Dick Grayson arriva a Detroit dopo la rottura con Batman ed il suo percorso lo porterà ad essere leader di un nuovo team di eroi.
Nel settembre 2014 il network americano TNT ha ordinato una serie live action dedicata ai Teen Titans, ma alla fine pochi mesi prima delle riprese del pilot ha deciso di interrompere la produzione, annullando di fatto il progetto.
Malgrado la cancellazione Geoff Johns, CCO di DC Comics, ha più volte rassicurato i fan sul futuro della serie e circa un anno dopo è stato annunciato ufficialmente un nuovo progetto legato alla squadra: Titans, una nuova serie TV distribuita sulla piattaforma di streaming DC Universe, focalizzata principalmente su Robin, Starfire, Raven, Beast Boy, ma con comparse di altri personaggi dell’universo DC – tra cui la Doom Patrol.
Rispetto alle altre serie della DC, questa nuova versione dei Titans si è subito fatta notare per una direzione decisamente più cupa e violenta, che ha fatto storcere il naso ai fan più puristi. Inoltre la notizia di un Batman omicida e di Dick Grayson che decide di allontanarsi per non diventare come lui rivelata poco prima dell’uscita della serie non è stata certo accolta in maniera positiva ed ha scatenato diverse lamentele. Infine anche le critiche al casting hanno fatto a lungo discutere, basti pensare al look di Starfire e agli insulti razziali rivolti alla sua interprete Anna Diop sui social.
Nonostante ciò la serie ha attirato l’attenzione di molte persone mostrando diversi elementi positivi e potrebbe avere le carte in tavola per ribaltare una situazione difficile, al punto che è stata già rinnovata per una seconda stagione. Il 12 ottobre in America è uscito il primo episodio sulla piattaforma di streaming DC Universe (qui in Italia arriverà entro l’anno grazie ad un accordo di distribuzione con Netflix) ed ha tentato di gettare le basi a qualcosa di nuovo e diverso da quanto visto con l’Arrowverse. Ma ci sarà riuscita? Ve ne parliamo in questa recensione, dove analizziamo pregi e difetti.
La prima puntata ovviamente serve principalmente ad introdurre i nostri protagonisti: Robin, Raven, Starfire e Beast Boy. Se da un lato si cerca di prendere le distanze dall’Arrowverse, dall’altra ci ritroviamo in uno show un po’ asettico, ma tenete sempre presente che si tratta della prima puntata, che deve principalmente introdurre l’universo narrativo e questo non può dare giudizio su tutta la serie.
Anche se questa versione di Batman assassino pesa parecchio, considerando che si parla della regola fondamentale del suo credo che lo accompagna da anni, proviamo a trattarla come un semplice Elseworld e passare oltre.
L’inizio della puntata fa capire che la serie è molto vicina alle tonalità ed al contesto iniziale del DCEU, ma nonostante ciò non appartiene allo stesso universo narrativo (ci sono alcuni indizi che lo confermano, come il casting di Joivan Wade per il ruolo di Cyborg in Doom Patrol).
La storia si colloca in un momento in cui Robin prende le distanze dal suo mentore e decide di combattere contro il crimine alla sua maniera, diventando anche ispettore di polizia nella città di Detroit. In questo momento ci troviamo davanti a noi un Dick Grayson più maturo, nella prima fase che lo porterà a diventare Nightwing.
Troviamo poi Rachel Roth, giovane ragazza con poteri decisamente inquietanti (resi su grande schermo nel migliore dei modi), fortemente connessa con Robin poiché rivive spesso il tragico incidente della morte dei genitori di Dick tramite alcune visioni e sequenze oniriche. Di lei scopriamo poco, tranne il fatto che qualcuno la sta cercando e qui si rivolge a Grayson per farsi aiutare.
Totalmente sconnessa dai fatti di Detroit è Kory Anders, Starfire, che si ritrova senza memoria a Vienna ma che alla fine parte alla ricerca di Rachel. Beast Boy invece fa una breve apparizione negli ultimi minuti della puntata, ma niente di così importante per questo episodio.
A livello narrativo c’è poco da dire ed è presto per dare sentenze: tenete sempre presente che si tratta di un pilot e lo scopo è solo quello di mostrare la direzione che verrà presa puntata dopo puntata. Si nota comunque come la serie cerchi di distaccarsi dalle tonalità dell’Arrowverse ed avvicinarsi a quelle delle serie Marvel su Netflix, cercando di impegnarsi a catturare l’attenzione dello spettatore con scene brutali e dirette. Ci lascia sicuramente con un senso di curiosità, ma non è abbastanza.
Non basta una serie a tinte cupe, scene violente (forse anche in maniera gratuita) ed un carattere da lupo solitario di Robin a definire un personaggio e stabilire empatia con lo spettatore. Una cosa che ci ha insegnato Netflix è quella di rendere spettacolari e reali le scene di lotta, dando peso ad ogni singolo colpo, da una semplice spinta all’impatto del pugno del protagonista contro il volto del criminale di turno. Un’atmosfera che non viene ricreata nell’unica scena in cui Dick Grayson si presenta come Robin. Lo scontro con un un gruppetto di criminali in un vicolo trasmette un senso di “finzione”, quasi a livello amatoriale e la violenza/rabbia di Dick Grayson per pestare i suoi nemici è fin troppo eccessiva….e poi abbiamo la frase chiave che ha destabilizzato i fan durante il primo trailer: “fuck Batman”.
Durante il trailer quella frase aveva il suo fascino, non tanto per il significato, ma per il momento in cui viene detta, ma durante la puntata fa crollare completamente tutta l’atmosfera. Il motivo di questa frase ormai lo conosciamo bene, Dick vuole rimarcare la sua scelta di distaccarsi dal Cavaliere Oscuro. Purtroppo nella serie la frase perde tutto il suo peso, arriva solamente nel finale (e parliamo di tanti secondi di attesa), fa pensare ad un Dick che non sapeva come chiudere la scena con effetto. Forse, esclamare Fuck Batman in un altro momento avrebbe avuto tutto un altro gusto.
La sensazione di piattezza riemerge a tratti in alcune scene, vanificando un po’ la resa finale dell’episodio, ma non tutto è da buttare, assolutamente. Dal poco che è stato mostrato, vediamo una Rachel ben caratterizzata, che ancora non comprende i suoi poteri, non è frettolosa e non diventa Raven fin dalla prima puntata, ma crediamo sarà un passaggio graduale anche grazie all’aiuto di Dick e del resto della squadra.
A livello di casting personalmente ho un piccolo dubbio su Dick Grayson: Brenton Thwaites ai miei occhi è risultato forse troppo inespressivo per tutta la puntata, giustificata forse dalla sua situazione attuale. Magari con un’interazione di gruppo qualcosa cambierà.
Realizzare una serie tv su un gruppo di eroi non è mai facile, Marvel’s The Defenders insegna, considerando che bisogna mantenere la tridimensionalità dei protagonisti e le dinamiche interessanti, introdurre ogni personaggio e le sue motivazioni, facendoli poi incontrare senza forzature…il tutto senza intaccare il ritmo e mantenendo alta la posta in gioco.
Titans cerca di fare tutto questo e punta in alto, mantenendo una direzione fin troppo cupa e matura, in netta distinzione rispetto alle tonalità delle serie animate dedicate alla squadra.
Le potenzialità ci sono e sinceramente vogliamo dare fiducia a questo prodotto perchè non è mai giusto condannarlo all’inizio. Certo, bisogna mettere le delusioni ed alcune scelte creative da parte (qualcuno ha detto di Batman?!) per cercare di valutarlo al meglio, ma seguiremo sicuramente le prossime puntate per darvi una valutazione finale del prodotto.