Dopo il grande successo degli annunci a tema DC, a James Gunn ha risposto alla fatidica domanda: perché ha voluto gestire questo brand?
Durante la sera del 31 Gennaio 2023 è stato rilasciato un video che vedeva come protagonista il co-Presidente dei DC Studios, James Gunn, intento a rivelare alcuni tra i progetti appartenenti al futuro del brand, denominando questo primo capitolo come Gods and Monsters, ed annunciando ufficialmente l’arrivo di Creature Commandos (serie animata), Waller (serie TV), Superman: Legacy (film), Lanterns (serie TV), The Authority (film), Paradise Lost (serie TV), The Brave and The Bold (film), Booster Gold (serie TV), Supergirl: Woman of Tomorrow (film), Swamp Thing (film).
Parlando però di James Gunn nello specifico, gli è recentemente stata posta la più fondamentale delle domande: perché? Perché abbandonare la libertà che aveva come autore indipendente, per occuparsi della gestione di un progetto così mastodontico?
La risposta potrebbe essere data per scontata. Parliamo in fin dei conti di uno dei ruoli di maggiore potere nell’attuale Hollywood, ma in realtà sembra che la ragione sia radicata in un aspetto più emotivo e personale.
“Sapevo che ci sarebbero stati molti problemi di cui avrei dovuto occuparmi, ma come alcuni di voi sapranno, i fumetti mi scorrono nel sangue. Questi personaggi mi scorrono nel sangue.
Da bambino ero abbastanza particolare. Non avevo molti amici ed amavo i fumetti; sia DC che Marvel. Non riuscivo ad interagire come si deve con i miei coetanei, quindi i miei genitori decisero di mandarmi da uno psichiatra quando avevo undici anni – per riuscire a capire quale fosse il problema, dato che non andavo mai a scuola e restavo sempre a casa a leggere, scrivere e disegnare fumetti. Lo psichiatra diede questo suggerimento a mio padre: “perché non provi ad interessarti alle passioni di tuo figlio?”. E quando parliamo di mio padre, parliamo di un vero e proprio abitante di Saint Louis in Missouri. Gli piace il baseball. Gli piacevano cose che a me non interessavano. Ma nonostante ciò, mio padre decise di seguire quel consiglio, e fece una delle cose più meravigliose di sempre: cominciò a farmi delle domande sui fumetti.
Un giorno mi portò ad una fiera del fumetto a Chicago e quello fu probabilmente il più bel fine settimana della mia vita. […] Fu meraviglioso. Incontrammo Ernie Chan, parlammo con i vari creativi che si trovavano lì, fu bellissimo. Comprammo un bel po’ di fumetti, ed uno dei momenti più belli della mia vita fu salire al piano di sopra [di casa nostra] e vedere mio padre che leggeva un albo di Superman.
Volevo prendermi cura di questi personaggi. Tutti noi sappiamo quanto la situazione sia stata incasinata per loro, negli scorsi anni […] quindi ho voluto raccogliere questa sfida. Credo che sia possibile creare qualcosa di davvero meraviglioso, con questi personaggi. Non posso darmi alla politica. Non posso diventare uno scienziato. Tutto ciò che posso fare per questo mondo e raccontare storie che parlano d’amore, e penso che questo sarà ciò che faremo nei prossimi dieci anni.”