Dopo diversi mesi dal suo annuncio e più di un anno atto ad anticipare questa storia, finalmente inizia lo scontro tra Batman ed i tre Joker sulle pagine di Batman: Three Jokers di Geoff Johns e Jason Fabok.
Chi ha ucciso i miei genitori? Si, si, Joe Chill, esatto… Qual è il vero nome del Joker? NO. Non è possibile!
Nel giugno del 2015, questa serie di vignette ad opera di Geoff Johns e Jason Fabok facevano la loro comparsa su Justice League #42, dando inizio ad mistero che avrebbe attirato l’attenzione dei fan e che sarebbe rimasto insoluto per i cinque anni successivi, ma la cui premessa sarebbe stata approfondita nel successivo Justice League #50. Cosa aveva rivelato a Batman la Sedia di Moebius, prodigio della tecnologia in grado di conferire l’onniscenza, di così sconvolgente riguardo l’identità della sua nemesi?
Nel suddetto numero arrivò la risposta: Joker non era più una persona, ma tre. Diverso tempo dopo fu annunciata la mini-serie divisa in tre parti e rilasciata sotto l’etichetta “Black Label” (destinata ad un pubblico adulto), chiamata Batman: Three Jokers, rilasciata il 20 agosto di quest’anno e di cui vi andremo a fare la recensione, tenendo a mente che NON saranno presenti SPOILER, così da potervi permettere di fruire al meglio dell’albo una volta che lo avrete letto.
Il design dei personaggi
L’albo comincia presentando tre situazioni che inquadrano i nostri tre protagonisti: Batman, Batgirl e Red Hood, con dei nuovi costumi ad opera del disegnatore dell’albo, Jason Fabok, che richiama un look classico per Batgirl, molto vicino alla sua prima apparizione, facendo qualcosa di simile per Batman ma richiamando fortemente il costume indossato da Michael Keaton per quanto concerne la cintura, gli stivali, i guanti e la tuta che omaggia la solidità dell’armatura anatomica del film, chiudendo il tutto con Red Hood, che indossa una una versione dark del suo look da Robin per quanto concerne la parte del torso e la cintura tinta di nero con una “R” sulla fibbia (rivelando però due fondine con pistole ai lati), ma conserva le caratteristiche della sua attuale identità indossando l’iconico casco (con sotto la maschera da Robin) e la giacca di pelle nera con effettivo cappuccio rosso.
Un lavoro davvero eccellente da parte di Fabok, che si estende al design dei tre antagonisti, i quali si rivelano parzialmente differenti da quanto anticipato, ma forse per il meglio.
Parliamo della versione di The Killing Joke disegnata originariamente da Brian Bolland, definito “Il Comico“, che ha sparato alla spina dorsale a Barbara Gordon, alias Batgirl, e le ha scattato diverse fotografie da mostrare a Gordon per farlo impazzire e così dimostrare a Batman che, citando Il Cavaliere Oscuro, “La follia, come sai, è come la gravità: basta solo una piccola spinta!”.
Abbiamo poi la versione degli anni 60 o in generale del periodo classico (che si potrebbe dire si estenda dal succitato decennio fino alla fine degli anni 80), definito “Il Clown“, che tra i vari crimini compiuti ha sulla sua fedina l’omicidio di Jason Todd, alias Red Hood, attirandolo in un magazzino ed inseguito colpendolo ripetutamente con un piede di porco, per poi far saltare in aria il posto. Jason sarebbe poi ritornato in vita, ma le cicatrici psicologiche di questo evento sono rimaste, come vedremo poi nella storia.
In conclusione abbiamo il Joker della primissima apparizione, nelle quali veniva presentato come un serial killer di stampo mafioso, qui definito “Il Criminale“. Nella storia viene addirittura richiamata, secondo chi vi scrive in modo magistrale, la primissima vignetta in cui lo si è visto apparire (se si va ad escludere l’iniziale splashpage), dove la sua espressione è triste e crucciata in piena contrapposizione con il suo look. Un lavoro nel richiamare queste versioni ormai iconiche del Clown Principe del Crimine, che Fabok ha compiuto con maestria e minuzia.
Batman: Three Jokers – la La storia
Questo primo numero ha decisamente un ottimo ritmo. Gli eventi si vanno a susseguire in una narrazione dove la gabbia è spesso molto classica, arrivando ad essere stretta e claustrofobica, per poi esplodere in vignette più ampie che forniscono un respiro ed un andatura che si confà perfettamente alle intenzioni della storia, dando al tutto un look molto cinematografico.
Le scene d’azione scorrono con facilità e di sicuro non si risparmiano momenti brutali, ma ci sono anche momenti in cui il passo va rallentato, momenti d’indagine o tensione, riuscendo a confezionare un racconto in cui decisamente non ci si annoia.
L’anima citazionista della storia è poi chiaramente presente, ma non fine a sé stessa. Vediamo le particolarità di questi tre Joker grazie a richiami a storie passate, vestiari, atteggiamenti, comportamenti, rivelando in una modalità che quasi richiama alla meta-narrazione, le varie sfumature che compongono il mosaico del folle clown assassino. Vediamo un Joker buffone in costante ricerca di una gag, un Joker comico anarchico, ed un gangster pianificatore, tutti intenti a dar vita ad un “miglior Joker“, compiendo tra i più disparati atti criminali, contemporaneamente, che rivelano chiaramente la loro personalità. Fabok fa poi un ottimo lavoro su questo territorio, replicando con uno stile che amalgama il suo e quello degli storici autori passati, delle sequenze ormai iconiche.
Per quanto concerne i protagonisti, abbiamo una sequenza iniziale dedicata a Batman che entrerà sicuramente nella memoria dei fan da qui in avanti, dove vengono rivelate le terrificanti conseguenze della lotta al crimine, anche se sarebbe quasi da definire una lotta contro il pittoresco inferno popolato da strani demoni in cui Batman vive, ponendo un chiaro accento sul peggiore di tutti, il Joker, mostrandoci poi quanto il Giullare dell’Ade possa aver portato dolore e sofferenza nella vita degli altri protagonisti.
Il numero riesce ad esaltare quando necessario e sicuramente colpisce duro quando deve. Una sequenza in particolare ha shockato i fan di tutto il mondo, tra cui chi vi scrive, rivelandosi forse il punto più forte dell’intero numero, scatenato unicamente da una frase che vi rimarrà impressa nella mente come “pezzo forte” di uno dei più disgustosi e terrificanti discorsi mai fatti dal Joker.
Per ora le premesse di sono decisamente alte. Questa mini-serie, non obbligata da logiche commerciali ad andare oltre i suoi tre numeri, potrebbe presentarsi come una delle storie più amate sull’universo di Batman o come uno dei flop partiti meglio, questo ancora non possiamo dirlo, ma non c’è assolutamente da escludere la possibilità di restare positivi, soprattutto dopo l’ottima impressione fatta da questo numero scritto e disegnato in modo ottimo.
Vediamo come procederà la caccia ai Joker quando il secondo numero di Batman: Three Jokers verrà rilasciato il 29 settembre negli Stati Uniti.