Ecco la nostra recensione senza spoiler su Rogue One: A Star Wars Story, il primo spin-off dedicato all’universo di Star Wars, da oggi disponibile nelle sale cinematografiche italiane.
Se l’obiettivo principale di Rogue One: A Star Wars Story era quello di mostrare un film diverso, ma allo stesso tempo incredibilmente familiare, possiamo dire che la produzione è riuscita totalmente nell’intento. Una storia cupa, che non lascia spazio agli elementi più giocosi della saga e che ci trascina in quello che è il momento più triste e buio della galassia: quello dell’Impero e dell’ascesa della Morte Nera, quello in cui la Ribellione è chiamata ad affrontare l’impossibile.
Al centro di tutto troviamo gli ormai noti piani della Morte Nera e la storia di una ragazza piena di rabbia e rancore, Jyn Erso, la cui presenza è cruciale per lo svolgimento della trama. Quello che poteva essere un semplice racconto sintetizzabile in poche righe – di cui tutti sappiamo la fine – è diventata una storia di sacrificio, di guerra e di sentimenti. Una storia di ribellione e di speranza. Ed è proprio questa la forza del film.
Una storia che valeva la pena raccontare
Rogue One è un film intenso, emozionante e che cresce fino ad un terzo atto che, complici un insieme di sequenze emozionanti, risulta essere uno dei migliori tra tutti quanti i film della saga, che riesce a mettere in secondo piano ogni errore presente nei primi due atti. Sotto questo punto di vista, il regista Gareth Edwards ha svolto un ottimo lavoro, proponendo inquadrature tipiche dei grandi classici di guerra e combattimenti spaziali tra X-wing e Caccia TIE assolutamente memorabili. Ad Edwards va dato il merito di aver confezionato una pellicola che reincarna lo spirito originale di Star Wars, godibile sopratutto da tutti coloro che sono affezionati alla prima trilogia. Quella storica.
Naturalmente il film non è esente da problemi: inizialmente risulta infatti confusionario e slegato, lasciando lo spettatore interdetto – anche per la rapidità con cui vengono narrate le scene. Inoltre (senza fare spoiler) abbiamo notato un utilizzo spropositato della CGI in determinate sequenze e su determinati personaggi, che li rendono…strani.
La guerra al centro di tutto
Rogue One può essere definito un film di guerra, un approccio del tutto differente all’universo di Star Wars che si è rivelato vincente. Certo, alieni, uniformi, droidi, ologrammi, costumi e persino baffi e basette rendono questo spin-off incredibilmente familiare per tutti i fan della saga, ma sono presenti molti elementi che lo rendono al tempo stesso inedito. La Forza è ormai entrata a far parte della mitologia, una vaga speranza a cui fanno affidamento in pochi, lasciando ampio spazio allo spirito militaresco. Pur mancando sangue e violenza, sopratutto se paragonato ai grandi classici di guerra, assistiamo a delle scene toccanti, che esaltano tutto il significato che c’è dietro la ribellione.
Oltre a quello che possiamo definire il miglior combattimento spaziale nella saga sin dal momento dell’esplosione della prima Morte Nera, Rogue One presenta il maggior numero di scontri a fuoco visti nei vari film, ponendo la guerra tra Impero e Ribellione al centro di tutto: AT-AT che si scontrano con X-Wing in location da sogno – paragonabile a Bora Bora – ed ai loro piedi combattimenti tra forze truppe imperiali e ribelli che ricalcano (con le dovute cautele) i grandi classici, come lo sbarco in Normandia.
Dal punto di vista visivo, il film è promosso a pieni voti: atmosfere uniche, pianeti inquietanti ed oscuri che si mischiano con location da sogno non hanno nulla da invidiare ai precedenti capitoli. Inoltre è da lodare la colonna sonora di Michael Giacchino che, accompagnata da pochi brani originali di John Williams, riesce ad enfatizzare le sequenze nel migliore dei modi, ricalcando le sonorità della prima trilogia.
Non c’è nessun eroe, nessun Luke, Obi-Wan Kenobi o grandi nomi pronti a risolvere la situazione. Questo è il racconto di coloro che “si sporcano le mani”, che finora non avevamo mai visto in azione ma che hanno contribuito a fare la storia. Sia i personaggi principali che quelli secondari sono ben scritti ed hanno un importante ruolo all’interno della trama; abbiamo apprezzato molto l’interpretazione di Felicity Jones nei panni di Jyn Erso, un personaggio distaccato e pieno di rabbia, che ha un passato difficile con cui dovrà fare i conti.
Nel film viene inoltre enfatizzata tutta la potenza dell’Impero, merito del Direttore Krennic (interpretato da Ben Mendelsohn) e sopratutto di lui…del personaggio che ha fatto la storia del cinema.
Una scena ben precisa di Darth Vader descrive esattamente la sua essenza ed il suo terrificante potere. Una sequenza che merita di essere vista più volte. Una sequenza che ci ricorda come mai viene considerato da molti il miglior villain della storia cinematografica. Una sequenza perfetta ed angosciante.
Rogue One è un film coraggioso, nato in primis per i fan di Star Wars. Quelli veri. Quelli che sanno riconoscere ogni singola referenza e citazione, dalle più evidenti a quelle più nascoste. Chi non segue assiduamente questo magico universo potrebbe rimanere confuso e non capire tutti i passaggi; chi invece è cresciuto a pane e Star Wars si sentirà nuovamente a casa. Tutto combacia in maniera perfetta, dalla prima alle ultimissime scene, in cui sembra davvero di essere dentro Guerre Stellari del 1977.
Un film di guerra cupo e poco fiabesco, che allo stesso tempo riesce a riportare la magia di Star Wars. Quella che incanta, capace di lasciare lo spettatore incollato alla poltrona con le lacrime agli occhi per lo stupore.
Se l’Episodio VII ha giustamente aperto innumerevoli questioni che verranno approfondite in seguito, Rogue One ha colmato tutte le lacune, fornendo innumerevoli risposte a quesiti finora irrisolti.
La domanda a questo punto è solo una: a quando il prossimo spin-off? Nella “nostra” galassia lontana lontana sono presenti ancora tantissime storie mai svelate, che attendono solamente di essere raccontate!