Dopo House of X, tocca all’altra mini testata fare il suo esordio per completare la visione di Hickman.
E’ tempo di ricominciare per i mutanti e grazie alle miniserie House of X e Powers of X, i mutanti sono pronti a lottare per il primato in casa Marvel. Powers of X rappresenta l’altra parte della grande visione di Jonathan Hickman e cercare di completare il quadro prima dell’arrivo di Dawn of X, la testata regolare dei mutanti nel rilancio editoriale fresh start. Se HoX ha il compito di presentare, intrigare ed acchiappare i lettori fin dall’inizio, PoX ha il compito di spiazzare e stordire totalmente. Vi dico solamente che alla fine del primo numero mi sono trovato a farmi tante teorie sulla vastità di possibilità future e su quello che ci aspetta.
Partite con una premessa: Powers of X #1 si legge in realtà Powers of Ten. Perchè? Il racconto di questa rifondazione mutante è un’unica storia che si snoda tra due miniserie e un albo completa l’altro e sopratutto perchè questo numero allarga gli orizzonti visti in House of X e l’intera opera prende il nome di world-bulding.
Ma entriamo nel dettaglio!
La prima tavola si apre in una struttura totalmente in orizzontale, con vignette che raccontano giochi di sguardi e scambi di pensieri tra Xavier e Moira McTaggart e si arriva alla prima sequenza narrativa della storia che fino a quel momento era apparsa come una visione del professor X. Come detto, il titolo va inteso come potenza di dieci ed ecco che abbiamo anno 1, anno 10, anno 100 e anno 1000, portando Hickman a lavorare su passato, presente e futuro. L’anno 1 è un breve sipario che ci mostra Charles e Moira in una versione giovane.
L’anno 10 si svolge nel presente e offre un breve antipasto di dell’intreccio delle due miniserie. L’anno 100 ci porta nel futuro dove infuria la guerra tra Sentinelle capitanate da Nimrod e i mutanti della successiva generazioni chiamate chimere, con leader Sinistro. L’anno 1000 invece è un futuro remoto dove la fazione dell’intelligenza artificiale sembra aver preso il sopravvento su ogni cosa.
Senza entrare troppo nei dettagli (vi priverei del piacere della lettura), va detto che ogni vicenda di ogni epoca ha un suo personaggio chiave, sopratutto la chimera Rasputin che racchiude speranze, contraddizioni e problematiche simbolo degli X-Men.
Difficile chiedere di meglio di R.B. Silva alle matite, usando le giuste inquadrature dove sottolinea espressioni dei personaggi in maniera perfetta. Ad oggi Silva rappresenta uno dei migliori in circolazione in casa Marvel e lo ha sempre dimostrato, ricordando un po’ il lavoro di Immonen, altro celebre autore in grado di dare grande forza alle inquadrature espressive.
L’intero albo esprime graficamente questo misterioso legame unificando i quattro capitoli in un’atmosfera particolare, grazie anche all’ottimo lavoro dei colori. C’è da domandarsi però una cosa: come saranno legati tra di loro queste due serie? Quale sarà la rivoluzione che cambierà il destino dei mutanti? E sopratutto: sarà il solito futuro oscuro da scongiurare o Hickman ha in mente qualcosa di diverso?
Il grande pregio di Powers of X #1 è quello di completare in maniera perfetta House of X #1: a differenza dell’altra serie, PoX ha la capacità di colpire duro, in maniera energica e più vasto. Inizialmente sarà difficile orientarsi in mezzo a tutte queste informazioni, indizi, sviluppi e allusioni sparse nella storia e quindi il lettore che ama le storie lineari si troverà un po’ smarrito. Ma se si vuole ambire a qualcosa di grande, bisogna anche cambiare certe regole narrative e dare spazio alla totale creatività, stravolgendo tutto e dare una storia che alla fine sarà chiara.
Esattamente come HoX, anche PoX si presenta nel migliore dei modi e lascia ben sperare per il futuro fumettistico dei mutanti, che negli ultimi anni è stato fortemente travagliato.