James Gunn sul suo licenziamento: “Kevin Feige è sempre stato dalla mia parte, Alan Horn non riusciva a dormire.”
Nel 2018, come ricorderete, James Gunn, regista dei film sui Guardiani della Galassia, venne licenziato dalla The Walt Disney Company dopo che alcuni suoi controversi tweet furono riportati alla luce da dei sostenitori di Donald Trump. Il cast di Guardiani della Galassia firmò una lettera per sostenere il regista e i fan Marvel crearono persino una petizione per chiedere alla Casa di Topolino di reintegrare Gunn alla regia del terzo film. Otto mesi dopo – a ridosso del completamento dell’acquisizione della 20th Century Fox – Gunn venne ufficialmente riassunto, avverando il sogno di numerosi fan di vederlo completare la sua trilogia di film.
Nel corso di un’intervista promozionale con Empire Magazine (via /Film) riguardante Guardiani della Galassia Vol.3, il regista ha riflettuto sul suo licenziamento, descrivendo l’intera esperienza come “traumatica“. Gunn, inoltre, ha aggiunto che il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige è sempre stato dalla sua parte in quel periodo difficile e che Alan Horn (ex presidente dei Disney Studios che prese personalmente la decisione di licenziare il regista) non riusciva a dormire per le ripercussioni di quanto accaduto:
“È successo che venni licenziato e la cosa non è passata tanto in fretta. Forse se fosse passata, non sarebbe stata nei pensieri delle persone. Ma i fan continuavano a parlarne. La stampa continuava a parlarne. Il cast continuava a parlarne. Era difficile da ignorare. Kevin Feige è stato dalla mia parte per tutto il tempo. Alan Horn ha avuto grosse difficoltà, eticamente parlando. Alan Horn è una brava persona. E non riusciva a dormire la notte.”
“È stata dura. Ma le cose a cui penso di quel periodo sono l’amore che ho ricevuto dalla mia famiglia e dagli amici. Penso a quella volta che Zoe Saldana e suo marito vennero a prepararmi un pasto la notte successiva al mio licenziamento. O a quando Karen Gillan e Pom Klementieff sono venute qui solo per uscire con me, per essere mie amiche. È come quel momento alla fine del primo film dei Guardiani: non tanto ‘Io sono Groot’ ma più ‘Noi siamo Groot.’“