Marvel Studios, tanti retroscena inediti sulla “guerra civile” tra Kevin Feige e Isaac “Ike” Perlmutter.
Dopo 30 anni alla compagnia, lo scorso marzo Isaac “Ike” Perlmutter, ex CEO di Marvel Entertainment e figura particolarmente controversa per gli adattamenti cinematografici e televisivi dei fumetti della Casa delle Idee, è stato licenziato dalla Disney nel quadro di un piano di riduzione dei costi che prevede l’eliminazione di ben 7000 dipendenti.
Il coinvolgimento di Perlmutter con i prodotti Marvel era considerevolmente diminuito negli ultimi anni. Nel 2015 Kevin Feige ha rischiato di abbandonare lo studio a causa di divergenze con Perlmutter a seguito delle quali il CEO della Disney, Bob Iger, è intervenuto rendendo indipendenti i Marvel Studios, che da quel momento non hanno più risposto a Marvel Entertainment ma soltanto ai Walt Disney Studios e ad Alan Horn.
La maggior parte dei dissidi tra Kevin Feige e Perlmutter erano legati soprattutto alla mancanza di diversità nei film del Marvel Cinematic Universe. A detta del controverso dirigente e co-proprietario della Toy Biz, infatti, i giocattoli dei personaggi femminili e dei personaggi neri non vendevano abbastanza da giustificare la realizzazione di film stand-alone su supereroine o eroi di altre etnie.
Perlmutter era noto nell’industria dell’intrattenimento non solo per la sua riservatezza (è stato visto in pubblico solo in rarissime occasioni) ma anche per la sua tendenza a risparmiare il più possibile nelle scelte aziendali. Uno degli esempi più noti riguarda quella volta in cui Perlmutter impose ai disegnatori della Marvel Comics di riciclare le graffette buttate nel cestino o di portarsi la carta igienica da casa.
Durante il quarto episodio di With Great Power: The Rise of Superhero Cinema, podcast in quattro parti condotto dal giornalista e editore Ben Fritz di Wall Street Journal, sono stati svelati numerosi retroscena inediti sull’Universo Cinematografico Marvel e sulla “Civil War” interna tra Kevin Feige e Ike Perlmutter.
Stando a quanto spiegato da Fritz, nel 2015 Perlmutter organizzò un incontro con Feige e gli altri dirigenti dei Marvel Studios per provare a calmare le acque dietro le quinte. Il giornalista Robbie Whelan, specializzato nelle notizie sulla Disney per il Journal, è riuscito a mettersi in contatto con Perlmutter per avere un quadro completo del “summit di pace“:
Fritz: “Ike afferma di aver provato a salvare il rapporto. Nel 2015, ha organizzato un incontro a Mar-a-Lago vicino casa sua in Florida. Feige e una delegazione dei Marvel Studios incontrarono Ike e i membri del Comitato Creativo in una sala banchetti con dei ritratti di Donald Trump sulle pareti.”
Whelan: “Ike mi ha detto che, a inizio 2015, decise di organizzare un summit di pace, e Ike esordì con questa dichiarazione d’apertura: ‘Guardate, dobbiamo fare la pace.’ Parlò per 15 minuti, spiegando che lo studio doveva smettere di combattere con il Comitato Creativo per andare avanti e realizzare i film che tutti volevano fare e per avere i profitti che stavano cercando di ottenere.”
L’incontro, tuttavia, non andò per il verso giusto e si concluse in nulla di fatto, le cui ripercussioni avrebbero decretato il futuro dei Marvel Studios:
Fritz: “L’incontro a Mar-a-Lago durò solo un’ora secondo le persone a conoscenza dell’evento. E cosa successe?”
Whelan: “Non fecero la pace. Non sono stati in grado di trovare la pace.”
Fritz: “Ike ha affermato che l’incontro, per usare le sue parole, fu un ‘punto di rottura‘. Mentre andava via, Feige dichiarò di aver fatto un viaggio molto lungo per un incontro molto breve. Era chiaro che Feige e Ike non potessero risolvere le loro differenza. Ike iniziò a fare pressioni affinché Feige fosse licenziato secondo delle recenti dichiarazioni pubbliche del CEO della Disney, Bob Iger. Ike dice che non è vero. Voleva che la Disney designasse il successore di Feige affinché l’intero business cinematografico della Marvel non dipendesse solo da una persona. Feige, nel frattempo, stava giocando le sue mosse.
Whelan: “Kevin Feige era molto infelice, e si appellò a Bob Iger per risolvere la situazione. E penso che vide un alleato in Iger. E quando le cose si fecero troppo complicate per continuare a lavorare sotto Perlmutter, Feige incontrò il capo supremo, Bob Iger, e disse ‘Guarda, mi devi aiutare con questa cosa.'”