Hulk, la storia completa della copia pirata del film con protagonista Eric Bana trapelata online prima dell’uscita.
Uno dei film più sperimentali e ambiziosi basati sui fumetti della Casa delle Idee prima della nascita del Marvel Cinematic Universe è senza dubbio l’Hulk (2003) di Ang Lee. Nonostante lo scarso successo al box-office mondiale, ad oggi il film con Eric Bana viene ricordato dagli appassionati come la miglior trasposizione della storia del Golia Verde nonché come uno dei cinecomics più autoriali e introspettivi di sempre. Non tutti sanno, tuttavia, che la pellicola fu vittima di un leak prima dell’uscita, segnando uno degli episodi più gravi di diffusione illegale di opere cinematografiche. In questo speciale abbiamo voluto ripercorrere la storia completa di questo incidente, analizzando attentamente la cronologia degli eventi, le reazioni all’accaduto e le sue ripercussioni sul film e sull’industria.
IL CRIMINE
Il 6 giugno 2003 una copia digitale pirata di Hulk con effetti visivi incompleti trapelò online due settimane prima dell’uscita del film nelle sale americane. Anche se in passato si erano già verificati decine di casi di consumatori che avevano piratato film online e in altri media, questo esempio di contrabbando è stato particolarmente doloroso per Vivendi Universal e ha segnato l’inizio di una tendenza tremendamente pericolosa per l’industria cinematografica: i leak di versioni non completate dei film che prendono il nome di “workprint“. Questo termine usato viene usato per definire le copie preliminari di un film che si trova ancora in fase di post-produzione e, come è facile intuire, Hulk non rappresentò l’ultimo caso di questo grave fenomeno.
Nella versione leakata del film – di cui è possibile trovare alcune scene su YouTube – è presente la colonna sonora di Mychael Danna, il compositore assunto originariamente dalla Universal per Hulk e sostituito all’ultimo minuto con il leggendario Danny Elfman (Spider-Man). Danna spiegò il ragionamento dello studio soltanto qualche anno dopo: “Se dobbiamo far uscire un film così strano è meglio avere almeno qualcosa con cui il pubblico si senta a suo agio, una colonna sonora che ha sentito un milione di volte in precedenza.”
LE REAZIONI
Il primo sito a riportare la notizia del leak fu Ain’t It Cool News, sito di informazione cinematografica e televisiva molto popolare all’epoca. La redazione rimproverò i lettori che scaricarono illegalmente il film, criticando coloro che lo recensirono prematuramente:
“Vergognatevi. Tutti voi. Ovviamente non ci riferiamo a tutti quelli che ci stanno leggendo dato che molti di voi sono cittadini sani, normali e rispettosi della legge. Sto parlando direttamente a quella percentuale di utenti di Internet che semplicemente non dimostra un minimo di autocontrollo, che sente il bisogno di piratare film al primo secondo possibile… e nello specifico… Sto parlando alla persona che ha leakato la workprint di Hulk della Universal in primo luogo. Vergognati.”
“Realizzare film come Hulk costa una quantità enorme di soldi e se il box-office del film sarà danneggiato a causa di questo leak, allora significa che la prossima volta uno studio valuterà se investire un grosso budget per un film che interessa direttamente il pubblico geek, lo stesso pubblico che sembra geneticamente incapace di non infrangere la legge per vedere qualcosa 30 secondi in anticipo.”
Nella notte Karen Randall, consigliere generale della Vivendi Universal Entertainment (entità che riuniva tutte le attività legate al cinema, alla televisione e ai parchi divertimento del gruppo Universal), ricevette una telefonata venendo a conoscenza dall’accaduto e il suo primo pensiero fu “Li prenderemo. Li prenderemo, li distruggeremo, li fermeremo.” Un portavoce della Universal Pictures dichiarò a Entertainment Weekly che lo studio stesse conducendo “un’indagine approfondita” del leak e che i responsabili avrebbero “affrontato gravi conseguenze.”
Ai tempi i dirigenti della Universal ammisero la difficoltà di valutare gli effetti della pirateria sugli incassi del film al box-office. “Quella prima versione del film è disponibile su quasi tutte le reti peer-to-peer.” affermò Randall. “È disponibile su DVD bootleg, per le strade di New York e in quasi tutti i paesi del mondo.” Lo studio si rivolse prontamente al Federal Bureau of Investigation per chiedere aiuto subito dopo la scoperta dell’incidente: “Un atto d’accusa è meglio di un accordo civile ai nostri occhi.” Jack Valenti, presidente della Motion Picture Association of America. “Questo manda un messaggio molto severo a molte persone là fuori che pensano che rubare film sia un’alta ricompensa a basso rischio.”
IL RESPONSABILE
Il responsabile del leak è Kerry Gonzalez, sottoscrittore di assicurazioni di 24 anni residente nel New Jersey che condivise il film di Ang Lee mediante diverse chat room. Qualche settimana dopo essere stato individuato dall’FBI, Gonzalez si presentò in tribunale indossando una camicia verde chiaro, un completo verde e una cravatta verde: “È il mio completo migliore.” affermò l’uomo dichiarandosi colpevole. Il suo avvocato, Matthew Portella, ironizzò sulla vicenda nonostante la gravità della situazione: “Non fatelo arrabbiare… Non vi piacerebbe vederlo arrabbiato.”, iconica frase pronunciata da Bill Bixby nella serie televisiva L’incredibile Hulk con Lou Ferrigno del 1977.
Il Giudice della Corte Distrettuale Gerard E. Lynch del Distretto Sud di New York lo ha riconosciuto colpevole di violazione di copyright. Gonzalez venne condannato a sei mesi di arresti domiciliari, a un periodo di vigilanza speciale di tre anni, a una sanzione amministrativa pari a 2.000 dollari e a un risarcimento danni da corrispondere alla Universal pari a 5.000 dollari. Dopo quel momento, Gonzalez dichiarò di volersi adoperare per comunicare al pubblico i rischi connessi alla tenuta di condotte simili alla sua. “Di certo ho imparato una grande lezione… Imparerò a rispettare la legge.”
LA VERITÀ
Stando a quanto emerso dai documenti legali, un conoscente disse a Gonzalez di aver visto una copia di Hulk, grazie a un amico che lavorava presso l’agenzia. Il conoscente chiese Gonzalez se volesse visionarla. Dopo aver verificato la veridicità delle dichiarazioni dell’amico, Gonzalez videoregistrò una copia del film. L’FBI ha rifiutato di nominare l’agenzia pubblicitaria o l’uomo che ha dato in primo luogo il nastro a Gonzalez. Tornato nella sua residenza a Hamilton Township, Gonzalez infilò il nastro in uno scanner digitale creando quella che nei documenti del tribunale viene definita come una “copia elettronica“. Il workprint era scuro in alcune scene, era sprovvisto della colonna sonora di Danny Elfman e mostrava i dettagli di cavi digitali utilizzati per creare digitalmente Hulk. La copia includeva anche delle etichette di sicurezza – marcatori specifici in alto e in basso a destra dello schermo – e delle stringhe numeriche incorporate nella videocassetta.
Quando gli studi cinematografici realizzano delle workprint vengono utilizzati diversi marcatori sulla copia del film: “In questo modo, possiamo dire chi sia in possesso di quella copia.” spiegò Rick Finkelstein, presidente e direttore operativo della Universal Pictures. Questo elemento, in ultima analisi, ha contribuito a portare le forze dell’ordine da Gonzalez. Occorre sottolineare, inoltre, che esistevano solo poche copie iniziali di Hulk: alcune erano nelle mani del regista Ang Lee e dei montatori, i quali stavano assemblando il film in vista dell’uscita. A quanto pare, Universal inviò almeno una di queste copie a un’agenzia pubblicitaria come base per capire come commercializzare il film.
Gonzalez, che era a conoscenza dei marcatori di sicurezza, utilizzò un software nel tentativo di oscurarli. Il 6 giugno 2003, l’uomo efettuò l’accesso a un sito web con sede nei Paesi Bassi e, secondo i registri del tribunale, permise alle persone di scaricare la workprint. In poche ore, i file dei film si erano diffusi dai Paesi Bassi, raggiungendo reti peer-to-peer come Kazaa e Internet Relay Chat, protocollo informatico che consente agli utenti di copiare velocemente file da altri computer. Quando il telefono di Randall squillò verso le 11:30 della stessa notte, ormai il danno era stato fatto: il film si stava diffondendo, e molti fan e utenti reagirono negativamente al film incompleto. Randall, di conseguenza, ordinò un’azione rapida. Lo staff della Universal iniziò a tracciare il film bootleg su Internet, il primo passo verso il tracciamento del pirata.
La mattina dopo l’incidente, Rick Finkelstein stava scannerizzando dei documenti aziendali con un certo entusiasmo considerando che la notte prima 2 Fast 2 Furious si era rivelato un grande successo al box-office. Con l’uscita di Hulk prevista per le settimane successive, l’estate 2003 sembrava decisamente promettente per la Universal a livello economico. Ma l’euforia del momento svanì improvvisamente quando il telefono di Finkelstein squillò. “Abbiamo un problema.” disse Randall. “C’era un piccolo gruppo di dirigenti che discusse cosa fare e come affrontare la situazione durante il fine settimana.” ricorda Finkelstein. “Abbiamo lavorato con un investigatore esterno e iniziato a fare il lavoro forense sul file per cercare di individuare le etichette di sicurezza bloccate.”
Il 9 giugno 2003, lo studio contattò l’ufficio di Los Angeles dell’FBI. In pochi giorni, le forze dell’ordine federali avevano raccolto prove sufficienti per collegare il bootleg a un’agenzia pubblicitaria di New York. Allo stesso tempo, i funzionari dell’FBI rintracciarono la copia attraverso i fornitori di servizi Internet che Gonzalez e altri utenti avevano utilizzato. Centinaia di utenti accorrevano nelle chat room e sui siti web descrivendo il film come “terribile” e “patetico.” Lo studio era inorridito dal fatto che un numero molto elevato di persone stesse giudicando un film notevolmente diverso dal prodotto finale.
Mentre il chiacchiericcio intorno al film cresceva sempre di più sul Web, gli investigatori dell’FBI stavano restringendo la ricerca del pirata, individuando un gruppetto di potenziali sospettati. Gonzalez scoprì di essere uno di essi. “Mi ha contattato e si è arreso mercoledì.” spiegò l’avvocato difensore dell’uomo. Il caso venne chiuso definitivamente il 18 giugno, due giorni prima dell’uscita di Hulk nelle sale.
CASO CHIUSO
Dopo l’incidente, Jerry Gibbons, vicepresidente esecutivo della American Association of Advertising Agencies di San Francisco, riconobbe i difetti nel sistema di sicurezza per i nuovi film: “È sempre difficile avere il tipo di protocolli di sicurezza che ti piacerebbe avere. Il punto è che non importa dove finisca qualcosa del genere – potrebbe essere il ragazzo delle consegne – le agenzie pubblicitarie prendono molto sul serio questo tipo di misure di sicurezza e fanno del loro meglio per proteggere i loro clienti.”
“Sfortunatamente c’è un piccolo gruppo di persone che pensa sia accettabile rubare i nostri film protetti da copyright e renderli disponibili gratuitamente.” affermò Finkelstein. “Ovviamente, se questo comportamento non fosse stato controllato, non saremmo stati in grado di produrre film del calibro di Hulk per il pubblico.”
Nonostante gli studi cinematografici abbiano intensificato le loro misure anti-pirateria da allora, è impossibile prevenire il furto secondo Paul Dergarabedian, presidente di Exhibitor Relations Co.: “Per me è analogo al furto d’auto. Se qualcuno vuole davvero la tua auto, la prenderanno. Purtroppo, lo stesso vale per i film.”
Il film, sfortunatamente, fu un flop al box-office e incassò 245 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di 137 milioni. La Universal attribuì il fallimento commerciale della pellicola proprio al leak, a cui si aggiunse il passaparola negativo. Nessuno avrebbe potuto immaginare che un altro film basato sui fumetti della Marvel Comics sarebbe stato vittima di un leak molto più grave qualche anno dopo, ma questa è un’altra storia…
Ricordiamo che Hulk (2003), scritto da John Turman, Michael France, James Schamus e diretto da Ang Lee, vede nel cast Eric Bana (Bruce Banner/Hulk), Jennifer Connelly (Betty Ross), Sam Elliott (Generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross), Josh Lucas (Maggiore Glenn Talbot), Nick Nolte (David Banner), Cara Buono (Edith Banner) e Kevin Rankin (Harper).
Questa la sinossi ufficiale:
“Lo scienziato Bruce Banner (Eric Bana), ridotto a cavia di un tragico esperimento dalle sue smanie interiori, come il padre David (Nick Nolte) prima di lui, colpevole della comparsa di un Mostro Verde e della trasmissione di una tragica eredità al figlio a causa della sua ossessione della rigenerazione cellulare.”