Marvel Studios, un produttore riflette sull’evoluzione del Marvel Cinematic Universe dai tempi della Fase 1.
Negli ultimi quindici anni il Marvel Cinematic Universe ha dimostrato di essere uno dei franchise più redditizi della storia di Hollywood, portando in sala non solo gli appassionati di fumetti ma anche molti spettatori occasionali che non si sono mai approcciati ai film sui supereroi. Nonostante le preoccupazioni per la salute del franchise durante la pandemia, i Marvel Studios hanno continuato a produrre contenuti contribuendo alla ripresa delle sale.
Durante un episodio del podcast D23 Inside Disney, Stephen Broussard, produttore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania e Vicepresidente della Produzione e Sviluppo dei Marvel Studios, ha riflettuto sul successo dell’MCU, partendo da una panoramica dell’evoluzione dei cinecomics e dei primi passi mossi dalla compagnia:
“Oh, questa è un’ottima domanda. Era un’impresa molto piccola quando iniziammo. Credo di essere stato letteralmente una delle dieci persone in un ufficio… Era prima della Disney, quindi era un’azienda molto più piccola. E avevamo la speranza e il sogno di aprire il nostro studio e ai tempi eravamo gli sfavoriti.”
“C’erano alcune dubbi in merito al fatto che la Marvel avrebbe avuto successo nel lanciare il proprio studio e nel raccontare storie con personaggi che non erano considerati necessariamente dei personaggi di punta del brand, come Spider-Man o gli X-Men. Avevamo molto da dimostrare, ed eravamo ansiosi e affamati di fare film. C’era solo un gruppo di individui con la stessa mentalità che amavano i film e, molti anni dopo, è stato fantastico vedere il pubblico rispondere all’MCU e a questi film. Quindi di certo non ci consideriamo più sfavoriti.”
“Le persone ci stanno prestando attenzione, il che è emozionante ma comporta anche una serie di sfide diverse quando stai solo cercando di farti notare e di fare film in grado di catturare l’immaginazione della gente. Una cosa che non è cambiata, però, è il desiderio puro di raccontare storie fantastiche e di realizzare film divertenti portando in vita i fumetti in modi che vogliamo vedere sullo schermo, nella speranza di trasporli al meglio.”
“E questo processo in un certo senso inizia proprio con Kevin Feige, il mio capo, che ha sempre impostato il tono, il tono creativo per lo studio. A prescindere che fossimo le persone nel piccolo ufficio che cercano di far succedere delle cose o da dove siamo ora sapendo che il mondo sta guardando quello che stiamo facendo, prendiamo quella responsabilità molto seriamente, che è stato il filo conduttore creativo dall’inizio alla fine del percorso.“