Spider-Man, il costumista ha ammesso di odiare la maschera di Green Goblin (Willem Dafoe) nel primo film di Sam Raimi.
Nel libro With Great Power: How Spider-Man Conquered Hollywood during the Golden Age of Comic Book Blockbusters, scritto da Sean O’Connell (direttore generale di CinemaBlend) e contenente una dettagliata ricostruzione di tutte le trasposizioni cinematografiche e televisive dell’Uomo Ragno, sono stati raccolti numerosi retroscena inediti sugli adattamenti dedicati all’arrampicamuri.
Nel quinto capitolo del libro – che abbiamo acquistato e che stiamo analizzando pagina per pagina – incentrato sulla realizzazione del primo film di Spider-Man diretto da Sam Raimi nel 2002, il costumista James Acheson, tre volte vincitore dell’Oscar ai migliori costumi per L’ultimo imperatore (1988), per Le relazioni pericolose (1989) per Restoration – Il peccato e il castigo (1996), ha parlato nel dettaglio della creazione dell’iconica armatura indossata da Green Goblin.
Prima ancora che Willem Dafoe fosse ingaggiato per il ruolo, Acheson venne incaricato di creare la maschera di Goblin, un processo che il costumista non ha esitato a definire un “disastro” nell’intervista con O’Connell. Dopo essersi addossato la colpa di quella creazione, Acheson ha svelato che, quando salì a bordo del progetto, una compagnia esterna era sotto contratto per completare il volto di Goblin:
“Odiavo quello che stavano facendo. Odiavo lo sculpt. Non erano interessati a parlare con me. Ero il ‘ragazzo inglese’ che partiva dalla strada secondo loro, e sapevano quello che stavano facendo. Inoltre, avevano il supporto dello studio.”
Acheson, inoltre, ha confermato che il team che stava lavorando al costume della nemesi di Spidey creò anche un prototipo in gomma della maschera decisamente differente rispetto a quello visto nel film. Si trattava, infatti, di un modello in animatronic (realizzato con delle sofisticate protesi dalla Amalgamated Dynamics e dagli Stan Winston Studios) decisamente più fedele ai fumetti, che alla fine è stato scartato a favore della maschera metallica più tradizionale vista nel film:
“Pensavo che fosse molto meglio di quello che avevano fatto loro. Ma aveva anche un aspetto imbarazzante. Sembrava una maschera per Halloween. Amavo l’idea di andare in un’altra direzione, perché la direzione che avevano preso loro sembrava essere alquanto stupida. Ma non avevo il potere per dire ‘Guardate, penso che possiamo fare meglio di così.'”
Infine, il costumista ha ammesso di aver riso ma anche di essersi sentito profondamente in imbarazzo quando vide per la prima volta in sala la scena in cui Goblin attacca il Daily Bugle per via dell’espressione pietrificata della maschera, che a suo avviso crea “una sensazione fastidiosa” nello spettatore. Lo scorso anno persino Willem Dafoe ha svelato di essere consapevole di queste critiche, motivo che ha spinto i Marvel Studios e la Sony Pictures a cambiare il look al personaggio in Spider-Man: No Way Home (2021).
Ricordiamo che Spider-Man (2002), scritto da David Koepp e diretto da Sam Raimi, Tobey Maguire (Peter Parker/Spider-Man), Willem Dafoe (Norman Osborn/Goblin), Kirsten Dunst (Mary Jane Watson), James Franco (Harry Osborn), Cliff Robertson (Ben Parker), Rosemary Harris (May Parker), J. K. Simmons (J. Jonah Jameson), Bill Nunn (Joseph “Robbie” Robertson) Elizabeth Banks (Betty Brant) e Ron Perkins (Mendel Stromm).
Questa la sinossi ufficiale:
“Peter Parker è il tipico adolescente sfigato, segretamente innamorato fin da bambino della sua vicina di casa Mary Jane, rimasto orfano dei genitori e che vive con gli zii. Durante una gita scolastica a un laboratorio scientifico Peter viene morso da un ragno geneticamente modificato. Ben presto si renderà conto di non aver più bisogno degli occhiali da vista e di essere in possesso di poteri molto particolari. Ma da un grande potere derivano grandi responsabilità.”