata chiaramente mirata all’attirare l’attenzione grazie alla smisurata popolarità del Cavaliere Oscuro, ma questo non è nella maniera più assoluta il protagonista The Flash— quel ruolo spetta a Barry Allen… entrambi i Barry Allen.
Il viaggio di questi due personaggi – la versione attuale di Flash vista in Zack Snyder’s Justice League, ed un suo corrispettivo più giovane appartenente ad una nuova linea temporale – è l’assoluto cuore del film e lo spazio a loro dedicato è più che abbondante, nonché bene accetto. Il duo funziona talmente bene (grazie all’ottima interpretazione di Miller e l’attenta scrittura di Christina Hodson) che si cade tranquillamente nell’illusione di stare assistendo a delle interazioni tra due persone diverse.
La frustrazione del Barry adulto nei confronti del suo più giovane sé è divertente ma sa anche colpire emotivamente, e quest’ultimo oltre a far ridere e a servire ad una sorta di meta-commento sul fastidio provato da alcuni spettatori nei confronti della personalità di Allen nel film dedicato alla Justice League, dimostra un grande coraggio. Il fulcro per questo Flash sta nell’ossessione nella risoluzione dei problemi, sua compagna da ben prima che la madre gli venisse portata via, facendo finire il padre in galera per un reato che non aveva commesso, e questo aspetto ritorna nel film impattando fortemente lo spettatore.
Non si può però non tenere conto di un altro ritorno d’eccellenza che avviene nel film: il Batman interpretato da Michael Keaton, che riappare sugli schermi per la prima volta dal 1992.
Per gli appassionati di questo Batman: non temete. Il quantitativo di spazio fornitogli non è quello di un protagonista, ma è quello che si può dare al personaggio più importante del film ad esclusione di Barry. Il tempo che passiamo con questo Batman è assolutamente soddisfacente e la cura nel riportarci nella realtà creata da Tim Burton nel 1989 è maniacale.
Con tutta probabilità, questo è a tutti gli effetti il Batman più abile, attrezzato e competente che abbiamo mai visto al cinema, ed anche quando si trova prendere dei colpi, lo fa con un’assoluta dignità meritevole del manto di Cavaliere Oscuro. Keaton riporta la complessità introversa già vista in Batman e Batman Returns, con però la possibilità di brillare in delle scene dove viene praticamente obbligato a vivere un’emotività che non gli era dato esperire nei succitati film– ma ovviamente non viene mai accantonata la follia visibile negli occhi di un Batman che si è sempre sentito molto a più a suo nell’armatura del Protettore di Gotham che nei panni di Bruce Wayne, dimostrando un divertimento insano degno de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller.
Il Cavaliere Oscuro del DCEU e la nuova Ragazza d’Acciaio
The Flash è a tutti gli effetti un papabile addio all’universo cinematografico DC per come l’abbiamo conosciuto dal rilascio di Man of Steel nel 2013, ed quindi possibilmente la nostra ultima occasione per rivedere Ben Affleck nei panni di Batman al cinema.
Il Bruce Wayne di Affleck ha degli ottimi momenti sia personali, dove possiamo apprezzare la sua saggezza ed il suo lato amareggiato, che d’azione dove possiamo seguire la sua inarrestabile potenze come da abitudine per le sue apparizioni precedenti, ma viene sfortunatamente limitato da un costume che è semplicemente mal realizzato. Possiamo trovarlo interessante in movimento perché non ci è effettivamente chiara la sua figura, ma nel momento in cui questo si ferma, nonostante sia veramente apprezzabile la scelta di mostrarci un Bat-Costume blu e grigio come è consuetudine in molti fumetti, non si può non definirlo con tutta probabilità il peggior costume mai indossato dal personaggio in un film, il che è stranamente ironico, se si pensa al fatto che il suo debutto in Batman v Superman – Dawn of Justice lo vedeva apparire in quello che è per molti il miglior costume cinematografico di Batman, nonostante il personaggio fosse a giudizio di svariati spettatori carente dal punto di vista della caratterizzazione.
L’inclusione di Sasha Calle come Supergirl lascia tristemente a desiderare. Dove gli altri protagonisti sono spesso sfaccettati, Kara è tristemente relegata per la maggior parte del tempo ad uno stato d’animo dominato dalla rabbia e la frustrazione, facendoci desiderare che i pochi attimi nei quali scorgiamo di più del suo carattere – resi con grande abilità dalla Calle – potessero avere più spazio nello svolgimento degli eventi. Nonostante ciò, le scene a lei dedicate non sono gratuite e non la rinchiudono nel ruolo di schiacciasassi scagliata dai protagonisti per usare la sua forza, ma sono anzi sia personali che motivate.
Una CGI agli antipodi con la messa in scena
Arriviamo infine al più grande difetto della pellicola: gli effetti visivi generati al computer.
Normalmente, il problema della CGI sarebbe secondario, ma sfortunatamente The Flash è intrinsecamente dipendente da essa, vista la natura spettacolare degli eventi ideati, che per la maggior parte non potrebbero essere realizzati tramite l’utilizzo di effetti speciali tangibili. Il livello è surrealmente basso, al punto dal trascinare fuori lo spettatore dallo svolgimento degli eventi, facendolo scivolare in territori che non sarebbe ingiusto paragonare a film d’animazione come Polar Express, in un contesto però popolato altresì da persone in carne ed ossa.
Il lato peggiore sta nel fatto che le scene in sé sono ideate con abilità, e riescono anche fortunatamente a coinvolgere, ma sfortunatamente la regia di Muschietti viene seppellita da uno spettacolo visivo indegno di un film di questo calibro.
La pellicola è colma di momenti emotivi che potrebbero portare alcuni spettatori persino alla commozione, ed è inoltre di una simpatia sfrenata in diversi momenti, ma quando quello che potremmo approssimativamente definire un 85% del film è realizzato tramite degli effetti del genere, sorge uno sconforto nel non potersi godere a pieno ciò che avviene.
Tifiamo per Barry e la sua squadra, veniamo coinvolti da delle grandi scene d’azione e veniamo folgorati dall’intelligenza con quale vengono risolti gli eventi, ma il retrogusto di uno spettacolo visivo che sarebbe stato accettabile magari una ventina d’anni fa, non può che frenare il giudizio dall’essere completamente positivo, facendoci sperare che l’ora co-Presidente dei neo-nati DC Studios, James Gunn, che ai tempi dello sviluppo del film era lungi dall’assumere questo ruolo, metta in pratica i suoi chiarificati propositi di organizzare al meglio lo sviluppo di questi blockbuster, preparando con minuzia ciò che dovrà essere realizzato tramite l’ausilio della CGI, quanto si farebbe con dei grandi effetti speciali di stampo classico.
Muschietti riesce però, come detto, a coinvolgerci nella pellicola, e le sue influenze da regista horror si fanno sentire, rendendo in conclusione la visione di The Flash (e per chi vi scrive, il programmare di rivedere il film) una scelta ampiamente giustificata.