Ecco la nostra recensione senza spoiler su Thor: Ragnarok, in cui analizziamo pregi e difetti di questo terzo capitolo dedicato al Dio del Tuono in uscita il 25 ottobre 2017.
Nella mitologia norrena, il Ragnarok indica la la battaglia finale tra le potenze della luce e dell’ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla quale l’intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato. L’evento è stato affrontato nei fumetti con una storia estremamente cupa, ragion per cui al momento dell’annuncio di Thor: Ragnarok a gennaio del 2014, i fan si aspettavano un film altrettanto dark, che riuscisse a rispecchiare appieno lo spirito eroico e valoroso di Thor -ed a riscattarlo dopo due capitoli non certo eccellenti.
Se aggiungiamo le promesse di pesanti ripercussioni per l’universo cosmico e l’uscita di Avengers: Infinity War ormai imminente, le aspettative erano quelle di un progetto ben radicato nell’MCU, che partisse proprio da dove abbiamo lasciato Thor dopo Age of Ultron, ovvero alla ricerca di informazioni su Thanos e su quello che sta succedendo con le Gemme dell’Infinito.
I Marvel Studios hanno deciso di puntare su un film diverso da quello che si aspettavano i fan, un vero e proprio buddy movie intergalattico ricco di azione e risate in cui il Ragnarok è il motore degli eventi che porterà il Dio del Tuono in un viaggio ai confini della galassia ed in un percorso di consapevolezza ed accettazione del proprio ruolo. E per farlo hanno deciso di ingaggiare un regista come Taika Waititi, che ha impresso una forte vena umoristica nel progetto. Ma si sarà rivelata una scelta azzeccata?
I primi due capitoli dedicati al Dio del Tuono non hanno riscosso un grande successo per la critica e soprattutto per i fan per via di una storyline fin troppo piatta, spesso confusionaria (soprattutto per il secondo capitolo) e per degli antagonisti assolutamente non all’altezza. Questo terzo capitolo si allontana totalmente da tutto ciò, non si nasconde dietro finti riferimenti e non si aggrappa a clichè visti nei primi due capitoli. Anzi, si pone l’ambizioso (e rischioso) obiettivo di portare il protagonista su un percorso totalmente inedito, da cui possa “rinascere” ancor più valoroso di prima. E’ una ventata d’aria fresca, sicuramente un qualcosa di cui il franchise aveva bisogno, sebbene abbia diversi problemi.
Thor: Ragnarok è infatti un film del tutto diverso dalla controparte cartacea, un viaggio nella galassia bizzarro, fuori dagli schemi e molto divertente accompagnato da tanta, tanta mitologia, tra demoni di fuoco, oscure profezie ed altro (che ovviamente non vi spoileriamo). Inevitabilmente si avverte l’influenza di James Gunn con i suoi Guardiani della Galassia, sia a livello visivo con colori sgargianti che per le improbabili situazioni che si vengono a creare, ma anche per un sense of humor che vacilla tra geniale e demenziale e che in alcune parti risulta essere troppo forzato.
Tante risate, ma qualche forzatura.
Come anticipato dalla stampa oltreoceano, si tratta certamente di uno dei film più divertenti mai prodotti dai Marvel Studios, grazie a tantissime battute, autocitazioni e situazioni stravaganti/demenziali. Fortunatamente c’è spazio anche per tematiche più serie e scene drammatiche ed intense, alcune intervallate dalla classica battutina forzata, altre invece volutamente più strazianti.
Peccato per alcuni problemi in fase di sceneggiatura: spesso e volentieri si perde lo scopo principale del film e non si avverte quel senso di “apocalisse imminente”, con l’humor e le situazioni più inaspettate che in diverse occasioni la fanno da padrone, anche esagerando con alcune forzature che si potevano tranquillamente evitare.
Tornando alla trama principale, a distogliere l’attenzione del Dio del Tuono dalla ricerca delle Gemme dell’Infinito sono alcuni presagi ed incubi sulla possibile caduta di Asgard, ampiamente anticipata nei trailer. Sarà questa la causa che smuoverà le acque e che ci porterà ad assistere ad una crescita netta del personaggio e ad un viaggio intergalattico. Da qui si susseguono una serie di eventi concatenati fra loro, che porteranno il Dio del Tuono ad un esilio involontario su Sakaar, rappresentata come una sorta di enorme discarica e dominata dal Gran Maestro (Jeff Goldblum), un despota bizzarro ed egocentrico che fa lottare i suoi gladiatori in un’arena.
Questo arco narrativo stravolge totalmente il personaggio di Thor, che con un nuovo taglio di capelli, una nuova armatura ed armi totalmente diverse dal fido Mjolnir viene trascinato totalmente fuori dal suo mondo ed inserito a forza in un percorso a lui inedito. Questo chiaro adattamento di Planet Hulk purtroppo dura in maniera eccessiva, togliendo inevitabilmente spazio ad Hela ed alla storia principale su Asgard. Qualche scena in meno avrebbe giovato all’intero film, il cui secondo atto a tratti può risultare noioso.
Nonostante la durata eccessiva, la scelta di inserire questa storyline per quanto azzardata non risulta forzata anche grazie all’attesissimo scontro tra Thor ed il Gigante di Giada (che molti attendono sin da The Avengers) che è stato gestito molto bene, sia a livello di bilanciamento che per le ottime scene di combattimento. E’ inoltre presente una citazione che da sola vale il prezzo del biglietto, sul serio. Oltre al “match del secolo”, anche le altre scene di lotta sono assolutamente da lodare e possiamo ammettere di aver visto i migliori combattimenti cinematografici di Thor, con alcune trovate di Waititi geniali.
Thor: Ragnarok è letteralmente guidato dai suoi personaggi.
Chris Hemswort e Tom Hiddleston, rispettivamente Thor e Loki, oramai sono perfettamente immedesimati con i loro personaggi, e abbiamo apprezzato tantissimo il rapporto tra i due che finalmente si è evoluto e sembrerebbe essere uscito da una sorta di circolo vizioso ridondante.
Nei fumetti Thor è un personaggio serio, su questo non c’è alcun dubbio, ma ricordiamo che è stato protagonista di episodi abbastanza scanzonati, basti pensare alle risse per futili motivi con Ercole, alle sfide alcoliche ed alle serate con Sif e con i Tre Guerrieri. Presumibilmente il film si ricollega a questa vena poco seriosa del personaggio, esasperandola eccessivamente. Fortunatamente questo Thor cinematografico non è solamente battute a raffica, ha anche una forte componente eroica e di sacrificio che risalta in questo terzo capitolo (e che lascia ben sperare per il futuro).
Per quanto riguarda Hulk, siamo all’inizio di un arco narrativo che ci accompagnerà fino ad Avengers 4 che sembra promette molto bene. Il film approfondisce il legame tra Banner ed il mostro al suo interno, ma in alcune occasioni sembra che non sia stata resa giustizia al personaggio, rendendolo eccessivamente stupido, a tratti depotenziato e “bambinone”. Fortunatamente, quando c’è da spaccare…spacca!
In merito a Valchiria, interpretata da Tessa Thompson, nonostante le tante critiche iniziali è riuscita a sorprenderci! Un personaggio interessante e mai scontato, con una tragica storia alle spalle che ha trovato rifugio su Sakaar. Oltretutto il distacco fumettistico viene giustificato in maniera più che esaustiva. Siamo curiosi di vederla nuovamente in azione.
Ma una grande standing ovation va a Cate Blanchett, che ha interpretato Hela, la Dea della Morte, in maniera sublime. Ogni minimo dettaglio è perfetto, a partire fierezza che traspare fino alle movenze nei combattimenti. Un personaggio potente, crudele e di carisma, che si fa realmente temere dimostrandosi di essere una buona minaccia. Un altro villain dell’MCU degna di nota…e questa volta è una donna inarrestabile!
Purtroppo anche lei risente di un eccessivo focus sulla storyline legata a Sakaar per quanto riguarda il minutaggio e sicuramente alcuni flashback sul suo passato e maggiori dettagli sulle sue motivazioni non avrebbero guastato.
Una grande lettera d’amore alla visione di Jack Kirby.
Facendo nostre le dichiarazioni di Kevin Feige, possiamo definire Thor: Ragnarok (soprattutto l’arco narrativo su Sakaar) come “una grandissima lettera d’amore a Jack Kirby“. Tutto il pianeta si rifà allo stile del leggendario artista: si passa dal cancello da cui fuoriesce Hulk e dall’aspetto dell’arena stessa fino ad alcuni interessanti adornamenti che compaiono alle spalle del Gran Maestro su Sakaar…e sono presenti persino dei personaggi con un aspetto molto simile a quello dei Celestiali e di altre stravaganti creazioni di Kirby!
In conclusione possiamo ammettere che Thor: Ragnarok è il film più insolito dei Marvel Studios, anche se si allontana totalmente dalla controparte cartacea: è del tutto folle, colorato e divertente, con delle trovate assolutamente geniali ed altre più demenziali (alcune si avvicinano al concetto di trash) ma comunque gradevoli. Il ritmo è dinamico, accompagnato da una colonna sonora perfettamente in linea con le scene, strettamente collegata e funzionale al racconto. E’ un film che avvicina molto la generazione degli anni ’80 per gli innumerevoli richiami che i nostalgici apprezzeranno tantissimo, e nonostante alcune scene troppo dilungate possano annoiare, la presenza di tantissima azione e l’umorismo smorzano questo problema rendendolo un film godibile.
Se cercate una rappresentazione fedele del Ragnarok cartaceo sicuramente rimarrete delusi, ma se cercate un film esuberante, pieno d’azione e con dei combattimenti strepitosi, Thor: Ragnarok fa al caso vostro. Queste tonalità faranno discutere molti fan ma il nostro consiglio è quello di dargli una possibilità!
Ah, quasi dimenticavo, il cameo di Stan Lee spacca e ci sono 2 scene post credit!
1 commento
Senza dubbio gli darò una possibilità ma il troppo humor mi ha sempre dato fastidio…chissà…per ora sono titubante