La prima famiglia Marvel non c’è più, di loro rimangono solo Ben Grimm e Johnny Storm. Ma la famiglia è lungi da separarsi.
I Fantastici Quattro non ci sono più, almeno in parte. Da un po’ di tempo a questa parte ci troviamo un cosmo Marvel privo del quartetto, se non per la loro metà, la Cosa e la Torcia Umana, che hanno preso strade diverse. La più grande ragione di questa loro divisione venne data dalla volontà di Johnny di non voler ricordare ciò che è stato, ciò che hanno perso, ma in questo numero il duo si unisce in quello che l’inizio di un’avventura in pieno stile Fantastici Quattro firmato dal brillante Chip Zdarsky e dal magistrale Jim Cheung.
Il numero si apre con una prefazione composta da tre tavole che narra brevemente quella che è stata la vita dei Fantastici Quattro passando poi ai superstiti: Johnny e Ben, il tutto ad opera di Robbie Thompson e Greg Land, per poi catapultarci immediatamente nelle storie di Zdarsky e Cheung.
Un punto focale dei due numeri contenente nell’albo Italiano è quello di ricordare chi fossero veramente i Fantastici Quattro. Molti erroneamente potrebbero riferirsi a loro come ad un semplice gruppo di supereroi, ed in parte sarebbe vero, ma prima di tutto si trattava di un gruppo di esploratori, di avventurieri dell’ignoto sempre in cerca di una nuova avventura. Si prodigavano ad aiutare chi ne aveva bisogno, ma erano spinti principalmente da una grande curiosità per quanto concerne i misteri dell’universo.
Un gruppo che ahimè come sappiamo non esiste più, ma ciò non significa che i due restanti debbano smettere di esplorare, perché un’altra grande, fondamentale caratteristica dei Fantastici Quattro era il loro essere una famiglia. Una famiglia allargata, spesso disfunzionale, ma pur sempre una famiglia, ed è quindi necessario che Johnny e Ben rimangano insieme.
Ritroviamo i due in dei momenti complessi delle loro vite, nessuno dei due è riuscito ad andare avanti dopo la perdita di Reed, Sue e dei loro figli Valeria e Franklin, ma forse dei due quello che da più segni di instabilità è Johnny, che è sempre stato conosciuto come il più spericolato del gruppo, la testa calda metaforicamente e non, ma che ora sembra essere diverso e anzi sembra vertere quasi verso l’autodistruttivo, come se non si fosse ancora rassegnato.
Ben dal canto suo è amareggiato, ha preso atto di ciò che è successo, ma il dispiacere è ancora forte, ma è proprio quest’ultimo che dopo il ritrovato messaggio di una persona cara ai due, in un potentissimo momento in cui Zdarsky e Cheung dimostrano la loro bravura, che prende atto di dover tenere fede alla promessa fatta a Sue e prendersi cura di Johnny, ad ogni costo.
I due hanno sempre avuto un rapporto abbastanza conflittuale, fatto di zuffe, scherno e scherzi da caserma che andava però a concludersi come si era creato per via del forte legame che li stringe. Ci sono stati momenti più duri sicuramente, uno viene anche ricordato da Alicia Masters che fa una gradita comparsa nell’albo, ma per quanto potessero essere in conflitto, sono sempre stati grandi amici.
Quindi la storia continua tra divertimento, conflitti, litigi, azione, umorismo, la comparsa di antichi rivali in luoghi storici e si va a concludere raccontando un aneddoto inedito ed estremamente toccante, che conclude questo primo capitolo e ci lascia in quello che sembra l’inizio di una grande avventura, in cui i la Cosa e la Torcia Umana continueranno a vivere le avventure di cui tanto si sente la mancanza nel cosmo Marvel attuale, non le avventure di un gruppo di supereroi, di quelle né abbiamo a bizzeffe, ma le avventure degli esploratori dell’ignoto, proprio come fecero i Fantastici Quattro.
Zdarsky ancora una volta si dimostra un autore di una grande sensibilità con un immenso rispetto per i personaggi che tratta, uno scrittore con un’ottima conoscenza dell’argomento di cui va a parlare, puntuale nei dialoghi, brillanti e di grande intrattenimento, il tutto coadiuvato da un grande Jim Cheung che cattura l’essenza iconica dei personaggi, capace di farli recitare in un modo che, se si trattasse di cinema, si potrebbe usare il termine “buca lo schermo”, con sequenze d’azione mozzafiato.
L’unico difetto riscontrabile in tutto questo è che la storia non vada propriamente a carburare, si nota che il tutto sia solo una sorta di prefazione che va a gettare le basi per quello che sarà l’inizio di un ciclo di avventure vere e proprie, ma probabilmente era proprio questo l’intento di Zdarsky, commemorare la prima famiglia Marvel dandoci le battute iniziali per l’avventura di Ben e Johnny, anche se solo il tempo saprà dircelo.
Quindi il primo numero di Marvel 2-in-uno: La Cosa e la Torcia Umana è consigliatissimo non solo per i fan dell’ormai assente quartetto, ma anche per chi vuole godersi un’ottima avventura in pieno stile Marvel.
1 commento
Concordo con quanto scritto qui sopra, ottimo punto di partenza, sperando che il futuro sia all’altezza.