Marvel Studios, Ike Perlmutter ha davvero impedito lo sviluppo dei film su Black Panther e Captain Marvel?
Fino al 2015 i Marvel Studios erano solo una “costola” di Marvel Entertainment (l’azienda che gestisce fumetti, serie TV e, in generale, i prodotti di intrattenimento legati alla Casa delle Idee) ma, in seguito alla separazione da parte della Disney, la divisione cinematografica ha acquisito sempre più autonomia, diventando uno studio distinto a tutti gli effetti.
Il Marvel Cinematic Universe ha riscosso sin dalla sua nascita nel 2008 un notevole successo, ma negli anni si sono creati diversi dissidi interni tra due “fazioni”: quella di Kevin Feige, il presidente della divisione cinematografica, e quella di Isaac “Ike” Perlmutter, l’ex CEO e chairman di Marvel Entertainment nonché uno dei principali azionisti della Casa di Topolino.
A fronte di tutto ciò, Bob Iger, il CEO della Disney, ha deciso di rivoluzionare i Marvel Studios, rendendoli uno studio autonomo che dal 2015 non risponde più a Marvel Entertainment ma esclusivamente ai The Walt Disney Studios. Oltre a concedere maggiori libertà ai vari registi coinvolti slegandoli da ogni tipo di controllo da parte del Comitato Creativo della Marvel, Kevin Feige ha combattuto affinché i film dell’MCU potessero rappresentare il pubblico nella sua interezza.
Come spiegato dallo stesso Bob Iger nella sua autobiografia pubblicata nel 2019, Feige si è sempre battuto per realizzare film anche su personaggi femminili o di etnie differenti, andando in netto contrasto con le ideologie di Ike Perlmutter. Nello specifico, il produttore aveva intenzione di dedicare una pellicola alla Pantera Nera sin dall’inizio ma i dirigenti di New York (dove si trovava la sede di Marvel Entertainment) lo impedirono, sostenendo che i film con protagonisti personaggi neri o femminili non garantissero il successo commerciale al box-office internazionale.
Durante il quarto episodio di With Great Power: The Rise of Superhero Cinema, podcast in quattro parti condotto dal giornalista e editore Ben Fritz del Wall Street Journal, John Turitzin, ex capo consulente di Marvel Entertainment, ha commentato i report riguardanti le obiezioni sollevate da Ike Perlmutter in merito allo sviluppo di progetti come Black Panther (2018) e Captain Marvel (2019):
Fritz: “Marvel stava diventando uno degli studi di maggior successo di Hollywood, ma Ike restava comunque cauto. E a volte, ciò causava delle controversie. Nel 2014, Feige annunciò i piani per una serie di nuovi film, incluso Black Panther, il loro primo film su un supereroe nero, e Captain Marvel, il loro primo film con protagonista una donna. I nuovi personaggi promettevano di portare più diversità alla formazione degli Avengers. Ma secondo il CEO della Disney Bob Iger, Ike aveva delle obiezioni. Iger di recente ha scritto nella sua autobiografia che Ike ostacolò la produzione di questi due film. Ike contesta questa narrazione. Ha detto che voleva realizzare Black Panther e Captain Marvel. Voleva solo che i budget di questi film fossero più bassi perché sembravano dei progetti rischiosi. John Turitzin, l’avvocato della Marvel e confidente di Ike, ha spiegato che Ike non è partito prevenuto.”
Turitzin: “Beh, avevamo una lunga esperienza con personaggi diversificati nei nostri fumetti. Ma promuovere uno di quei personaggi, elevandolo a protagonista di un film e spendendo $250 milioni per produrlo era un livello di preoccupazione e di rischio completamente diverso. Quindi eravamo alquanto preoccupati per come avrebbe reagito il pubblico alla rottura del modello tradizionale del film sui supereroi con protagonista un bianco.”
Quando gli è stato chiesto se Perlmutter e i pezzi grossi di Marvel Entertainment volessero effettivamente realizzare un film su Pantera Nera, Turitzin ha dichiarato:
Assolutamente, assolutamente. Avevamo una scaletta con i film che intendevamo realizzare negli anni successivi, e uno di quelli sulla lista era Black Panther. Era sulla lista. Volevamo realizzare il film, ma siamo stati cauti rispetto all’idea.