Marvel Studios, nuove testimonianze della terribile esperienza dei VFX artists: “Stanno spremendo il sangue dalle pietre.”
Negli ultimi mesi sono emerse online le testimonianze di numerosi artisti dei VFX – che si occupano della realizzazione degli effetti visivi dei blockbuster di Hollywood – che hanno denunciato le condizioni di lavoro legate ai progetti dei Marvel Studios come l’impatto delle tempistiche opprimenti sul loro stato d’animo e la mole di lavoro non proporzionale alla paga. La compagnia, infatti, esercita molto potere sulle aziende che si occupano di effetti visivi e chiede di continuo diversi cambiamenti nel bel mezzo della lavorazione, ben più di ogni altro cliente dell’industria cinematografica.
In queste ore Vulture ha pubblicato un lungo approfondimento sulla crisi del settore degli effetti visivi nel quale sono state raccolte le dichiarazioni di alcuni VFX artists che avrebbero lavorato alla post-produzione di Ant-Man and The Wasp: Quantumania. Un tecnico degli effetti visivi (in forma anonima) che in passato ha curato i VFX di più di una mezza dozzina di film e serie del Marvel Cinematic Universe, ha parlato dei numerosi problemi riguardanti il controllo qualità dietro le quinte e delle terribili condizioni a cui sono sottoposti i vari lavoratori di VFX:
“È stata come una seconda fase di ciò che successe con James Cameron su ‘Titanic‘, dove i tecnici facevano dei pisolini sotto le loro scrivanie, perché non c’era abbastanza tempo tra un turno e l’altro per andare a casa e poi tornare a lavoro. Ora, la totalità dell’industria che è stata toccata dalla Marvel è definitivamente cauterizzata, ed è questo che sta causando più burnout.”
“Perché non ci siamo tirati indietro? Non vuoi fare nulla che possa compromettere minimamente il tuo sostentamento. Parte di questo significa che quando una decisione esecutiva che ti dice ‘Questo è quello che faremo’, dai per scontato di non avere il potere di dire nulla contro. Non puoi dire ‘Beh, è una stronzata. Non dovremmo fare qualcosa di meglio?’ Perché non accadrà mai.”
“Molti di noi sono seduti qui a pensare: i soldi ci sono. Se la Marvel spendesse un po’ più di soldi per pagare gli addetti ai VFX, non farebbe molta differenza per i dirigenti al comando. Ma se si tratta di loro che non si sentono a proprio agio con i loro numeri di banca e noi che lavoriamo fino al burnout, perdiamo ogni volta. Onestamente, la paragono all’avidità umana.”
“Nel complesso, penso che il risultato finale sia soddisfacente. È un buon tappabuchi per l’inizio della Fase 5. Ma penso che ci fosse molto potenziale per questa storia, per gli effetti visivi in generale… Penso che il film stia ricevendo le recensioni che sta avendo perché la Marvel sta raddoppiando il più possibile gli sforzi sulla qualità costrittiva. Stanno spremendo il sangue dalle pietre. E abbiamo finito il sangue.”
Un altro tecnico intervistato è un addetto alla fotogrammetria che si è occupato di diversi film e serie televisive sui supereroi ad altissimo budget. Questo VFX artist, sotto il nome in codice “Ted“, ha denunciato le condizioni di lavoro generali nell’industria degli effetti visivi – che comportano “un sacco di straordinari non pagati” e “scadenze irrealistiche” – ammettendo tuttavia di non aver avuto grosse difficoltà con la produzione di Ant-Man and The Wasp: Quantumania:
“[…] Non direi che altri progetti hanno necessariamente avuto la priorità o che il morale non fosse particolarmente alto (anche se uno dei miei colleghi in realtà è rimasto deluso per via della mancanza di lavoro che gli è stato dato da fare su quel film – ha trascorso intere giornate solo per finire col non fare più nulla, e ciò è andato avanti per mesi). Le nostre condizioni di lavoro sono tutt’altro che ideali e ‘Quantumania‘ è stato solo un altro di una lunga serie.”
Il terzo tecnico intervistato, sotto il nome fittizio di “Conor“, ha ribadito che durante la post-produzione di Ant-Man and The Wasp: Quantumania la sua casa specializzata in effetti visivi stava lavorando contemporaneamente a Black Panther: Wakanda Forever. Questo addetto, che ha lavorato ad alcuni dei franchise supereroistici di maggior successo dell’ultimo decennio e a diversi blockbuster della Marvel, ha criticato la tendenza della compagnia a cambiare grosse porzioni dei film durante la fase avanzata dei progetti:
“[…] Forse il regista aveva un’idea di ciò che voleva, ma non era sicuro al 100%. Avevamo un ambiente approssimativo sul quale stavamo incollando alcuni personaggi principali. Ai tempi, non ci era stato detto dove i personaggi avrebbero dovuto essere in quell’ambiente. Abbiamo fatto solo quello che ci sembrava giusto.”
“Poi c’erano volte in cui dovevamo creare un’intera azione di un attore: Ant-Man si muoveva attraverso qualcosa. E poi pensavi: perché non lo hanno girato nel modo giusto o come volevano sin dal principio? Perché dobbiamo rifare tutto e ricrearlo? Perché dobbiamo fare a pezzi come un mostro di Frankenstein la performance di un attore? Uno shot rapido che richiedeva due secondi doveva essere rifatto 20 volte per combaciare con quello che volevano. C’è stata un sacco di rielaborazione, un sacco di inefficienza. Ho finito per occuparmi e rilavorare a una grossa porzione del lavoro di altri artisti… e non funziona così solitamente quando lavori per altri studi.”
“Non ho ancora visto il film finito. C’erano alcune sequenze interessanti che stavamo mettendo insieme che sembravano promettenti. Ma potevano essere coinvolte più persone in quel progetto. Magari spenderci più soldi. Quando si lavora contemporaneamente a un sacco di progetti come questi, le risorse si assottigliano. La qualità inizia a mancare. Non potete aspettarvi che tutte le compagnie di VFX consegnino lavori di altissima qualità, soprattutto se lo fai con un budget limitato.”