Il Diavolo Custode torna su Netflix nella sua terza stagione. Reggerà il confronto con le precedenti?
Nell’aprile del 2015 uscì su Netflix Marvel’s Daredevil, serie che inaugurava l’accordo tra Marvel Television ed il colossale servizio di streaming statunitense. La prima stagione divenne un fenomeno, era curata nei minimi dettagli, con un tono ben distinto dagli altri prodotti inseriti nel Marvel Cinematic Universe, un’ottima scrittura, buon ritmo ed un grande rispetto per la controparte cartacea.
In questo 2018 ci siamo trovati davanti alla terza stagione della serie, che non ha affatto deluso le aspettative. Marvel’s Daredevil stagione 3 può tranquillamente essere considerato come uno degli apici non solo del connubio Marvel-Netflix, ma delle trasposizioni fumettistiche in generale.
Vi avvisiamo che NON ci saranno spoiler in questa recensione e che una volta letta, potrete fruire tranquillamente della terza stagione.
Trama e personaggi
Questa stagione prende diversi elementi dalla controparte cartacea e riesce a sorprendere non solo gli spettatori meno edotti per quanto concerne la parte fumettistica, ma anche i lettori più accaniti. Le storie prese principalmente in esame sono due: Devil Rinascita e Il Diavolo Custode, due racconti che seguono uno stilema vincente per il personaggio, un cammino rovinoso che lo mostra nella sua caduta, rendendo però il suo ritorno ancor più glorioso.
Un fattore molto interessante è come in questa stagione la dualità di Daredevil e Matt Murdock sia ancor più marcata, in quanto il Diavolo di Hell’s Kitchen non è più interessato a continuare la sua vita civile. Come recitava la copertina di Daredevil #184: “Niente più bravo ragazzo”, ed è la perfetta definizione del modo in cui Matt agisce. Lo vediamo da prima sperduto, combattivo ma vinto dalla vita, quasi arreso ed in perenne conflitto con Dio, accentuando una tematica religiosa sempre presente nelle sue storie. Seguiamo quindi il suo cammino nell’oscurità, ma nonostante le mille difficoltà non cessa mai di farci tifare per lui, anche se continuiamo a temere per la sua vita e per quella di tutti gli altri protagonisti, ed è questa la forza della narrazione di Marvel’s Daredevil, che prende il punto cardine delle più famose avventure del personaggio: un cammino dell’eroe tra mille difficoltà, elevandolo al punto da farci dubitare che le cose si andranno a concludere con un lieto fine. Tutti noi sappiamo che nonostante le perdite, gli eroi alla fine vinceranno, ma mai come in questa terza stagione le difficoltà sono così tante da farci interrogare sul vero destino di Matt Murdock e dei suoi cari.
Ed è proprio dei principali comprimari che andremo a parlare ora, partendo dalle più persone a cui Matt tiene più in assoluto: Foggy Nelson e Karen Page.
Durante questa stagione assistiamo al percorso di un Foggy Nelson che finalmente ha tutto ciò che ha sognato, tranne la presenza del suo migliore amico nella sua vita. In questa stagione Foggy è più combattivo che mai e propositivo, un uomo retto e coraggioso che, non senza difficoltà, fungerà da voce della ragione mostrandoci la luce in un mondo di tenebre dove sia Matt che Karen sono ormai confinati.
Per quanto riguarda la sopracitata Karen Page, il suo personaggio sarà al centro di un viaggio parallelo a quello di Matt e nel corso degli episodi scopriremo di più sul suo conto, sul suo passato e capiremo come è diventata la donna che conosciamo oggi. Inoltre è protagonista di una delle migliori scene dell’intera stagione per intensità e soprattutto recitazione.
Vediamo in oltre in azione un Wilson Fisk sempre più vicino alla controparte cartacea sia nell’aspetto che nei modi, un calcolatore sempre cinque passi avanti rispetto a tutti, all’apparenza invincibile. Un uomo che riesce a sembrare messo all’angolo dagli eventi, ma che in realtà ha già pianificato tutto da prima che essi venissero messi in moto. Semplicemente il villain perfetto, profondo, spietato ed estremamente minaccioso.
Ai personaggi di cui già seguiamo le avventure da diverso tempo si aggiungono due uomini il cui contributo nella serie è stato oltremodo prezioso: l’agente speciale Ray Nadeem ed il suo collega Dex Poindexter, entrambi vitali per questa stagione.
Il primo dei due ci viene presentato sotto una veste misteriosa ed il modo in cui evolve durante la stagione è senza ombra di dubbio unico. In genere un arco del genere richiederebbe diverse stagioni, ma le menti dietro a Marvel’s Daredevil sono riusciti a mostrarci in una sola stagione un percorso completo di un uomo immischiato in un gioco più grande di lui, ma che si dimostrerà vitale per la causa.
Sull’agente Poindexter si è invece detto molto e a quest’ultimo abbiamo dedicato uno speciale analizzandone l’origine nella sua interezza. Senza fare spoiler possiamo dire questo: il personaggio di Poindexter è assolutamente complesso e di grande impatto. Il suo background e le sue particolari abilità sono resi alla perfezione nel corso della serie e siamo curiosi di sapere di più su di lui. Una bellissima sorpresa.
In conclusione sul punto di vista della trama, la terza stagione di Marvel’s Daredevil fa un lavoro eccellente e completo, regalandoci una storia che unisce tutti i punti focali delle più note storyline fumettistiche riguardanti il personaggio e le reinterpreta, dandoci una storia fresca, colma di azione, drammatica ed emozionante, condita da un ottimo sviluppo dei personaggi che si va a concludere con un finale semplicemente maestoso.
Recitazione
Dopo aver dedicato spazio ai personaggi, passiamo a coloro che gli hanno dato vita: gli attori.
In questa stagione il cast attoriale ci presenta delle interpretazioni semplicemente impeccabili. Ogni emozione è trasmessa dagli attori in modo convincente e mai forzato, passando dai protagonisti agli antagonisti, dai comprimari principali ai secondari.
La sofferenza del cast nei momenti difficili, la rabbia quando si affrontano avversari che sembrano essere ad un passo dalla vittoria, la paura di essere sconfitti e che il loro incubo non si concluda mai. Brillano i villain, ma anche gli eroi, consegnandoci una delle migliori performance di gruppo mai viste in una serie Marvel-Netflix.
Charlie Cox si conferma un eccellente Matt Murdock, in grado di tirare fuori le complesse emozioni che dominano il personaggio senza mai risultare sopra le righe e neanche a dirlo, Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk è assolutamente terrificante, un degno contraltare per il protagonista, ma anche un ottimo attore a se.
Il lato tecnico
Marvel’s Daredevil si conferma impeccabile dal punto di vista tecnico. Un’ottima regia che racconta gli eventi con classe, senza mai enfatizzarli. Che si tratti delle scene d’azione, di tensione o dei momenti di intimità tra i personaggi, la regia che ci racconta gli eventi di questa stagione è sempre puntuale, ottimale e a tratti estremamente creativa.
Un plauso in particolare va fatto al lungo combattimento in corridoio di questa stagione, che forse non raggiunge il livello dell’iconico e analogo scontro avvenuto nella prima stagione, ma che brilla per un’ottima messa in scena: un intero piano sequenza di 11 minuti (girato senza nessun taglio da una sola camera) che ci mostra Matt Murdock combattere contro decine e decine di prigionieri..
Un punto in particolare che rende questa serie accattivante dal punto di vista visivo è sicuramente la fotografia. Le luci tagliate dalle sempre presenti e piene ombre dove si muove il protagonista, i colori che ci comunicano il mood della scena, andando a simboleggiare la rinascita dei nostri protagonisti o l’inferno che stanno passando, l’oscurità in cui sono intrappolati. Un senso di calore nel vederli a casa ed il gelo nel sentirli intrappolati in un luogo distante dalla loro zona di conforto.
Ottimi i combattimenti, che già brillavano direttamente dal pilota della serie. Ogni colpo si fa sentire, ogni movimento è calcolato in base a chi lo compie e mostra lo studio fatto sui personaggi, che immancabilmente si stancano, soffrono, gridano ed affannano col proseguimento dello scontro, dando un senso di realismo senza però limitare la creatività che deriva dal lavorare nel campo super-eroistico.
Colonna sonora
Questa stagione è caratterizzata da una colonna sonora decisamente mozzafiato ad opera di John Paesano. Una colonna sonora che in piena coesione con la stagione in se, ha un ottimo ritmo.
Le musiche sono maestose quando servono, tristi quando è necessario e sanno esaltarci durante i momenti di azione. L’apice di esse secondo chi vi scrive, va di pari-passo con la stagione in se e si presenta sul finale, passando dalla conclusione degli eventi ad un nuovo inizio, mostrando tutta la maestria di chi ha composto e portato alla vita questa colonna sonora.
In conclusione
Nonostante un ritmo che nei primi episodi potrebbe risultare un pochino lento ed alcuni dialoghi eccessivamente lunghi (ma sempre interessanti), la terza stagione di Marvel’s Daredevil è uno dei punti più alti raggiunti dalle trasposizioni fumettistiche nel formato audio-visivo e probabilmente l’apice di esse dal punto di vista televisivo. Una stagione che altro non è che una lettera d’amore per il personaggio e per il suo mondo, per il modo di raccontare storie che lo ha reso grande, esplorando il suo pieno potenziale e portandoci in conclusione, ad un nuovo inizio, gettando le basi per una quarta stagione che dovrà tenere conto del suo predecessore e, come è solito fare Matt Murdock, tenere alta la guardia alzando l’asticella per vincere contro un avversario che per ora, sembra invincibile.
Complimenti allo showrunner Erik Oleson, che è riuscito nell’impresa!