Marvel Studios, il produttore di Quantumania spiega il processo di world building del Marvel Cinematic Universe.
Negli ultimi quindici anni l’Universo Cinematografico Marvel ha notevolmente ampliato i propri confini immergendo i personaggi e gli spettatori in angoli inesplorati e luoghi visivamente spettacolari come Asgard e i Nove Regni nella saga di Thor, il Regno Quantico nei film di Ant-Man, la Time Variance Authority in Loki e il regno mistico di Ta-Lo in Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli.
Durante un’intervista promozionale con Gizmodo riguardante Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il produttore Stephen Broussard ha parlato del processo creativo di world building, spiegando che l’introduzione di scenari innovativi nell’MCU è affidata spesso ai registi e ai filmmaker coinvolti nei vari progetti:
io9: “Partendo dal presupposto che il Regno Quantico è un luogo che potremmo rivedere in qualche modo in futuro, c’è qualche tipo di processo di approvazione più ampio alla Marvel quando si crea un mondo o una meta potenzialmente nuova per questo universo?”
Broussard: “Non c’è necessariamente un processo di approvazione. È completamente nelle mani del regista, e ne sono entusiasta. Se guardi i film che ho prodotto, mi emoziona aprire nuove porte. [Doctor] Strange ha aperto le porte alla magia. Werewolf by Night ha introdotto l’universo horror e ha esplorato questo sottobosco segreto di mostri nell’MCU. La TVA [in Loki] è stato un elemento totalmente nuovo. Quindi il ruolo del luogo è entusiasmante per me.”
“E quella è stata la nostra prima grande idea per Quantumania. In collaborazione con Peyton [Reed], ci siamo chiesti: cosa significa? Voglio dire, ovviamente, il paragone con Star Wars incomberà con qualsiasi cosa si faccia in quel territorio. Perciò la domanda è stata: come non lo facciamo assomigliare a quello? Come possiamo dare la sensazione di trovarci in un mondo subatomico? Come lo rendiamo ‘quantico’? Abbiamo usato ‘quantico’ come termine fino alla nausea dietro le quinte. Ci siamo posti queste domande a ogni passo partendo da un posto che sembrava stravagante e divertente. C’è un tono divertente in questi film che potresti non trovare necessariamente in un altro franchise, ma che è proprio del franchise di Ant-Man e di Peyton.”