Marvel Studios, respinta la causa contro la Disney per violazione di copyright di una tecnologia usata per creare Thanos.
Thanos è considerato ancora oggi il miglior villain dell’Universo Cinematografico Marvel e uno dei migliori antagonisti della storia del cinema ma, oltre ad aver causato la scomparsa di metà della popolazione mondiale, sembra che il Titano Pazzo abbia creato non pochi problemi in tribunale per diversi anni essendo al centro di complessi contenziosi riguardanti i software utilizzati per animarlo.
La società di software Rearden, infatti, aveva accusato la Disney di aver usato la tecnologia MOVA Contour di sua proprietà, usata per il mo-cap facciale degli attori, per catturare le espressioni facciali di Josh Brolin e replicare la sua performance nei panni di Thanos con un modello 3D del personaggio. Rearden sosteneva che la compagnia di VFX cinese DD3 avrebbe usato impropriamente la MOVA Contour su molteplici film del Marvel Cinematic Universe senza licenza, chiedendo ingenti danni alla Casa di Topolino.
Il 21 febbraio, tuttavia, un giudice federale ha respinto la causa, rilevando che non vi fossero prove sufficienti del fatto che MOVA Contour avesse “fatto la maggior parte del lavoro” su Thanos e che, di conseguenza, il team creativo dei Marvel Studios e i registi devono essere considerati “gli autori dei risultati del motion capture facciale” di Josh Brolin. La Corte ha ritenuto che Rearden non abbia correttamente dimostrato la violazione del copyright dato che MOVA non può operare “senza alcun contributo sostanziale dagli attori o i registi.”
Nonostante ciò, secondo The Hollywood Reporter la Disney potrebbe ancora essere soggetta a sanzioni pecuniarie per Avengers: Infinity War (2018) e Avengers: Endgame (2019) e persino per il live-action de La bella e la bestia (2017), che hanno incassato complessivamente 6 miliardi di dollari, a causa di altri procedimenti giudiziari in corso con Rearden. Quest’ultima, inoltre, ha citato in giudizio altri studi tra cui la 20th Century Fox e la Paramount per il presunto uso dei suoi software.