Superman compie ottant’anni di storia editoriale. Ottant’anni passati da quel primo numero di Action Comics nel 1938, che proprio oggi raggiunge il numero 1000 in un traguardo pazzesco per l’intera industria. In questi anni Superman è divenuto il più famoso tra i supereroi, il più riconoscibile, ma chi è veramente? Oggi cerchiamo di dare la nostra interpretazione omaggiando l’Uomo d’Acciaio.
Le origini editoriali
Nel 1931, a Cleveland in Ohio due diciassettenni di nome Jerry Siegel e Joe Shuster si incontrarono e condivisero l’uno con l’altro la loro passione per la fantascienza. Non ci volle molto tempo perché i due cominciassero a collaborare. Con Jerry ai testi e Joe ai disegni, i due ragazzi cominciarono a strutturare le loro prime creazioni che però non ebbero il successo sperato.
Inizialmente proposero le loro storie ad alcuni editori di giornali, in quanto il genere di lavoro che sognavano di fare era quello di raccontare quelle stesse storie nelle strisce a fumetti dei quotidiani. Una delle persone che consultarono fu colui che si dimostrò uno dei più grandi autori di tutti i tempi: Will Eisner.
Eisner notò i loro lavori, ma consigliò ai due di continuare a lavorarci su in quanto lo stile era ancora ruvido e non erano quindi pronti per la pubblicazione.
Tempo dopo, visto il grande successo delle strisce pubblicate nei giornali, si ebbe l’idea di creare un tipo differente di rivista: i fumetti. Albi in edicola per dieci centesimi, nei quali venivano raccolte e riorganizzate le storie pubblicate sui quotidiani per diventare il soggetto principale delle pagine e non solo delle strisce sottostanti.
L’idea era buona, ma molto potenziale era inespresso. Le storie per quanto in un formato diverso erano facilmente fruibili nei giornali. Fu così che nel 1935 il maggiore Malcolm Wheeler-Nicholson, prima autore e poi editore, ebbe l’idea che diede ai due giovani la possibilità di spiccare il volo: pubblicare storie inedite nei fumetti. Fu così che Siegel e Shuster tentarono di nuovo la sorte chiedendo di pubblicare quella che si rivelò una creazione epocale, un rifacimento di una loro precedente idea che vedeva un super uomo assoggettare il mondo tramite delle abilità oltre quelle umane, convertendolo però in un buono e cambiando le sue capacità e il suo background.
Fu così che nel 18 aprile del 1938, sulla copertina del primo numero di Action Comics, un uomo con una tuta blu ed un mantello rosso, con uno stemma sul petto sollevò una macchina facendo fuggire i criminali circostanti. Fu così che vide la luce Superman. Piccola curiosità: la copertina indica la data di giugno 2018, ma effettivamente l’albo è stato messo in vendita già alcuni mesi prima.
Le origini del mito
Krypton
Tutti conosciamo la storia, ma un breve viaggio in quella che si rivelò un’origine rivoluzionaria pensiamo sia doveroso.
In un luogo lontano dalla terra, su un pianeta morente di nome Krypton, lo scienziato Jor-El e sua moglie Lara sono gli unici della loro razza ad aver compreso il pericolo a cui stanno andando in contro. Secondo gli altri abitanti non si pone un vero problema, quelle di Jor-El sono soltanto teorie, ma sfortunatamente hanno torto. Krypton è prossimo all’esplosione e la coppia decide di salvare ciò che hanno di più prezioso su un mezzo che nel poco tempo che hanno avuto a disposizione sono riusciti a costruire. Il razzo ha solo un posto e i due sono costretti a sacrificare le loro vite per il bene più prezioso che hanno, il loro figlio neonato: Kal-El.
Il razzo di Kal venne programmato dei genitori per arrivare sulla terra. Jor-El decise di mandare suo figlio proprio sulla terra in quanto abbastanza simile a Krypton per garantirne la sopravvivenza, ma abbastanza differente da conferirgli delle abilità che lo renderanno in grado di difendersi dai pericoli nei quali potrebbe imbattersi. Quindi, con questo ultimo atto d’amore, i due genitori salutarono il loro figlio e avviarono il mezzo, poco prima della distruzione di Krypton.
La terra
Arrivato sul pianeta, molto primitivo rispetto a Krypton in quanto a sviluppo tecnologico, il razzo di Kal si schianta in Kansas, nel paesino chiamato Smallville. Qui venne trovato da una coppia del posto: Jonathan e Martha Kent, che lo presero con loro adottandolo e crescendolo.
I due sono una coppia di contadini, semplici ma saggi con dei forti ideali e un animo gentile. Insegnarono al piccolo Clark (così decisero di chiamare il bambino) a nascondere le sue abilità, per paura di perderlo ma anche per evitare che qualcuno si facesse male. Clark divenne infatti più veloce di un proiettile, più potente di una locomotiva, capace di scavalcare grattacieli con un salto e fu palese come fosse dotato di una grande intelligenza ed in grado di apprendere nozioni complicatissime in poco tempo. In seguito fu in grado di volare, proiettare raggi di calore dagli occhi come laser o scaldare oggetti fino a fonderli a seconda della circostanza, udire ogni cosa da grandissime distanze, vedere attraverso tutto escluso il piombo, di soffiare così forte da scagliare via ogni cosa e all’occorrenza di congelare ciò che aveva a tiro.
I forti ideali dei genitori come verità, giustizia, interesse per la vita del prossimo, ma soprattutto gentilezza vennero infusi nel ragazzo, che crescendo venne a scoprire delle sue origini e del suo retaggio come ultimo figlio di Krypton.
Superboy
Questo punto è particolare, dato che con il crossover Crisi sulle Terre infinite, la biografia di Superman venne modificata in modo che non non avesse mai assunto l’identità di Supeman col costume fino all’età adulta, cancellando quindi Superboy dalla storia canonica del personaggio. Alcuni aspetti sono stati quindi reintrodotti successivamente, quindi è giusto parlarne brevemente.
Crescendo Clark decise di voler aiutare il prossimo, ma capì di voler conservare comunque una sua vita personale, quindi decise di adottare l’identità di Superboy e indossando quelle che in molte versioni sono le coperte che aveva quando è arrivato sulla terra, riadattate in modo da trasformarsi in una tuta attillata di un colore blu-azzurro con un mantello rosso alle sue spalle e sul petto uno stemma che spesso viene ricondotto alla casata degli El, il simbolo della sua famiglia su Krypton. Superboy quindi diventa un mito di Smallville aiutando gli abitanti, nascondendosi e camuffando completamente il suo atteggiamento e dove poteva il suo aspetto.
Il ragazzo infatti decise di camuffare la sua postura, indossare vestiti meno appariscenti possibile, cambiare la sua pettinatura, modificare il suo tono di voce, indossare un paio di occhiali troppo grandi per il suo viso e comportarsi come se fosse timido, sbadato, poco coraggioso in modo da rendersi invisibile agli occhi degli altri. Il travestimento infatti non si limita e non si è mai limitato, nelle storie in cui il personaggio è scritto bene, al semplice paio di occhiali, bensì principalmente all’atteggiamento. Nessuno avrebbe ad un primo approccio potuto riconoscere nel Clark Kent fasullo le abilità per essere un eroe o anche solo per essere un vincente, per essere notato e fortunatamente il camuffamento funzionò.
Sfortunatamente tra un’avventura e l’altra, la tragedia finì per colpire la famiglia Kent. Anche questo punto varia da versione a versione, ma secondo chi vi scrive è fondamentale per la mitologia del personaggio, per la sua crescita.
Il padre terrestre di Clark, Jonathan, venne a mancare a causa di un infarto. Un problema a cui nemmeno Clark con tutti i suoi poteri avrebbe potuto porre rimedio, un problema naturale, umano. Questo insegnò al ragazzo che nonostante lui voglia farlo, non può aiutare tutti, non può essere ovunque, non può fare tutto, non può salvare tutti. E glielo insegnò nel modo più complicato: perdendo suo padre. Il suo punto di riferimento che insieme alla madre lo crebbe facendolo diventare l’uomo che sarebbe poi diventato, l’uomo del domani.
Jonathan Kent mi ha insegnato che i forti devono soccorrere i deboli e che i bulli non amano ricevere lo stesso trattamento. Mi ha insegnato che un cuore gentile vale più di tutti i soldi in banca. Mi ha insegnato cosa sono la vita e la morte. Mi ha insegnato che un uomo non si misura per quello che dice ma per quello che fa. E con il suo esempio mi ha insegnato ad essere forte e gentile e a sognare un mondo migliore. Grazie Pà. Sono lezioni che non dimenticherò mai.
Superman
Una volta cresciuto Clark Kent decise di trasferirsi in città, dove avrebbe potuto mettere al servizio di più persone le sue incredibili abilità. Dopo aver tentato vari impieghi decise di andare nella città di Metropolis cercando lavoro come giornalista al Daily Planet, il principale giornale della città.
Qui Clark conobbe Perry White l’editore del giornale, Jimmy Olsen un giovane fotografo con cui diventò grande amico e quella che sarebbe diventata l’amore della sua vita e Lois Lane che quasi non lo notò per via del suo camuffamento. Ma appena si presentò un pericolo, Clark decise di imbracciare gli ideali insegnati a lui dai suoi genitori e mostrarsi al mondo con l’identità di Superman, il più grande supereroe di tutti i tempi, un punto di riferimento per la comunità supereroistica. Col tempo affrontò grandi minacce sia sulla terra che fuori, come la sua nemesi Lex Luthor, uomo dalla mente brillante e che cova un profondo odio per Superman, in quanto crede che l’umanità non abbia bisogno di lui, che lui si erga al di sopra come un Dio per puro egoismo. Incontrò gli altri eroi della terra e con alcuni di loro come Batman e Wonder Woman strinse un forte legame di amicizia e in generale spese la sua vita a proteggere la terra.
Chi è Superman?
E qui siamo arrivati al cuore della questione, abbiamo ricapitolato le origini di Clark Kent e la nascita Superman ma non abbiamo ancora parlato di ciò che era stato detto nelle premesse, ovvero della personale interpretazione di chi vi scrive sul vero significato di Superman.
Spesso capita di vedere o essere persone che giudicano l’Uomo d’Acciaio come noioso, troppo perfetto, troppo potente, mister “conosco tutto io” che risolve tutti i problemi con la forza, ma le caratteristiche che nasconde questo personaggio sono molteplici e si possono scoprire soffermandosi ad analizzarlo.
Kill Bill diede la sua interpretazione di Superman ma personalmente la vedo come lontana dalla verità, in quanto Superman non ha due identità, ne ha tre.
Clark Kent il giornalista, invisibile agli occhi di tutti, timido, imbranato e poco coraggioso. Superman, l’eroe portatore di speranza, il simbolo, campione della terra e combattente dei malvagi, personaggio in cui Clark ha infuso tutti i valori insegnatogli dai suoi genitori, ma soprattutto: Clark, il vero Clark Kent, il ragazzo di campagna che si è fatto carico delle sue responsabilità e che ha deciso di dedicare la sua vita ad aiutare, sotto tutte queste maschere il vero Clark Kent è l’unione di tutte queste caratteristiche, rivelando una persona complessa e per quanto strano possa sembrare, umana.
Questo perché per quanto il suo retaggio sia alieno e il suo corpo non sia di questa terra, la sua vera essenza è forse la più umana tra i supereroi. Cresciuto da genitori amorevoli per seguire degli ideali e cercare di sdebitarsi con il pianeta che ha accolto un visitatore straniero e lo ha cresciuto come suo. Crede nelle persone, vuole genuinamente rendere le loro vite migliori e aiutare tutti. Fa quello che fa per via di una sua profonda bontà e agisce con gentilezza. E’ molto intelligente, sempre pronto al dialogo, crede che chiunque possa redimersi ma sotto tutto questa positività e ottimismo si nasconde una tristezza di fondo, una difficoltà nel vivere nel luogo che ama.
Per via dei suoi poteri Clark è costretto a trattenersi continuamente, è capace di farlo ma resta una costrizione. Vive in un mondo di cartone, dove se si lasciasse andare, se rivelasse il suo pieno potenziale e si comportasse naturalmente, potrebbe estinguere l’intera vita sul pineta, ma soprattutto e molti sottovalutano questo punto: è il sopravvissuto di un’estinzione di massa. La sua intera civiltà è morta. Vive sapendo che i suoi genitori naturali non lo vedranno mai crescere, non scopriranno mai l’uomo che è diventato e non potranno mai abbracciarlo.
Il suo conflitto è grande ed oltre a questo ha costantemente nella testa le grida di aiuto di tutta l’umanità che vorrebbe disperatamente aiutare, ma che sfortunatamente non può assistere nella sua interezza perché anche lui sa di non poter essere ovunque, di non potere aiutare tutti. E’ visto in modo schivo e sospettoso sia fuori dalla storia che dentro. Non crediamo che qualcuno possa essere così buono, non crediamo che a qualcuno possa importare così tanto di noi, di tutti noi, siamo ormai portati ad essere anche inconsciamente cinici, capacità che Superman non sembra avere ed è forse per questo che molti si soffermano al suo stereotipo senza tentare di capire chi veramente sia.
Quindi: chi è Superman?
Una persona gentile, una persona a cui importa, che vuole aiutare e la cui vera essenza può essere vista nella leggendaria storia All-Star Superman, scritta da Grant Morrison e disegnata da Frank Quitely, nello specifico in una tavola diventata iconica.
La tavola mostrata è parte di una sequenza in cui si vede Superman fare avanti e indietro per il globo affrontando grandi problemi come salvare un vagone della metro colmo di persone da schiantarsi e combattere uno scienziato pazzo in un robot gigante. Nel corso di questi avvenimenti sentiamo una telefonata di un’uomo parlare con una ragazza di nome Regan, che sembra non essere nelle migliori condizioni e riattacca il telefono. In seguito non crediamo che servano più descrizioni, basta la tavola sottostante.
Il tuo dottore ha avuto davvero un contrattempo, Regan. Le cose non sono mai brutte come sembrano. Sei molto più forte di quanto pensi. Fidati di me.
Buon compleanno Superman, grazie per insegnarci che per essere d’aiuto non occorrono per forza i superpoteri, ma possono bastare gentilezza, compassione, empatia ed interesse per il prossimo. Ed è strano che ad insegnarci queste qualità che consideriamo così umane, sia proprio un alieno.
Grazie per la lettura.