I Marvel Studios sono stati accusati di aver imposto agli artisti degli effetti visivi lavori di oltre 18 ore al giorno.
Negli ultimi mesi sono emerse online le testimonianze di numerosi artisti dei VFX – che si occupano della realizzazione degli effetti visivi dei blockbuster di Hollywood – che hanno denunciato le condizioni di lavoro legate ai progetti dei Marvel Studios come l’impatto delle tempistiche opprimenti sul loro stato d’animo e la mole di lavoro non proporzionale alla paga. La compagnia, infatti, esercita molto potere sulle aziende che si occupano di effetti visivi e chiede di continuo diversi cambiamenti nel bel mezzo della lavorazione, ben più di ogni altro cliente dell’industria cinematografica.
In un lungo approfondimento pubblicato da Vulture sulla crisi degli effetti visivi di Hollywood, è stata riportata la testimonianza di Mark Patch, un artista veterano dei VFX con una lunga lista di crediti che include Ghostbusters (2016), Tenet (2020) e la serie American Gods. Dopo che gli fu offerta una posizione a tempo determinato per lavorare agli effetti di una serie dei Marvel Studios per Disney+, lo studio avrebbe rifiutato di pagargli il suo salario stabilito pretendendo di vedere prima una busta paga per il lavoro svolto sul blockbuster di Christopher Nolan, per poi ridurre il suo cachet di diverse centinaia di dollari a settimana.
Il VFX artist, inoltre, ha svelato di aver ricevuto delle istruzioni di riservatezza da parte di Victoria Alonso, presidente della produzione fisica e della post-produzione, degli effetti visivi e della produzione di progetti animati dei Marvel Studios, e della produttrice dei VFX Jen Underdahl in una riunione telefonica, che gli chiesero di tenere segreto il suo impiego presso la compagnia e di evitare qualsiasi post sui social media che potesse in qualche modo associarlo ad un progetto del Marvel Cinematic Universe: “La mia reazione fu ‘Ok, non posso neanche dire alla mia famiglia dove sono? Cos’è questo? Il Progetto Manhattan?”
Patch ha spiegato che la serie di dieci ore (che ha sottolineato di non poter menzionare esplicitamente per via di un accordo di non divulgazione) a cui avrebbe dovuto lavorare per i Marvel Studios richiedeva circa 3000 shot con VFX che dovevano essere completati in tempi molto più brevi di quelli necessari per un tradizionale film di supereroi (che di solito ha circa 1600 effetti visivi). Di fronte alla prospettiva di un lavoro che avrebbe richiesto 18 ore al giorno, sette giorni a settimana per tre mesi consecutivi, Patch ha reciso il contratto: “Mi dissero ‘Ok, beh, vuoi lavorare al nostro prossimo show?’ ed io dissi ‘No.’” Vulture specifica che i Marvel Studios hanno rifiutato di rilasciare dichiarazioni sulla storia raccontata da Patch e di rendere Alonso e Underdahl disponibili per un’intervista o un chiarimento.
Patch, che di recente ha lavorato come produttore associato degli effetti visivi della commedia horror Nope di Jordan Peele, ha aggiunto di essere rimasto sorpreso di scoprire che Victoria Alonso e il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige abbiano insistito nell’approvare personalmente gli shot che necessitano del lavoro sui VFX: “Ti svegli, e la prima revisione era fissata alle 7:30 di una domenica, perché stai avendo a che fare con l’agenda di Kevin, stai avendo a che fare con tutti i fornitori di tutto il mondo: Londra, Bangalore, Australia, Cina. Poi tutti devono effettuare delle modifiche in base alle esigenze di chiunque stia riesaminando gli shot: il regista, lo showrunner, i produttori. Tutti danno la loro opinione, e a volte forniscono molteplici note sugli stessi frame. Pensi ‘In che direzione devo andare con questa cosa?‘” I Marvel Studios hanno rifiutato di rilasciare commenti sul coinvolgimento di Feige ma, secondo un insider vicino alla compagnia, il produttore non approva ogni singolo shot con effetti visivi.
Anche se gli incarichi per i Marvel Studios consentono una certa vicinanza ad alcuni dei cineasti più talentuosi dell’industria cinematografica attuale come Chloé Zhao (Eternals), Taika Waititi (Thor: Love and Thunder) e Ryan Coogler (Black Panther: Wakanda Forever), Patch ha evidenziato che per buona parte di questi registi un film Marvel rappresenta la prima esperienza con un progetto ad alto budget che si basa quasi esclusivamente sugli effetti visivi:
“Prendono un tizio che ha realizzato qualche film economico o un film indipendente con un buzz positivo. E poi dicono ‘Ok, possiamo guidare questa persona a fare ciò che vogliamo.’“
Nonostante i film dell’MCU richiedano una quantità impressionante di lavoro, la maggior parte dei fornitori di VFX più importanti – tra cui Digital Domain, Framestore e Weta Digital – sono disposti ad occuparsi degli effetti di questi progetti poiché i risultati dei cinecomics contribuiscono alla carriera e alle future possibilità lavorative:
“Potresti fare un lavoro spettacolare su un film come ‘The Irishman’. Ma lo stesso tipo di ringiovanimento digitale fatto su Samuel L. Jackson in ‘Captain Marvel’ ti porta molta più attenzione, perché si tratta della Marvel.“