Immaginate un mondo in cui la Civil War non sia mai finita e dove l’intero stato sia diviso tra chi appoggi l’ideologia di Steve Rogers e chi invece quella di Tony Stark. Sarà possibile mettere gli interessi da parte, senza puntare il dito l’uno contro l’altro, per interrompere il conflitto dopo tanto tempo trascorso?
Queste sono le premesse del primo numero di Iron Man presenta Civil War, ambientato durante Secret Wars su Battleworld, che possiamo definire un vero e proprio What if?.
Purtroppo abbiamo dovuto spoilerare alcuni dettagli sulla Civil War originale, quindi se non avete letto il fumetto (o se non volete rovinarvi eventuali sorprese per il film), vi invitiamo a saltare al prossimo capitolo.
Nelle sequenze iniziali scopriamo di come in questa realtà un singolo dettaglio abbia cambiato tutto: siamo in piena Civil War, e durante la battaglia nella “Prigione 42”, qualcuno (la sua identità e le sue motivazioni le scopriremo nel corso della serie) ha fatto detonare una bomba, uccidendo eroi e villain. L’onda d’urto è stata quindi teleportata accidentalmente da Cloak a Manhattan, che nel disperato tentativo di salvare il salvabile ha causato la morte di oltre 15 milioni di persone. Nessuno è quindi riuscito a prendere in mano la situazione, e Steve non ha mai avuto la chance di arrendersi e porre fine al conflitto.
Ricordi quando prendevamo a pugni Kang e basta? Vendicatori uniti?
Charles Soule ha seguito i toni e le sensazioni della Civil War originale di Mark Millar, narrando entrambi i punti di vista dei protagonisti, che temprati da diversi anni di conflitti, hanno smarrito il senso del bene e del male. Anche i disegni di Leinil Francis Yu si concentrano sui personaggi e sui loro stati d’animo, minimizzando i dettagli ed il background.
Il concetto di “Da quale parte stai” ora è diventato geografico, con gli interi Stati Uniti d’America divisi in due: Tony Stark ha preso l’est, denominato Il Ferro, in cui vengono garantite leggi e ordine, mentre Steve Rogers ha preso l’ovest, denominandolo invece il Blu, ed istituendo solamente due leggi: non fare del male a nessuno ed aiuta quando puoi.
Ormai i due protagonisti non sono più eroi, ma semplici generali e soldati, che dopo anni di conflitto, si trovano nella condizione di poter riunire lo stato. Questo incontro tra i due è a nostro avviso il punto di maggior forza di questo primo numero: entrambi i personaggi vengono rappresentati affascinanti e forti, e il loro dialogo è di un’intensità unica, anche grazie ai disegni di Yu.
Armor Wars
In seguito, troviamo un altro racconto: Armor Wars, ambientato nel dominio di Tecnopoli, il regno più digitale e all’avanguardia di Battleworld. In questa storia, la tecnologia ha superato persino l’umanità, e per sopravvivere gli esseri umani sono obbligati ad indossare delle armature. Naturalmente nessuno ricorda niente del passato, tranne alcuni vaghi sogni.
La storia, scritta da James Robinson e con i disegni di Marcio Takara, nonostante rappresenti un futuro distopico piuttosto interessante, non è riuscita a catturare la nostra attenzione, diversamente da quanto avvenuto con Ragnoverso, contenuta in Amazing Spider-Man – Rinnovare le promesse.
In conclusione, questo primo numero di Civil War è un’ottima introduzione ai futuri eventi che segue i toni della guerra civile originale, utilizzandoli come pretesto per raccontare i punti di vista dei protagonisti, non più supereroi, ma generali e soldati temprati da anni di battaglie.
Lo scontro verbale tra Steve Rogers e Tony Stark rimane comunque il punto di forza di questo primo numero, risultando di un’intensità (verbale) unica.