Al momento, le trattative tra le major di Hollywood e gli sceneggiatori sono ferme: ci sono state discussioni sulle ultime proposte, ecco il resoconto.
Oltre tre mesi fa, la Writers Guild of America – il sindacato americano a difesa dei diritti degli sceneggiatori di Hollywood – ha indetto un nuovo sciopero; al centro della contesa con l’Alliance of Motion Picture and Television Producers vi è una rielaborazione dei compensi degli sceneggiatori, tra cui un aumento considerevole dei minimi e una formula migliore per i residui legati ai progetti destinati allo streaming, e la regolamentazione dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale dagli studios.
A questo si è aggiunto lo sciopero indetto da SAG-AFTRA (il sindacato degli attori statunitensi), il quale ha deciso che rimarrà in sciopero finché non riuscirà a ottenere un contratto equo con l’associazione dei produttori – che rappresenta circa 300 tra studios e streamer grandi e piccoli, in particolare le grandi major di Hollywood oltre a Netflix, Amazon e Apple. Questo ha portato all’interruzione immediata di tutte le produzioni statunitensi, con gli attori che non possono neanche più promuovere le pellicole in uscita e nessuno ha idea di quando lo sciopero terminerà.
Stando agli ultimi aggiornamenti diffusi dal sindacato degli sceneggiatori (WGA) l’11 agosto gli studios hanno inviato una controproposta di 6 pagine, tornando a sedersi al tavolo delle trattative.
Questa proposta è incentrata sulla trasparenza dei dati dello streaming, con gli studios che si impegnano a condividere ai team creativi e al sindacato i dati di ascolto ed il totale delle ore visualizzate, in modo tale da poter ristrutturare i compensi residui derivati dallo streaming. Per quanto riguarda l’aumento dei compensi, è stato proposto lo stesso incremento che hanno firmato i registi: 13% cumulativo (5% nel primo anno, 4% nel secondo anno e 3.5% nel terzo anno) con un impegno minimo di 10 settimane (contro le 20 richieste dalla WGA).
Nella proposta viene inoltre affrontato anche l’argomento Intelligenza Artificiale, ma le major non hanno offerto delle garanzie reali che proibiscono alle IA di alimentarsi con il materiale sviluppato dagli sceneggiatori, spiegando però che i contenuti sviluppati in AI non verranno trattati come “materiale letterario”.
A fronte di questa proposta, sono ripartite le trattative, la WGA ha chiesto delle integrazioni e modifiche (ad esempio, un elemento che non viene affrontato adeguatamente è legato al numero degli sceneggiatori presenti ad ogni progetto) ed alcuni giorni dopo si è tenuto un nuovo incontro… che sfortunatamente non ha avuto un esito positivo.
Il sindacato degli sceneggiatori ha infatti confermato di aver incontrato i vari CEO degli studios di Hollywood, spiegando però che non c’era una reale intenzione di trovare un accordo:
Abbiamo accettato l’invito a incontrarci e, in buona fede, siamo andati sperando che gli studios fossero seri nel voler tornare a lavorare. Invece, dopo 113 giorni di sciopero ci hanno letto una dichiarazione su quanto fosse buona la loro unica e sola controproposta.
L’incontro si è concluso senza nessun accordo e, secondo gli ultimi report, il CEO della Disney Bob Iger “si sente offeso personalmente” per il rifiuto da parte del sindacato della loro (unica) controproposta. Anche se non è mai stato confermato, secondo molte teorie (alimentante anche da un video di Ron Perlman) è stato proprio Iger ad aver dichiarato di far durare lo sciopero “fin quando le persone non avrebbero iniziato a perdere le loro case” perché impossibilitati a pagarle.
Lo stesso Iger si è difeso e, ad inizio mese, ha dichiarato:
È con fervida speranza che mi auguro che vengano trovate rapidamente delle soluzioni ai problemi che ci hanno tenuti distanti in questi ultimi mesi. E mi sono impegnato personalmente nel raggiungimento di questo obiettivo.
Passando a Netflix, il CEO Ted Sarandos teme invece che, accettando le condizioni degli sceneggiatori, si andrebbe a creare un grave precedente, spingendo attori e sceneggiatori di tutto il mondo a partecipare a proteste simili.
Bob Iger, who earns $25M+ annually, is reportedly personally offended the WGA didn’t agree to AMPTP’s latest offer that doesn’t provide them proper fair pay & conditions
Writers are asking for a measly 0.18% average of a studio’s annual revenue
(Source: https://t.co/Nn7vW46T65) pic.twitter.com/Me8OQWGgtO
— DiscussingFilm (@DiscussingFilm) August 25, 2023
Entrando nel dettaglio, secondo la tabella pubblicata dalla WGA, per gli studios di Hollywood accettare le condizioni richieste inciderebbe soltanto uno 0.18% sulla media dei loro incassi annui.
Nel caso specifico della Disney, trovare una soluzione con gli sceneggiatori costerebbe circa 72 milioni, ovvero lo 0.088% dei loro incassi annui, pari a 82.7 miliardi complessivi (considerando anche i parchi).
Ecco la tabella:
La situazione sembra comunque molto delicata, in quanto l’AMPTP ha ingaggiato “dei nuovi PR esperti in gestione crisi” per provare a salvaguardare la propria immagine, in quanto inevitabilmente sono bersagliati e derisi online.
Al tempo stesso, la WGA ha invitato i propri membri a continuare a scioperare, lasciando intendere che, almeno per i prossimi giorni, non ci saranno altre trattative.
The AMPTP has hired a new crisis PR firm to try and save their image as more people continue to realise the importance of actors & writers receiving fair deals.
(Source: https://t.co/GSTqfnIcvV) pic.twitter.com/FsLI6Rxqng
— DiscussingFilm (@DiscussingFilm) August 25, 2023