La Disney ha ufficialmente licenziato Ike Perlmutter, storico CEO di Marvel Entertainment: era in guerra con Kevin Feige da anni.
Dopo il ritorno di Bob Iger nella posizione di Amministratore Delegato della Walt Disney Company, è stato annunciato che la compagnia sta riorganizzando il proprio modo di gestire i franchise mettendo un freno all’incessante produzione di film e serie del Marvel Cinematic Universe e di Star Wars.
La precedente gestione della compagnia, affidata a Bob Chapek dopo il pensionamento di Iger, ha compiuto diversi passi falsi, dall’aumento spropositato dei biglietti d’ingresso dei parchi Disneyland fino alla quasi rottura dei rapporti con svariate star in seguito all’incidente con Scarlett Johansson, passando per la gestione delle finestre distributive theatrical e streaming, per non citare il drastico calo della qualità media dell’offerta.
Questa settimana la Disney ha iniziato una prima fase della ristrutturazione interna che prevede l’eliminazione di ben 7000 posti di lavoro, che si strutturerà in tre cicli di licenziamenti. Sorprendentemente, tra i tanti dipendenti licenziati, figura anche Isaac “Ike” Perlmutter, ex CEO di Marvel Entertainment e figura particolarmente controversa per gli adattamenti cinematografici e televisivi dei fumetti della Casa delle Idee.
Il coinvolgimento di Perlmutter con i prodotti Marvel era considerevolmente diminuito negli ultimi anni. Nel 2015 Kevin Feige ha rischiato di abbandonare la compagnia a causa di divergenze con Perlmutter a seguito dei quali Bob Iger è intervenuto rendendo indipendenti i Marvel Studios, che da quel momento non hanno più risposto a Marvel Entertainment ma soltanto ai Walt Disney Studios e ad Alan Horn.
La maggior parte dei dissidi tra Kevin Feige e Perlmutter erano legati soprattutto alla mancanza di diversità nei film del Marvel Cinematic Universe. A detta del controverso dirigente e co-proprietario della Toy Biz, infatti, i giocattoli dei personaggi femminili e dei personaggi neri non vendevano abbastanza da giustificare la realizzazione di film stand-alone su supereroine o supereroi di altre etnie.
Il lavoro di Perlmutter, dopo la separazione dai Marvel Studios, si è limitato alla supervisione del lato editoriale, televisivo e videoludico e di certi prodotti di consumo. All’investitore, peraltro, si deve il “demerito” di aver istituito il cosiddetto Marvel Creative Committee, un gruppo composto da diversi fumettisti incaricati di riscrivere le sceneggiature dei film dell’MCU e di fornire alcune dritte per “migliorare” la caratterizzazione degli antagonisti.
Perlmutter era noto nell’industria dell’intrattenimento non solo per la sua riservatezza (è stato visto in pubblico solo in rarissime occasioni) ma anche per la sua tendenza a risparmiare il più possibile nelle scelte aziendali. Uno degli esempi più noti riguarda quella volta in cui Perlmutter impose ai disegnatori della Marvel Comics di riciclare le graffette buttate nel cestino. Per monitorare attentamente le attività negli uffici della Marvel a New York, inoltre, Perlmutter fece installare almeno 20 telecamere, disattivate successivamente dalla Disney.
Perlmutter possedeva una quota azionaria significativa della Disney e, considerando che senza di lui la Casa di Topolino non sarebbe entrata in possesso della Marvel, non è stato allontanato per tutto questo tempo per un “senso di obbligo” nei suoi confronti.