Kevin Smith difende i film del Marvel Cinematic Universe dalle critiche di Martin Scorsese: “È un uomo di una certa età ancorato al passato.”
Nell’ottobre 2019 Martin Scorsese criticò duramente i film dell’Universo Cinematografico Marvel e, più in generale, i cinecomics affermando che “i film Marvel non sono cinema” e che andrebbero considerati piuttosto dei “parchi dei divertimenti“. La posizione del regista avviò una vera e propria crociata nei confronti dei film sui supereroi che raggiuse persino cineasti come Francis Ford Coppola, Ken Loach, Pedro Almodóvar e Ridley Scott, innescando un interminabile dibattito tra i fan del genere e i sostenitori del presunto “vero cinema.”
Nel corso di un’intervista con Forbes, il celebre fumettista, regista, produttore e sceneggiatore Kevin Smith ha parlato delle critiche rivolte da Martin Scorsese ai film Marvel, spiegando che dal suo punto di vista il problema non risiede tanto nell’opinione dei registi – in particolare quelli di una certa età – che ripudiano i cinecomics quanto nei giornalisti che pongono loro una serie di domande su questo argomento:
“Molto spesso questi registi, quando fanno i junket o vengono intervistati, si trovano nella situazione di essere interrogati su questo argomento. Non è che dicono ‘Andrò dal New York Times! Voglio dire a qualcuno cosa penso dei cinecomics.’ È adiacente a un’infinità di altre domande che vengono poste loro, ma nella nostra cultura, nella nostra cultura molto tribale, una persona come Martin Scorsese che si riferisce ai film sui supereroi come parchi dei divertimenti e giostre dei parchi a tema scontenta un sacco di persone che hanno reso i film sui supereroi una parte della loro vita per gli ultimi dieci anni. Stai chiedendo ad una persona che ha fatto ‘Quei bravi ragazzi’ cosa pensa di Spider-Man… quale pensi che sarà la risposta? [Scorsese] è un regista molto serio, ed è un uomo di una certa età che è ancorato al passato. Non dovremmo sorprenderci che quella sia la sua risposta. Per ogni regista anziano che dice ‘Non lo capisco’, ci sono un sacco di giovani filmmaker che dicono ‘Lo capisco e voglio farlo.’ Non dobbiamo emarginare le persone che forse non li capiscono o che non apprezzano gli stessi film che invece noi apprezziamo.”