Grazie a Disney, ieri abbiamo visto in anteprima “Spider-Man: No Way Home”. Ecco le nostre impressioni, rigorosamente senza spoiler.
Oggi esce al cinema Spider-Man: No Way Home, l’attesissimo cinecomic prodotto da Marvel Studios e Sony Pictures che porterà avanti la trama dello Spider-Man di Tom Holland nell’MCU, che si troverà costretto ad affrontare diverse minacce provenienti dal Multiverso.
Ieri pomeriggio la Disney ci ha dato la possibilità di vedere il film in anteprima e, dopo avervi parlato dei primi 40 minuti ed avervi dato in live su Twitch le nostre considearzioni, ora possiamo darvi un verdetto completo rigorosamente SENZA SPOILER di alcun tipo (e senza prendere in considerazione leak, rumor e quant’altro).
Con tutta la gioia del mondo, possiamo ribadire e confermare quanto di buono ci avevano trasmesso i primi 40 minuti di film: Spider-Man: No Way Home è un grandissimo film sull’Uomo Ragno (non facciamo confronti diretti tra pellicole, sarebbe ingiusto visto la portata di questo capitolo) ed ha tutti gli elementi che un fan del personaggio si aspetta.
Si tratta di una storia divertente, emozionante, ricco di cuore ed anche un pochino brutale, scritta e diretta con una passione spropositata verso l’Uomo Ragno, per la sua storia cinematografica e non solo. Ma entriamo nel dettaglio, ancora una volta senza alcun tipo di anticipazioni.
Il fan-service fatto bene… e non solo
Non nascondiamoci dietro un dito, il tanto discusso fan-service è un elemento fondante di questo film, ma soffermiamoci a pensare quanto demonizzato sia il termine in sé, in quanto si perde spesso ogni possibile contestualizzazione, finendo per utilizzarlo come termine esclusivamente negativo.
Il fan-service c’è, ma è perennemente contestualizzato, sia nelle scene in sé, che soprattutto tematicamente. Ogni riferimento ha un suo fine, ogni citazione al passato porta ad uno sviluppo nel presente e, nel migliore dei casi, ad un approfondimento sul passato in questione.
Altro punto poi a favore sta nel fatto che tutti i villain sono trattati con estremo rispetto per la stragrande maggioranza dei casi, riportando le caratterizzazioni dal passato con precisione chirurgica, in alcuni casi potenziandole persino, arrivando al punto in cui non sembra di rivedere gli attori riprendere i ruoli, ma gli effettivi personaggi arrivati dal loro mondo.
Va detto che Spider-Man: No Way Home non è solo fan-service, ma è anche (senza separare necessariamente le due cose), un film colmo di amore per lo Spider-Man di Tom Holland ed il mondo che lo circonda, che fa tesoro di ciò che ha seminato e lo rende ancor più forte. Splendido lavoro fatto in particolare con zia May e MJ, le quali acquistano un maggiore spessore e amabilità rispetto ai due precedenti capitoli.
Soprattutto, il Peter Parker di Tom Holland rimane il protagonista assoluto del film, e tutto ciò che lo circonda arricchisce il suo viaggio come mai era avvenuto. Il suo Spider-Man parte come il giovane eroe dubbioso con una forte riverenza per gli altri supereroi che abbiamo imparato a conoscere nei suoi film, ma evolve sempre più, viaggiando per tutto lo spettro emotivo e dimostrandosi maturo, forte e indipendente.
In soldoni: uno Spider-Man più che mai degno di questo nome. Finalmente possiamo dirlo!
Un “Sinistro” ritorno al passato
I villain si trovano tranquillamente sotto l’ombrello degli elogi fatti qui sopra. In alcuni casi potrebbero far storcere il naso perché trattati con una certa leggerezza, in altri l’impegno messo nel mostrarli è fuori scala, e si rivelano più terrificanti che mai, con una menzione speciale al Goblin di Willem Dafoe, che è, secondo chi vi scrive, probabilmente il villain più terrificante mai visto in un film dei Marvel Studios.
Tutto quel che è necessario venga spiegato viene effettivamente spiegato, e ciò che si può lasciar intuire viene fatto intuire. È fuori dubbio che si tratti delle versioni dei film precedenti, e nonostante ci siano momenti in cui vengono calati nella cornice umoristica propria dei film sullo Spider-Man di Holland (che però è qui molto più leggera rispetto al passato e lungi dall’essere prominente), non mancano momenti fortemente emotivi e/o spaventosi per ognuno di loro, portando su schermo tutto sommato un ritorno soddisfacente dei personaggi, che soprattutto (ed era una grande preoccupazione) non va ad intaccare l’immagine creata nei film passati.
Jon Watts in grande spolvero… i Fantastici Quattro sono in mani sicure?
Il regista Jon Watts imbraccia la macchina da presa con maggiore sicurezza e creatività rispetto ai film precedenti, nei quali si era dimostrato un mestierante senza infamia e senza lode, ma ancora privo di stile, se si vanno ad escludere i vari omaggi fatti ai film di John Hughes.
Qui il regista “osa di più”, come si suol dire. Approdano tecniche registiche come piani sequenza, dolly zoom, zoom su dettagli con tagli frenetici per omaggiare Sam Raimi, attenzione nel costruire scene di dialogo nelle quali si sente una forte umanità e scene viste in prima persona per omaggiare Mark Webb, ed in generale tanta creatività nel comporre l’immagine, nel mantenere la ripresa per uno specifico tempo o concluderla, dandoci modo di vedere come il regista che vide i suoi albori su YouTube sia cresciuto e abbia dimostrato di che pasta è fatto.
Ultimo aspetto da considerare, ma decisamente non per importanza, è il progetto sui Fantastici Quattro dei Marvel Studios per il quale Watts curerà la regia, il quale annuncio aveva lasciato interdette molte persone, le quali saranno però tranquillizzate dopo la visione di Spider-Man: No Way Home, in quanto il regista si è dimostrato in grado di gestire un film ricco di personaggi, bilanciare i toni e riportare una spettacolarità che sarà fondamentale per l’arrivo della Prima Famiglia Marvel nell’universo cinematografico.
In conclusione
Spider-Man: No Way Home è stata, per chi vi scrive, un’esperienza a dir poco soddisfacente, in grado di far ridere, piangere, far battere il cuore e molto altro ancora. Una vera e propria lettera d’amore ai fan dell’Uomo Ragno, nella quale non è, come si poteva immaginare, visibile la mano di una produzione che mira all’esclusivo profitto, ma bensì una fortissima volontà di rendere felici gli appassionati portando grande rispetto nei confronti di ciò che amano, la quale rimane visibile sia che il risultato finale piaccia o non piaccia, ed è quindi da apprezzare anche solo per questo.
Nota a margine: è stato davvero difficile parlarne senza spoiler, motivo per cui lunedì vi proporremo una seconda versione della recensione, questa volta con spoiler.
Spider-Man: No Way Home, la trama del nuovo film Marvel
Diretto da Jon Watts, Spider-Man: No Way Home arriverà al cinema il 15 dicembre 2021.
Nel cast tornano Tom Holland (Peter Parker/Spider-Man), Marisa Tomei (zia May), Jacob Batalon (Ned Leeds), Zendaya (Michelle “MJ” Jones), Tony Revolori (Flash Thompson), Jon Favreau (Happy Hogan) e Benedict Cumberbatch (Doctor Strange). È previsto il ritorno di Jamie Foxx nel ruolo del villain Electro (già visto in The Amazing Spider-Man 2) e di Alfred Molina nei panni di Doctor Octopus (antagonista di Spider-Man 2), insieme ad altri personaggi dei precedenti film di Spider-Man. Il resto del cast include Harry Holland, Arian Moayed e Paula Newsome.
Questa la sinossi ufficiale:
«Marvel Studios’ Spider-Man: No Way Home mostra per la prima volta nella storia cinematografica di Spider-Man la sua identità rivelata, ponendo le sue responsabilità da supereroe in conflitto con la sua vita quotidiana e mettendo a rischio coloro a cui tiene di più. Quando chiede l’aiuto di Doctor Strange per ripristinare il suo segreto, l’incantesimo apre uno squarcio nel loro mondo, liberando i più potenti nemici mai affrontati da uno Spider-Man in qualsiasi universo. Ora Peter dovrà superare la sua più grande sfida, che non solo cambierà per sempre il suo futuro, ma anche quello del Multiverso».
Spider-Man: No Way Home fa parte della Fase 4 dell’Universo Cinematografico Marvel. Leggi il nostro speciale!