Il produttore di I Am Groot ha svelato che i cartoni animati anni ’20 della Disney hanno influenzato la serie di corti su Baby Groot.
Il 10 agosto arriverà su Disney+ I Am Groot, una serie di 5 cortometraggi originali prodotti dai Marvel Studios interamente dedicati a Baby Groot (Vin Diesel) in cui il piccolo alberello parlante interagisce con vari personaggi nuovi e inconsueti in momenti mai visti nei film sui Guardiani della Galassia.
Nel corso di un’intervista pubblicata sul sito del D23, Brad Winderbaum, produttore esecutivo di I Am Groot e capo del settore TV, streaming e animazione dei Marvel Studios, ha parlato della genesi del progetto, svelando che la serie di corti è stata influenzata parzialmente dai cartoni animati anni ’20/’30 della Disney:
“Volevamo riportare Baby Groot sullo schermo da molto tempo… dopo l’ultima volta in Guardiani 2. Ma nei film successivi è cresciuto, come fa un albero. Ma c’è quel periodo di tempo dove è solo un bambino, ed è sempre stato entusiasmante esplorarlo. Per noi la domanda era: come lo facciamo? E in che modo? Una cosa che ci sforziamo sempre di fare alla Marvel in generale, ma in particolare sul fronte dell’animazione, è trovare dei modi per raccontare nuove storie e spingerci oltre i confini dei vari progetti… per usare media diversi e diversi stili di animazione, dettati dal tipo di storie che stiamo raccontando. Così, all’inizio, quando io e Kevin [Feige] stavamo parlando dei concept di Baby Groot, iniziammo a pensare ai primi cartoni animati realizzati da Disney Animation… quelli con Topolino e Paperino che guardavo da piccolo e risalenti agli anni ’20, ’30 e ’40. Nel pensare ai registi che avrebbero potuto portare sullo schermo quell’umorismo situazionale in forma breve, il nome di Kirsten [Lepore] è diventato molto presto l’unica scelta per l’eccezionale lavoro fatto in passato.”