Il decimo numero della Serie Oro di Tuttosport e Corriere dello Sport, dal titolo Avengers: Colui che gli Dei vogliono distruggere, è un volume che segue due diverse storyline: la prima, composta da Il Grande Tradimento, Armageddon! e Combattiamo per la Terra, racconta lo scontro dei Vendicatori con un loro vecchio nemico, per l’occasione tornato più forte e resistente che mai: Ultron. La seconda storyline, dalla quale prende il titolo questo albo, è composta da Colui che gli Dei vogliono distruggere, Impazzito! e Qualunque Dio esista e racconta invece qualcosa di molto più antico e mitologico, che minaccia l’umanità.
Roy Thomas, scrittore della prima Storyline, introduce per la prima volta una novità importantissima per l’universo Marvel: L’Adamantio. Il metallo creato dallo S.H.I.E.L.D. è secondo solo al Vibranio, ma è comunque resistente ai colpi del Mjolnir ed ai laser di Iron Man. Ultron cercherà in tutti i modi di impadronirsene per potenziarsi ed attuare il suo folle piano, sfruttando anche uno dei Vendicatori. Roy Thomas è stato uno dei migliori scrittori Marvel dell’epoca ed anche qui si vede il suo “tocco”, con pagine che, nonostante siano parecchio piene, scorrono bene e con una narrazione davvero ad alti livelli. La testata descrive al meglio il potere dell’Adamantio, con tutti i dubbi che comporta un simile metallo in mano ad un’organizzazione come lo S.H.I.E.L.D. e racconta inoltre delle origini del rapporto tra Scarlet e Visione.
Ultron (sempre una creazione di Thomas) incute il giusto timore e sembra davvero indistruttibile, grazie anche all’aiuto dell’Adamantio. I disegni, a cura di Barry Smith & Sal Buscema sono ben realizzati, in linea con gli standard dell’epoca ma comunque piuttosto espressivi. C’è una scena con protagonista il Villain che ci ha fatto sorridere: Dopo aver sconfitto i Vendicatori una prima volta, Ultron rientra nella sua base e, parlando da solo, descrive sin nei minimi dettagli il suo piano. Peccato che Visione, nascosto nella base senta tutto, essendo così in grado di arginare, almeno in parte, il piano dell’androide. Se avete visto Age of Ultron al cinema ricorderete certamente una scena nella quale Ultron dice a Stark parole del tipo: “Certo, ed ora ti svelerò il mio piano sin nei minimi dettagli!”, per poi attaccarlo. Ecco, quella frase è un chiaro riferimento a questa scena che vi abbiamo raccontato, ed in generale a tutta la narrazione della Silver Age.
Veniamo ora alla seconda Storyline, sempre scritta da Roy Thomas qualche anno dopo la prima. Questa volta non sarà il progresso tecnologico a minacciare la terra, ma un qualcosa di molto più antico e leggendario: Ares, dio greco della guerra, che ha escogitato un piano per conquistare Terra, Asgard ed Olimpo. Bello il mix di personaggi, abbiamo apprezzato parecchio vedere divinità Norrene come Thor, che combattono a fianco di Mutanti come Quicksilver, di Androidi come Visione, di Umani come Iron Man e di mostri come Hulk, scontrarsi con Divinità greche come appunto Ares o Kratos (ricordate God of War?). Forse però questo mix crea in alcune pagine troppo caos, ed alcuni personaggi vengono gestiti poco e male. Presente anche Ercole (pure lui membro dei Vendicatori), che ha un ruolo molto importante nella saga. Abbiamo apprezzato molto una delle scene finali, raccontata nelle pagine di Qualunque Dio esista, che vede riuniti tutti i membri dei Vendicatori (anche per celebrare il 100esimo numero della serie), dai fondatori sino agli ultimi arrivati. Molto bello, infine, è stato il ritorno di Clint Barton nei panni di Occhio di Falco, che avviene in maniera abbastanza “casuale”, dopo che quest’ultimo aveva abbandonato il ruolo di Golia. I disegni, sempre a cura di Barry Smith & Sal Buscema sono davvero ottimi per l’epoca, essendosi molto evoluti rispetto alla precedente storyline.
Se apprezzate i lavori di Roy Thomas, scrittore che ha introdotto tantissime novità nel mondo Marvel come l’Adamantio ed Ultron, non potete non leggere questo numero. Il volume risulta comunque abbastanza godibile per tutti i fan dei Vendicatori, forse a tratti troppo caotico ma comunque ben scritto, bei disegni ed una narrazione d’epoca che risulta ancora oggi piacevole, nonostante risalga al 1969, in piena Silver Age.