Il futuro di Spider-Man è sempre più incerto.
Nella giornata di ieri, Deadline ha riportato la notizia della “separazione” tra Sony Pictures, detentrice dei diritti cinematografici dell’Uomo Ragno, e Marvel Studios, casa di produzione che aveva inserito il personaggio nel proprio Universo Cinematografico grazie ad un accordo stipulato nel 2015.
Il suddetto accordo, con il quale abbiamo visto Tom Holland muoversi nei panni di Spider-Man all’interno dell’MCU da Captain America: Civil War (2016) fino al recente Spider-Man: Far From Home (2019), è stato definito “uno degli accordi commerciali più importanti degli ultimi 10 anni”.
Mentre la Sony usciva dal clamoroso flop di The Amazing Spider-Man 2, la Marvel stava attraversando un brutto periodo dopo l’uscita di Thor: The Dark World.
L’accordo
La proposta così semplice da essere redatta in sole cinque pagine.
I Marvel Studios avrebbero usato Spider-Man in un loro film (Captain America: Civil War) e in cambio si sarebbero occupati della realizzazione di due film solisti, prodotti interamente da Sony Pictures.
Da queste pellicole, la Disney avrebbe ottenuto soltanto il 5% degli incassi provenienti dal primo giorno di proiezione e avrebbe guadagnato con i diritti del merchandising, acquistati prima di Homecoming per 150 milioni di dollari e per i quali paga 30 milioni all’anno alla Sony.
Il contratto è stato poi modificato per includere il personaggio in Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, considerati come un solo progetto grazie alle riprese back-to-back e quindi più facili da giustificare a livello legale.
La Disney si è “accontentata” di un compenso non troppo elevato perché, all’epoca dei fatti, molti analisti finanziari non erano sicuri del successo che le pellicole di questo genere avrebbero potuto avere negli anni a venire. D’altro canto, tutti sapevano che Spider-Man era una delle poche proprietà già di successo e con un potenziale immediato.
Come sappiamo, l’accordo è stato vantaggioso per entrambe le parti: la Marvel ha potuto integrare il personaggio nel proprio universo, aprendo nuove possibilità di storytelling e guadagnando in termini di qualità, mentre la Sony ha ricevuto in cambio la revitalizzazione di una delle sue più grandi proprietà intellettuali, tanto da diventare il suo franchise più redditizio (superando la saga di 007).
Iniziano i problemi
Quello che sembrava un accordo felice da entrambe le parti, in realtà iniziava a nascondere dei contrasti sempre maggiori tra le due major.
Stando a quanto riportato dagli insider americani, Sony Pictures ha fatto pressioni sulla Disney per accelerare i tempi di produzione del sequel di Homecoming, volendo sfruttare prima possibile il ritrovato successo del personaggio.
I Marvel Studios, immersi nella progettazione della Fase 3 e nella lavorazione di Infinity War ed Endgame, sono stati costretti a modificare la propria tabella di marcia per inserire forzatamente un sequel non previsto.
La questione è continuata quando, a Dicembre dello scorso anno, la Disney ha costretto la Sony a rimandare l’uscita del trailer di Far From Home, temendo per la campagna promozionale di Endgame e per la fuga di notizie sulla trama dei due film, strettamente legati a livello narrativo.
Successi imprevisti
L’enorme successo al botteghino, però, ha avuto delle conseguenze. Il dirigente Sony Tom Rothman, entusiasmato dai buoni incassi di Venom, dai record infranti da Spider-Man: Un Nuovo Universo e dal traguardo raggiunto da Spider-Man: Far From Home, ritiene di riuscire a produrre dei film di successo basati sul mondo di Spider-Man senza l’aiuto dei Marvel Studios.
In casa Disney, lo stesso traguardo ha convinto Alan Horn e Bob Iger del valore del personaggio, che grazie al tocco creativo dei Marvel Studios e sotto la guida di Feige è riuscita a raggiungere il miliardo di dollari al box office mondiale.
La separazione
Le due case di produzione si sono trovate in un conflitto di interessi: da una parte la Sony, che si è accorta di quanto davvero la proprietà possa fruttare all’azienda, senza tener conto del merito di Feige e dei Marvel Studios per questo successo; dall’altra la Disney, che dopo l’acquisto della 20th Century Fox ha deciso di avviare una politica più attenta al guadagno per recuperare le enormi spese.
La vera e propria rottura è avvenuta quando la Disney si è offerta di alzare il proprio contributo nelle spese di produzione — con conseguente aumento del compenso — almeno al 30% in un accordo di co-finanziamento.
Per tutta risposta, la Sony di Rothman ha rifiutato i nuovi termini dell’accordo senza proporre una contro offerta, il che ha portato all’uscita dei dirigenti Disney dal tavolo delle trattative.
La risposta della Sony
Ovviamente, la risposta della Sony Pictures non si è fatta attendere.
Tramite un comunicato stampa, la compagnia ha dichiarato:
Siamo delusi dell’uscita di Kevin Feige dal franchise. Rispettiamo la decisione della Disney di non continuare ad averlo come produttore del prossimo film in live-action di Spider-Man.
Speriamo che la situazione possa cambiare in futuro, ma comprendiamo che le responsabilità che Disney gli ha affidato — incluse tutte le nuove proprietà Fox — non gli dia tempo per lavorare ad una proprietà intellettuale che non sia di loro proprietà.
Kevin è grandioso, e noi siamo eternamente grati per averci aiutato a tracciare un percorso che continueremo a seguire.
Chi ha ragione?
Sappiamo tutti che la Disney è una delle compagnie d’intrattenimento più grandi del mondo, che riesce a dettare legge sul mercato come nessuno aveva mai fatto prima.
La Sony, azienda ben più piccola, non ha intenzione di lasciarla guadagnare più di quanto non faccia già, soprattutto se devono rinunciare ad una parte degli incassi della loro proprietà più fruttuosa.
La proposta della Disney è senza dubbio guidata dal profitto, ma c’è di mezzo anche il fattore qualità: la Sony possiede i diritti cinematografici di alcuni dei franchise più famosi del cinema (Ghostbusters, Men in Black, James Bond – 007, Jumanji e Blade Runner per citarne alcuni), ma spesso una cattiva gestione da parte dei produttori li ha penalizzati sulla qualità delle pellicole — e di conseguenza sugli incassi.
Ciò che la compagnia di Rothman non riesce ad ammettere è il ruolo chiave che i Marvel Studios, sotto forma del controllo creativo di Kevin Feige, hanno giocato nel successo degli ultimi film di Spider-Man, successo che ha avuto una eco non indifferente su altri prodotti Sony completamente slegati dall’MCU (Venom, Spider-Man: Un Nuovo Universo) e che ha restituito alla major un’immagine errata della realtà.
Ragionando in termini economici, è giusto che la Sony voglia in qualche modo frenare gli incassi inarrestabili che la Disney continua a macinare (quest’anno ha incassato più di 8 miliardi di dollari e ha ancora parecchie pellicole in uscita, da Maleficent a Frozen e Star Wars), specie se provengono da una loro proprietà.
Ma d’altro canto, come può una mossa simile giovare all’immagine dell’azienda? Rimuovere improvvisamente lo Spider-Man di Tom Holland dall’MCU — la versione attualmente più amata dai fan — per buttarlo in una mischia di film dal dubbio futuro (Venom è stato demolito dalla critica e gli analisti stimano che Morbius non avrà un grande successo) avrà grosse ripercussioni negative sul box office, nel caso in cui la Sony deciderà di procedere con un nuovo reboot sul personaggio.
Il destino di Spider-Man
Secondo quanto riportato da Variety, la Sony Pictures ha attualmente in sviluppo altri due film sull’Uomo Ragno, che vedranno il ritorno di Tom Holland nei panni del protagonista, prodotti entrambi da Amy Pascal.
Il problema è che questi film non potranno menzionare gli eventi delle pellicole precedenti, né esplorare il viaggio di Peter Parker dopo Far From Home.
Siamo quindi di fronte ad un soft reboot, che potrebbe non sembrare sconvolgente (il volto di Tom Holland rimane) ma che non avrà nulla in comune con lo Spider-Man che abbiamo imparato ad amare nel mondo degli Avengers.
Per i Marvel Studios non sembra essere un problema immediato, visto che la Fase 4 (leggi il nostro speciale) è già affollata e piena di personaggi straordinari.
Ma andando avanti come faranno senza il personaggio che, nell’ultimo film, sembrava essere stato scelto come volto della nuova formazione dei Vendicatori — e del futuro dell’MCU?
Un nuovo universo
Se le due parti non arriveranno ad un compromesso, sarà una perdita per entrambi. La Marvel non sarà in grado di risolvere il cliffhanger finale nei prossimi film, mentre la Sony non riuscirà mai più a raggiungere incassi così alti senza il boost ricevuto dal Marvel Cinematic Universe.
Proprio pochi giorni fa, Phil Lord e Chris Miller (produttori di Spider-Man: Un Nuovo Universo) avevano annunciato la lavorazione di numerose serie TV in live-action basate su personaggi provenienti dal mondo di Spider-Man, confermando i piani della compagnia di espandere questo universo.
Esiste la possibilità che la Sony decida di inserire il personaggio in Venom 2 e avviare un nuovo universo narrativo, ripescando i piani abbandonati dopo il flop di The Amazing Spider-Man 2.
Ma come reagirà il pubblico ad un film con Tom Holland senza nessun collegamento con l’MCU? Non è una reazione della quale lo studio non può tenere conto.
Secondo l’analista Steven Birenberg:
Ci sono troppi soldi in gioco per rinunciare in questo modo. Il miglior interesse per entrambe le compagnie è raggiungere un punto di incontro.
Spider-Man è diventato una parte importante dell’MCU, ci sono grandi piani per lui, che verrebbero annullati nel caso in cui la Sony dovesse procedere senza l’appoggio di Feige.
Per la prima volta dall’inizio di questo universo, il futuro dei supereroi non è mai stato così incerto, e sarà difficile raggiungere di nuovo l’altissimo livello imposto dall’ultimo film degli Avengers.
1 commento
Uao sony si è presa ben il 95 % dei profitti di spider-man far from home, e alla disney solo il 5 %. Uaooo che schifo, se presa tutto. Proprio mo che mi hanno fatto affezionare con questo film a Tom Holland, nasce questo disaccordo tra sony e disney. Homecoming non mi è piaciuto, ma Far from home e stato spaziale. Gli do ragione alla disney che intende rinegoziare, cioè è come lavorare 7 gioni su 7 per 10 ore al giorno e il tuo datore di lavoro ti paga 400 euro al mese. Mettete gli interessi da una parte per una volta e pensate hai fan che vivono di marvel, di supereroi e che cavolo vi prendete milioni di milioni. Ridateci spider-man.