Purtroppo il film dedicato a Morbius con protagonista Jared Leto si è rivelato un grande fallimento, ecco la nostra recensione priva di spoiler!
Dopo l’incredibile successo di Venom (2018), Sony Pictures ha annunciato Morbius, lo spin-off con protagonista Jared Leto nei panni del Vampiro Vivente. La pellicola, facente parte dell’universo cinematografico della Sony e incentrata su un brillante scienziato con una rara malattia del sangue, era prevista per lo scorso anno, ma è stata più volte posticipata a causa dell’emergenza sanitaria e finalmente, dopo una lunga, travagliata e controversa campagna promozionale, oggi ha debuttato nelle sale cinematografiche italiane.
Grazie all’invito di Sony Pictures, ieri abbiamo avuto l’occasione di assistere ad una proiezione in anteprima del film, che è stato completamente stroncato dalla critica americana. Purtroppo, anche nel nostro caso, il verdetto non è positivo e la pellicola diretta da Daniel Espinosa con protagonista Jared Leto presenta svariati problemi.
Ovviamente il consiglio che possiamo darvi è uno: a prescindere da ciò che leggerete in questa nostra valutazione (e anche nelle altre presenti su Internet), andate al cinema per farvi una vostra idea personale.
Dopo questa doverosa premessa, in questa recensione non affronteremo le controverse scene post-credits (ne discuteremo dalla prossima settimana, sia sulla pagina che in LIVE su Twitch) e dettagli più spoiler, quindi potete leggerla tranquillamente prima della visione.
Essenzialmente, Morbius conferma buona parte dei nostri dubbi legati all’universo della Sony sui personaggi Marvel: l’assenza di passione. L’impressione che abbiamo avuto guardando la pellicola è quella di un prodotto piatto e banale, che non si prende alcun rischio creativo e che punta a raccontare una storia banale, vuota e facilmente intuibile.
Ci sono alcuni guizzi interessanti sia dal punto di vista tecnico che della trama (come la bussola morale del protagonista), ma fondamentalmente la storia risulta così troppo semplice e datata da riportarci nel periodo più triste delle pellicole tratte dai fumetti, che ha sfornato fallimenti come Catwoman (2004), Ghost Rider: Spirito di Vendetta (2011) e tanti altri.
L’intenzione di Sony di ritagliarsi disperatamente uno spazio all’interno dei cinecomic e di ottenere una parte dell’enorme successo dei Marvel Studios è ormai palese (e comprensibile), ma al momento ogni pellicola sembra confermare una voglia di aggrapparsi al genere senza un reale impegno creativo. La speranza per il futuro è che riescano a proporre storie più rischiose ed ambiziose, che possano davvero colpire lo spettatore nonostante i personaggi semi-sconosciuti e l’assenza di Spider-Man.
Ma torniamo alla pellicola; per quanto la regia sia di buon livello – reputiamo il lavoro di Espinosa il migliore dell’universo della Sony sui personaggi Marvel, a discapito di Ruben Fleischer per il primo film e di Andy Serkis per il secondo – uno dei grandi problemi di Morbius è legato al montaggio, fin troppo frammentato e con un ritmo frettoloso.
La narrativa e lo sviluppo della storia ne risentono inevitabilmente, e la scelta di farlo durare soltanto 1 ora e 48 minuti toglie spazio ad ogni tipo di approfondimento psicologico sul protagonista e, soprattutto, sul villain.
Matt Smith, interprete dell’antagonista, è un ottimo attore e la sua presenza scenica in determinati confronti con il protagonista è ottima, ma nonostante ciò non riesce minimamente a salvare il film o a rappresentare un valore aggiunto.
Inoltre, Morbius non si prende neanche il giusto tempo per dare delle doverose spiegazioni a determinati passaggi di trama o al background dei vari personaggi, lasciando diversi punti di domanda nello spettatore e risultando in una semplice abbozzatura dei personaggi presenti in scena.
Essenzialmente, i personaggi sono noiosi e piatti e non c’è alcun tipo di coinvolgimento emotivo con loro. Per tutto il film, non abbiamo mai provato particolare empatia per le loro storie e non siamo curiosi di scoprire cosa gli succederà in futuro. Un punto di vista puramente soggettivo, figlio di una pessima scrittura e di una storia frettolosa e banale.
Un altro grande problema è legato alle numerose scene tagliate, che da una parte rendono i trailer usciti negli ultimi anni davvero ingannevoli e dall’altra parte, inevitabilmente, tolgono spazio alla storia dei vari personaggi secondari, ridotti a semplici comparse. Tyrese Gibson, ad esempio, aveva anticipato svariati dettagli sul suo personaggio e sul braccio meccanico (promettendo incredibili poteri ed effetti speciali), ma nel montaggio finale non c’è stato traccia di tutto ciò. Persino Matt Smith in alcune recenti interviste aveva sollevato alcuni dubbi, in quanto le scene tagliate non fanno che privare del suo personaggio di una motivazione ben definita.
Inevitabilmente, esisteva un montaggio più lungo, ma Sony ha deciso – complici i numerosi rinvii ed i problemi con i Marvel Studios – di cancellare svariate sequenze.
Inoltre, i (forzati) collegamenti a Venom e i (disperati) tentativi di agganciarsi a Spider-Man: No Way Home (2021) rendono questa pellicola un tentativo della Sony di gettare le basi per dei progetti futuri piuttosto che di raccontare una storia che possa essere veramente interessante.
Tornando al lavoro del regista Daniel Espinosa, si tratta senza dubbio del filmmaker più talentuoso tra quelli scelti da Sony Pictures per il loro universo. Dopo il discreto lavoro di Ruben Fleischer per Venom e il discutibile lavoro di Andy Serkis per Venom: La furia di Carnage, il regista cileno (già autore dell’ottimo Life – Non oltrepassare il limite) riesce a superare il (basso) livello qualitativo di queste pellicole… uno sforzo che viene totalmente rovinato dal montaggio, di cui vi abbiamo parlato in precedenza.
A livello di tonalità, Morbius abbandona i toni più scanzonati da buddy movie di Venom e del suo sequel per raccontare una storia più seria e cupa, sotto alcuni frangenti apparentemente dark, ma che a causa di una sceneggiatura mediocre (che a volte sfocia nell’imbarazzante) non osa mai realmente e non si prende i rischi di proporre qualcosa di realmente spaventoso o intenso in favore di una storia che cerca di prendersi sul serio, ma che di serio non ha nulla.
Morbius rappresenta una storia che poteva offrire numerosi punti di discussione, raccontare il disagio di una persona affetta da un male incurabile ed i conseguenti sforzi per salvarsi, ma a causa di una pessima messa in scena, dell’assenza di passione e di rischi creativi, si trasforma essenzialmente in una copia di The Amazing Spider-Man e della storia del Dr. Connors alias Lizard.
Ancora una volta, nel ringraziare Sony per la disponibilità, vi invitiamo a vedere comunque il film in sala per farvi una vostra idea.