DC Comics ci propone una nuova storia dedicata al mito di Wonder Woman.Sono trascorsi 75 anni da quando William Moulton Marston ha creato Wonder Woman con l’obiettivo di poter dare un simbolo alle donne, un modello che fosse in grado di portare avanti con forza le loro idee e il loro mondo.
Il personaggio è entrato di prepotenza nei cuori dei fan di tutto il mondo, rappresentando un vero e proprio simbolo nel corso degli anni. Ora con l’uscita del film nelle sale cinematografiche (qui la nostra recensione), RW Edizioni ha pubblicato Wonder Woman: Terra Uno, storia di Grant Morrison che rivisita le origini del personaggio in maniera moderna, ma allo stesso tempo provocatoria e perché no, anche divertente.
Grant Morrison non ha certo bisogno di presentazioni, ed è considerato una vera e propria “rock star” nel mondo dei fumetti grazie al suo stile innovativo e riconoscibile. La sua è una storia di origini audace, che riprende le tematiche del creatore del personaggio William Moulton Marston, rappresentando una protagonista forte, sensuale e coraggiosa e trattando temi “pesanti” come sottomissione, femminismo e maschilismo in maniera assolutamente diretta, anche grazie alle ottime tavole di Yanick Paquette.
Si inizia dalle origini classiche e della creazione del mito dell’eroina: Partendo da una scena del presente, si passa rapidamente ad un flashback che porterà Diana ad abbandonare le sue “sorelle” dopo aver salvato sulle spiagge della sua terra l’aviatore Steven Trevor. La scelta di riportarlo a casa scatena l’ira della Regina Ippolita e delle sue sorelle, che temono che Diana possa rivelare al mondo la loro esistenza e di metterle in pericolo.
Diana scoprirà quindi che oltre il suo paradiso esiste un mondo dominato dall’uomo, pericoloso e pieno di difetti. Lei stessa dovrà convivere con il rischio di rivelare al mondo l’esistenza delle sue origini e della sua terra.
Morrison decide di esplorare la formazione di Diana e l’abbattimento dei pregiudizi: lei è nata in un luogo in cui la figura femminile è al centro di tutto e si ritrova catapultata nel vero mondo in cui deve confrontarsi con una realtà pericolosa e sconosciuta, dove la figura della donna è invece sottomessa. Cosa comporterà questo divario culturale per la protagonista?
Questa ed altre domande sono alla base della narrazione dello sceneggiatore, che reinventa Wonder Woman con una storia di origini semplice, magari anche scontata, ma chiara sia a livello di dialoghi (alcuni molto scurrili) che di immagini, diretta come piace ai lettori.
Il lavoro di Morrison lo abbiamo già analizzato, ma un merito va anche al disegnatore Yanick Paquette che realizza Diana e le amazzoni come donne bellissime, maestose e provocanti senza mai esagerare. Il loro modo di comportarsi non è forzato, anzi, si presentano al mondo con un’ingenuità dei comportamenti, splendide ed allo stesso tempo guerriere micidiali.
La cosa che ci ha lasciato un pochino non del tutto soddisfatti è la pochissima azione vista: va bene affrontare le origini del mito, va bene dare una nuova linfa a Diana, ma considerato lo spessore della protagonista, un pochino più di azione, anche nel finale non ci sarebbe dispiaciuto, considerando che spesso troviamo una Diana troppo arrendevole.
75 anni sono tanti e tenere sempre alte le aspettative non è facile. Nonostante tutto abbiamo tra le mani un buonissimo inizio per qualcosa di interessante nel futuro. Ogni tanto riscoprire le origini del mito fa bene e fornisce la possibilità ai nuovi lettori di avvicinarsi a questo storico personaggio, esplorando situazioni inedite e retroscena interessanti. Il tutto in maniera assolutamente diretta, con una storia adulta che affronta tematiche che oggi più che mai solo al centro di discussioni quotidiane.