Dopo aver completato “Marvel’s Spider-Man 2” nella sua interezza, ed ora vogliamo condividere le nostre impressioni.
Il 20 ottobre 2023 è stato ufficialmente rilasciato Marvel’s Spider-Man 2, sequel dell’amatissimo Marvel’s Spider-Man (incoronato da molti fan come una delle migliori trasposizioni del personaggio di sempre, nonché il videogioco supereroistico più venduto di sempre negli Stati Uniti) e dello spin-off Marvel’s Spider-Man: Miles Morales. Nel sequel, Peter Parker con il Simbionte e Miles Morales danno la caccia a Lizard… tutto questo mentre vengono inseguiti da Kraven il Cacciatore in un’avventura ancor più grande, ambientata in una New York City molto più vasta rispetto al passato, per poi arrivare a scontrarsi con Venom.
Nella settimana successiva all’uscita del titolo abbiamo avuto modo di completare il titolo al 100% (trovate i gameplay sui nostri canali Twitch e YouTube), ragion per cui abbiamo deciso di dire la nostra riguardo un titolo dedicato all’Arrampicamuri che lavora sulla spettacolarità, ma che in alcuni casi può dimenticarsi di darvi sostanza.
Il comparto tecnico
Partiamo con delle note decisamente positive: sia il gameplay che il comparto grafico sono di ottimo livello.
La fluidità e naturalezza col quale si può arrivare a padroneggiare i personaggi – sia per quanto concerne i combattimenti, che per quanto riguarda gli spostamenti tramite acrobazie e ragnatele – ha dell’incredibile. Insomniac ha fatto tesoro di buona parte del feedback fornitogli dai fan, rendendo più minimalista l’aspetto gadget dando modo al giocatore di accedervi utilizzando delle semplici combinazioni di tasti senza dover utilizzare la ruota dei gadget (che veniva in effetti sfoltita già nel passaggio tra Marvel’s Spider-Man e Marvel’s Spider-Man: Miles Morales).
Unica nota non particolarmente positiva per quanto concerne il lato combattimenti è l’aumento dello sforzo necessario per accedere ai poteri “rigenerativi” della concentrazione, che era pressoché sempre accessibile nei capitoli precedenti, a prescindere dal completamento della barra a disposizione, ma diventa qui utilizzabile solo il completamento delle barre presenti sotto la vita, rendendo l’esperienza più “scomoda” rispetto a quanto visto in precedenza.
L’esperienza per quanto concerne gli spostamenti è invece esente da lati negativi. La libertà fornita a entrambi gli Spider-Man ha dell’incredibile, con la fondamentale possibilità di muoversi sempre più velocemente con l’avanzare del gioco, che rende l’esperienza ancora più esaltante, ed alcuni non trascurabili dettagli come quello di potersi fiondare da qualunque luogo sia fornito di due luoghi paralleli si cui tessere delle ragnatele. Splendida poi la possibilità di abilitare il danno da caduta e diminuire (fino ad eliminare) l’assistenza durante il volteggio con l ragnatele, che riporta ai fasti del leggendario Spider-Man 2 del 2004, nel quale la fisica la faceva da padrone per quanto riguardava gli spostamenti, portando il giocatore ad affinare esponenzialmente le sue abilità.
Infine, una menzione d’onore per i caricamenti su viaggi rapidi e cambio tra personaggi, che avvengono in modo a dir poco fulmineo.
Per quanto riguarda il comparto grafico, parliamo del gioco su Spider-Man meglio riuscito per quanto riguarda l’approccio fotorealistico (senza quindi considerare titoli come Spider-Man: Shattered Dimensions e Ultimate Spider-Man). Non solo la potenza di Playstation 5 viene sfruttata al massimo, con un estetica perfettamente accompagnata da una città viva e tangibile, colma personaggi intenti a vivere le loro vite chiacchierando, giocando a basket, divertirsi al luna park e simili, ma in più la regia e la recitazione dei personaggi ci danno modo di immaginarci come parte integrante di uno dei più spettacolari blockbuster cinematografici mai creati sul personaggio– con la possibilità però di controllare gli eventi tramite un joypad.
Il comparto narrativo
Qui ci muoviamo in un territorio più ripido scandito da SPOILER, quindi vi sconsigliamo di proseguire in caso non abbiate avuto modo di giocare e non vogliate anticipazioni sulla trama.
Il comparto narrativo di Marvel’s Spider-Man 2 è da dividersi in due tronconi: la storia principale e le missioni secondariE. Strano a dirsi, i problemi si trovano più nel primo di questi, mentre il secondo funziona molto più sovente.
Togliamoci subito questo dente: la storia principale di Marvel’s Spider-Man 2 è scandita da eventi spettacolari degni delle migliori scene d’azione immaginabili. Il gioco presenta suspense, intrigo, colpi di scena e momenti genuinamente commuoventi. L’esaltazione quindi non manca, ma la naturalezza dei giochi precedenti non torna a farsi vedere.
La trama di Marvel’s Spider-Man 2 ha come evento catalizzatore l’arrivo di Kraven Il Cacciatore a New York, per via del quale vengono intensificate le problematiche che avrebbero vissuto i protagonisti, portando Harry Osborn a rivelare il Simbionte che lo teneva in vita, a passarlo a Peter Parker per salvarlo da morte certa. Questo evento crea così tensione con una Mary Jane insicura del suo destino e fomenta l’odio di Miles Morales per Mister Negativo, rapito da Kraven di fronte agli occhi del più giovane Spider-Man al quale ha ucciso il padre.
Il problema sta però nel fatto che, una volta inserito nella storia il Simbionte, Kraven diventi una parentesi particolarmente dimenticabile e secondaria, che trova la sua conclusione in una modalità sulla carta epica, ma che non colpisce particolarmente perché oscurata dall’ombra del Costume Nero. Quest’ultimo com’è stato trattato, però? Tristemente, la risposta è non soddisfacente.
Pur consci del fatto che, originariamente, il Costume Nero fumettistico non fosse in grado di mutare la personalità di Peter Parker, questa idea (introdotta nella storica Spider-Man: The Animated Series del 1994), è ormai parte integrante della mitologia del personaggio un po’ come l’origine di Mr. Freeze in quella di Batman (che venne creata per Batman: The Animated Series del 1992), e l’utilizzo che ne fa il gioco è forzato e abbastanza scialbo.
Invece di far cadere il personaggio in una vera e propria dipendenza per via delle abilità del costume, il Simbionte sembra controllare completamente chi lo indossa, arrivando persino ad anestetizzare l’ospite e a farlo parlare a suo piacimento. Simbolo di ciò è un Venom che invece di essere una commistione tra l’astio di Harry Osborn e quello del Simbionte rifiutato da Spider-Man, è praticamente il Simbionte che parla al posto di Harry, andandoci persino in conflitto diretto sul finale.
La particolare dinamica che fornisce delle vere e proprie responsabilità narrative ai personaggi, portandoli poi in seguito a dover prendere una strada di auto-miglioramento, si riduce ad una più banale possessione ad opera di un alieno malvagio che usa i ricordi dei loro ospiti per cercare di rabbonire i loro cari e procedere con l’invasione.
Paradossalmente, le zone di grigio vengono pressoché eliminate e ciò che rimane sono solo il bianco ed il nero del costume.
La caduta nel male di Peter risulta quindi fittizia, con una sequenza nella sua mente che arriva troppo tardi nella narrativa nella quale viene parzialmente spiegato il suo senso di colpa per non essere riuscito a salvare zia May, ed il suo desiderio di voler controllare i villain con cui si è scontrato con maggiore facilità. Tutto questo sembra portare più all’idea che il Simbionte abbia usato queste debolezze per sedurre Peter ed usare Spider-Man per i suoi scopi, che effettivamente all’idea di un un rapporto Simbiotico tra i due, soprattutto in seguito al già citato arrivo di Venom, ed allo scontro con Mary Jane in veste di Scream.
Fortunatamente, ad uscire vincente dalla storia principale c’è l’aspetto narrativo dedicato a Miles Morales, la cui caduta nelle tenebre e seguente redenzione risultano sorprendentemente più accurate a ciò che si sarebbe dovuto fare con Peter Parker, nonostante non siano legate al Simbionte. Il viaggio di Miles nell’astio per Mister Negativo, alla ricerca di essere uno Spider-Man migliore, condito dal volersi occupare delle sue problematiche in solitudine e concluso con una aperta volontà di essere una persona migliore e liberarsi del proprio odio, è ciò che rende Spider-Man il meraviglioso personaggio che conosciamo, e Miles una delle più grandi versioni di esso mai viste.
Per quanto riguarda le missioni secondarie, invece, il livello generale passa dal “buono” al “meraviglioso“. Abbiamo spazio per dei momenti di vita vissuta, in missioni dedicate a Miles nelle quali possiamo aiutare gli studenti della Brooklyn Visions Academy, o anche la comunità di Harlem a recuperare degli strumenti musicali dal valore storico per riportarli al museo della musica.
C’è spazio inoltre per delle avventure nelle illusioni di Mysterio, ma anche per storie dal sapore noir-crime con Peter Parker a caccia della setta de la Fiamma al fianco di Wraith (queste ultime hanno un sapore fortemente anni ottanta, per quanto concerne i fumetti dell’Uomo Ragno), ed una missione flashback nel quale impersoniamo un giovanissimo Peter Parker durante la sua prima vendita a J. Jonah Jameson che gli insegno cosa significa essere un New Yorkese.
Il gioco dimostra tutto il suo spessore narrativo in quelle missioni all’apparenza più “calme” ed in un certo senso “romantiche”, come una che ha inizio con la richiesta d’aiuto di una nipote che ha perso il suo anziano nonno, o un’altra che ci permette di salutare l’amabile Howard assieme ai suoi piccioni, facendoci commuovere in uno scenario che sfrutta la vera forza del personaggio di Spider-Man: il farci comprendere quanto stupefacenti possano essere le persone comuni.
Il gioco conserva l’animo umanistico e naturalistico visto nei capitoli precedenti in queste missioni, anche se in quelle principali finisce per peccare, in balia di un approccio spettacolare che finisce per divorare parte della sostanza. Da questo punto di vista, abbiamo notato una grande fretta nel narrare gli eventi principali del gioco per rispettare una durata molto simile a quella del primo capitolo.
In questo caso però, tra Kraven e la sua invasione, i due protagonisti, Mister Negativo, il rapporto tra Peter ed Harry, MJ, il destino dei Sinistri Sei (confinato a dei semplici indizi in alcune registrazioni ed un solo flashback), fino ad arrivare al Simbionte ed al suo piano di “venomizzare” New York, il gioco avrebbe beneficiato di una durata decisamente superiore e di tanti approfondimenti che invece sono mancati.
Conclusioni
Dal punto di vista narrativo, Marvel’s Spider-Man 2 soffre principalmente dell’esistenza di dei predecessori sempre ad opera di Insomniac che ci hanno mostrato quanto potesse il personaggio guadagnare da un’approccio meno frenetico ed in grado di perdersi i suoi tempi. Dal punto di vista della giocabilità è probabilmente il punto più alto della storia videoludica del personaggio, e siamo certi che resisterà alla prova del tempo con un grandissimo agio.
Non ci resta quindi che rimanere in attesa di eventuali DLC e di un sicuro sequel, per scoprire come si evolverà la storia di questi stupefacenti Spider-Man!