La Prima Famiglia Marvel sta per tornare sulla scena!
La testata dedicata ai Fantastici Quattro è tornata sulla scena. Dopo una lunga attesa dovuta alla scomparsa della metà del quartetto, Marvel rilancia Fantastic Four, con un numero uno scritto da Dan Slott e disegnato da Sara Pichelli uscito ieri in America.
Ci teniamo a precisare nello specifico due cose: non ci saranno spoiler e non parleremo delle altre storie contenute nell’albo, ma ci occuperemo soltanto della principale: Signal in the sky.
Il numero ha come è ovvio che sia dei pregi e dei difetti, partiamo dai pregi, per poi passare alle note dolenti.
Lati positivi
Come è scontato che sia, Sara Pichelli fa un ottimo lavoro. Le sue tavole sono ottime, sia per la regia, per l’interpretazione dei personaggi, rendendoli iconici ma soprattutto rendendoli personali. Come ogni artista talentuosa del suo campo, la Pichelli fa notare la sua firma autoriale ma ci rende possibile guardare quei personaggi e riconoscerli immediatamente, ma forse il suo maggiore punto di forza è un altro: l’espressività di ogni protagonista. La recitazione che Pichelli riesce a trasmettere tramite i volti e la gestualità dei personaggi li rende vivi, credibili, affascinanti, un vero lavoro da maestro.
Un altro punto a favore può essere riscontrato nell’atmosfera, si sente come gli abitanti del mondo Marvel, dai civili agli eroi, sentano la mancanza del gruppo e si percepisce l’entusiasmo anche solo all’ipotesi di un eventuale ritorno del quartetto.
Tornano sulle pagine i comprimari storici, come il buon vecchio Wyatt, compagno di stanza al college di Johnny Storm che ha vissuto non poche avventure col gruppo, o anche Alicia, storica fidanzata di Ben Grimm, arrivando anche al signor Sheckerberg.
Si percepisce una certa atmosfera, come se si fosse parzialmente tornati a casa. Ci sono alcuni sviluppi interessanti, una sorpresa in particolare ed il finale è di certo il punto di forza in questa storia, ma sfortunatamente, non è tutto oro quel che luccica.
Lati negativi
Il mondo del fumetto è oggi diverso da quello che era cinquant’anni fa, ne siamo consapevoli, ed è un bene sotto molti punti di vista, ma sotto alcuni ci sono degli stratagemmi anche comprensibili, che rischiano però di risultare fastidiosi.
Il numero contiene alcuni avvenimenti, due di questi anche importanti, ma nulla più. La storia sarebbe potuta essere benissimo un numero conclusivo di Marvel 2-in-uno – La Cosa e la Torcia Umana in quanto non aggiunge molto al quadro generale alla vicenda dei Fantastici Quattro nella loro interezza, se non alla fine.
L’intero numero risulta più come un numero zero che come il primo numero della testata. Si percepisce la speranza spasmodica di portare i lettori a comprare il prossimo numero, sacrificando l’intrattenimento che deriva dalla storia. L’impressione è quella di aver letto un lungo teaser, o volendo se si volessero utilizzare dei termini televisivi, un “Nelle puntate precedenti”. Si fa il punto della situazione, una questione non completamente trascurabile, questo è chiaro, ma si aggiunge molto poco. Il quadro generale viene arricchito solo di due elementi, uno dei quali è un’anticipazione.
Iniziando questa sezione, non molte righe fa, abbiamo parlato del fatto che il fumetto moderno, per forza di cose differisce da quello passato e questo può portare ad un risultato positivo in molti punti di vista, ma anche negativo, ed il fattore negativo in questione è legato alla eccessiva commercializzazione degli albi. L’impressione è che non si riesca a raccontare una storia unica senza dover dover attendere per diversi mesi, ma la realtà è che non lo si vuole fare, così da portare i lettori a comprare l’albo successivo.
Sappiamo ovviamente che questo avvenimento è importante e che per celebrare al meglio il ritorno della Prima Famiglia Marvel ci sia bisogno di una storia di ampio respiro, che il tutto non possa limitarsi ad un solo numero in un formato standard, ma ciò non toglie che un numero debba raccontare una storia che in conclusione sia soddisfacente.
Non per forza questo significa riportare indietro il gruppo nel primo numero, ma ciò non significa dover spendere tutto l’albo a stabilire la situazione attuale, in quanto se lo si volesse, si potrebbe raccontare una vicenda che si vada a concludere, dando spazio ad un cliffhanger che ci porti a voler continuare la serie. Un esempio di questo può essere riscontrato in un primo numero pubblicato in tempi relativamente recenti dalla Marvel: The Amazing Spider-Man #1, di Nick Spancer e Ryan Ottley, dove viene stabilità la siuazione in cui il personaggio si trova, raccontando al contempo una storia che si va a concludere con un evento importante ed un colpo di scena finale che ci fa sussultare chiedendoci “e poi che succede?”. Slott questo non lo fa, ma si limita a dirci che se vogliamo ciò per cui abbiamo atteso, ciò che ci ha portato a comprare l’albo, dobbiamo aspettare, cosa che abbiamo già fatto per diverso tempo, ed una cosa è sicura: non abbiamo iniziato la lettura di questo albo per aspettare ancora.
In conclusione
Fantastic Four #1 è un numero che ci riporta parzialmente nel mondo dei Fantastici Quattro, ci racconta qualche chicca interessante e ci presenta qualche avvenimento importante, parlandoci di un mondo senza il quartetto, ma che ci lascia alla fine non del tutto soddisfatti. “Ogni fumetto è il primo fumetto di qualcuno” e ne siamo consci, ma ciò non va per forza ad implicare che si debba spendere quasi l’intera storia a raccontare qualcosa di cui i lettori assidui erano a conoscenza. Il finale è effettivamente intrigante, ma in un certo senso è quasi, se non completamente obbligato, nulla di più di ciò che andava fatto, anche se con le tempistiche sbagliate. I fatti obiettivamente rilevanti avvengono nelle ultime pagine e per il resto c’è un intrattenimento semplice, un ricapitolare la situazione che rimarca l’importanza dei Fantastici Quattro per l’universo Marvel. Questo non ciò che ci si dovrebbe aspettare da un primo numero, soprattutto se così tanto atteso.
Ciò significa che la lettura si dovrebbe concludere qui? Ovviamente no, non abbiamo atteso così tanto per mollare al primo ostacolo e siamo curiosi di scoprire cosa succederà nei prossimi numeri.