Siamo stati all’anteprima stampa di Captain America: Civil War, e dopo aver pubblicato le prime impressioni su Facebook, ecco la nostra recensione completa senza spoiler.
Iniziamo con il dire che Captain America: Civil War è il miglior film prodotto dai Marvel Studios, nettamente superiore rispetto al precente Avengers: Age of Ultron e con molte somiglianze con l’acclamato Captain America: The Winter Soldier, sempre diretto da Anthony e Joe Russo.
Dal punto di vista delle motivazioni e dello svolgimento della trama non è un vero e proprio adattamento della Civil War fumettistica di Mark Millar e Steve McNiven, ma ci sono alcuni piacevoli omaggi, che ci ha letto il fumetto saprà sicuramente riconoscere. Se però eravate tra quelli che pensavano che una Civil War potesse funzionare solo con un ampio numero di personaggi, questo film vi farà ricredere.
Se The Winter Soldier era un thriller basato sulla caduta dello SHIELD e sulle trame politiche, Civil War è invece un thriller psicologico, che si concentra sui diversi protagonisti del film in maniera emotiva ed intima.
Stiamo parlando di quella che è la pellicola più matura e dark (termine che ultimamente va tanto di moda) dell’intero Universo Cinematografico Marvel, con alcuni momenti angoscianti e strazianti, compensati in maniera intelligente dal classico sense-of-humor che contraddistingue questo universo.
I Fratelli Russo sono riusciti a realizzare una pellicola che non solo diverte ed entusiasma i fan, ma che offre una vera e propria disamina sul ruolo dei supereroi e sul loro impatto nel mondo che li circonda, andando ad analizzare le inevitabili conseguenze delle loro azioni.
Inoltre, a differenza di molte altre pellicole, Captain America: Civil War si integra perfettamente con l’universo cinematografico Marvel, andando ad analizzare le conseguenze di quanto avvenuto nei precedenti film: La caduta dello SHIELD, Sokovia, Hulk, la battaglia di New York; tutti eventi presi in considerazione nella stesura degli Accordi di Sokovia, con cui l’attività dei Vendicatori viene subordinata agli ordini delle Nazioni Unite. Ma se Tony Stark, ancora in cerca di una strada verso la redenzione dopo gli eventi di Age of Ultron, è favorevole a firmare questo tipo di accordi, Steve Rogers, che ha perso la fiducia nelle istituzioni e nelle autorità e che ritiene che la burocrazia possa solo ostacolare l’attività degli eroi decide di rifiutarsi. Inizia così una prima spaccatura che porterà alla Guerra Civile tra supereroi, in nome delle proprie convinzioni e delle proprie relazioni affettive.
Vedere i personaggi che abbiamo imparato ad amare in tutti questi anni combattersi a vicenda, per quanto emozionante e sbalorditivo, sotto un certo punto di vista è doloroso. La pellicola segna infatti la fine di un’era, quella del Vendicatori Uniti (o quasi) e l’inizio di una fase di deassemblamento, che culminerà con Avengers: Infinity War.
Captain America: Civil War non cade negli stessi errori di Batman v Superman: Dawn of Justice, nonostante alcuni passaggi potrebbero risultare simili, soprattutto su film di tale portata: le scene più discorsive, che possono risultare noiose e talvolta irritanti, in questo caso vengono accompagnate da sequenze d’azione e battute, che in qualche modo riescono ad alleggerire questi passaggi delicati.
Proprio le sequenze d’azione sono tra le migliori viste sinora in un film Marvel. Dopo diversi film insieme, si è creata una certe sinergia tra i membri del cast, che i Fratelli Russo hanno sfruttato per realizzare nuove tipologie di combattimenti coreografici, che enfatizzano le singole abilità di ogni eroe per creare delle scene sbalorditive. La battaglia dell’aeroporto, della durata di oltre 15 minuti, ne è il chiaro esempio; una sequenza che vale da sola il prezzo del biglietto, sul serio.
Nonostante sia il terzo capitolo dedicato alle avventure di Captain America, è difficile pensare ad un personaggio che non sia stato caratterizzato al meglio, a partire da Scarlet Witch (sempre più potente) sino ad arrivare a Scott Lang, e sotto questo punto di vista i Fratelli Russo sono da lodare. Certo, la trama è incentrata maggiormente su Steve Rogers e sulle sue motivazioni, ricollegandosi alle sue due precedenti pellicole, ma abbiamo apprezzato molto l’evoluzione dell’altro protagonista: Tony Stark, qui in versione più matura ed introversa rispetto agli altri film. (a scriverlo è uno che ha sempre appoggiato #TeamCap)
Ancor più che Avengers: Age of Ultron, Tony sente il peso di ogni singola decisione presa e di ogni singola morte causata dal suo “lavoro”, ed è alla ricerca di una strada verso la redenzione.
Tra i personaggi più interessanti troviamo le due new entry del film, Pantera Nera e Spider-Man, che non vengono eclissati dai vari personaggi famosi, ma sanno ritagliarsi un loro spazio. Anzi, in molti casi sono proprio loro ad eclissare gli altri protagonisti.
Chadwick Boseman, si è calato perfettamente nei panni di T’Challa, risultando inizialmente altezzoso ed inamovibile nelle sue idee, quindi più maturo con il passare del tempo. Un personaggio realizzato benissimo a partire dal costume, che non vediamo l’ora di poter vedere nuovamente in azione.
Ma la vera star del film è Spider-Man, interpretato da Tom Holland, che non ci pentiamo di definire la migliore versione del personaggio mai vista in azione. Vederlo finalmente fianco a fianco degli altri supereroi è un sogno che si realizza, anche se è ancora alle prime armi e spesso risulta impacciato; ma sono proprio questi fattori a rendere le sue scene d’azione incredibilmente divertenti.
A differenza delle precedenti versioni del personaggio, che non raggiungevano un equilibrio tra Peter Parker e Spider-Man, Tom Holland risulta eccellente in entrambi le vesti…e Marisa Tomei nei panni di Zia May lascerà a bocca aperta tutti i fan!
Nonostante lo scarso minutaggio, anche Sharon Carter ed il Generale Ross hanno saputo ritagliarsi un loro spazio, a differenza invece di Everett Ross, il personaggio interpretato da Martin Freeman.
Il rapporto di amicizia tra Steve Rogers e Bucky Barnes è al centro di questa pellicola, e nonostante Bucky risulti ancora troppo “piatto”, in alcuni frangenti sembra proprio essere la spalla di Cap, come lo era nei primi fumetti. Questo rapporto tende a rendere il film un vero e proprio sequel di The Winter Soldier; un Captain America 3 piuttosto che un Avengers 2.5.
E’ da apprezzare il lavoro dei due sceneggiatori Christopher Markus e Stephen McFeely, che hanno sollevato alcune interessanti domande sull’attività dei supereroi, rendendo complicato scegliere effettivamente con quale delle due fazioni schierarsi.
Se gli Avengers non rispondono alle Nazioni Unite, è giusto che agiscano autonomamente? E’ giusto lasciare agire indisturbati personaggi del calibro di Hulk o ex killer come Bucky? Non c’è un vero e proprio cattivo tra le due parti, sono entrambi protagonisti ed entrambi antagonisti.
Proprio per questo non c’era bisogno di un vero e proprio villain, quanto di un “manipolatore” come può essere il Barone Zemo, interpretato da Daniel Bruhl. Nonostante il personaggio sia migliore rispetto a molti altri villain, e soprattutto sia quello che abbia fatto maggiormente, risulta a tratti monotono e con delle dubbie motivazioni. Ma se la trama racconta di uno scontro tra Captain America ed Iron Man, il villain passa inevitabilmente in secondo piano, a prescindere dalla sua identità.
In conclusione Captain America: Civil War è uno dei più grandi film strutturati dai Marvel Studios, che può essere compreso affondo solo da coloro che seguono l’universo cinematografico della Casa delle Idee. Stiamo parlando di un enorme film ricco di personaggi, che solleva alcuni grandi interrogativi sull’attività dei supereroi, proponendo una profonda caratterizzazione dei personaggi e delle scene d’azione sensazionali.
Un film di questa portata non può che portare a pesanti conseguenze per l’intero Universo Marvel, soprattutto in virtu di Avengers: Infinity War.
Noi siamo usciti dalla sala pienamente soddisfatti, ci siamo divertiti ed emozionati, e certi momenti sono stati persino angoscianti. Il nostro consiglio è quindi quello di prenotare un biglietto e di vedere il film all’uscita…non ne rimarrete delusi!