ll 3 maggio è uscito al cinema Guardiani della Galassia Vol. 3, il terzo e ultimo capitolo sulle avventure della squadra guidata da Star-Lord (Chris Pratt). Nel film Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora dopo gli eventi di Avengers: Infinity War, deve riunire intorno a sé la sua squadra per difendere l’universo dalla minaccia dell’Alto Evoluzionario, oltre a proteggere un membro del team.
Dopo avervene ampiamente parlato senza spoiler nella nostra recensione, ora è il momento di entrare nel dettaglio: possiamo definire con assoluta certezza Guardiani della Galassia vol.3 come il film più emozionante dell’Universo Cinematografico Marvel.
Di seguito due videorecensioni con spoiler:
A nostro avviso, questo terzo capitolo rappresenta il finale ideale per la storia dei Guardiani della Galassia, un gruppo di personaggi MCU praticamente sconosciuti introdotti nel 2014, che sono riusciti a far breccia nel cuore del pubblico proprio grazie al lavoro di James Gunn, che ha sempre dimostrato un’enorme passione nei loro confronti.
Guardiani della Galassia vol.3 è una storia emozionante e ricca di cuore, che pone l’accento sul passato traumatico di Rocket, il vero protagonista del film, andando a rivelare le motivazioni dietro al suo comportamento schivo e diffidente nei capitoli precedenti.
Proprio per questo, risulta decisamente più cupo rispetto ai suoi predecessori, proponendo dei flashback legati al passato di Rocket davvero devastanti ed a tratti persino disturbanti. La storia di Rocket è pesantemente connessa con l’Alto Evoluzionario, antagonista principale del film, che per decenni ha compiuto tremendi esperimenti sulle creature di tutta la galassia.
Soprattutto se siete sensibili alle scene con gli animali al cinema, vi invitiamo a prepararvi adeguatamente: anche senza scendere nel brutale e nella violenza gratuita (rispettando il rating), il film non lascia spazio all’immaginazione e trasmette perfettamente una costante sensazione di sofferenza da parte di queste povere creature, ma al contempo anche speranze, sogni, ambizioni ed amicizia, un tema ricorrente nel film e nella saga.
Da questo punto di vista, è semplicemente un colpo al cuore.
Un giorno creerò delle grandi macchine che volano ed io ed i miei amici voleremo insieme nell’infinito, in quel cielo meraviglioso
Già dal montaggio iniziale del film, si percepisce un cambio di registro a livello tonale rispetto alle due precedenti pellicole, necessario per raccontare al meglio una storia straziante che Gunn aveva già pianificato dal primo capitolo.
Nonostante questa piega dark (che tanto sta facendo discutere in America), rimane un film sui Guardiani della Galassia al 100%, quindi mantiene lo stesso umorismo, gli stessi elementi sopra le righe e le stesse dinamiche che hanno fatto innamorare il pubblico di questa adorabile “banda di idioti“.
Da questo punto di vista, il lavoro di Gunn è eccellente, in quanto è riuscito a bilanciare nel migliore dei modi le tonalità, alternando scene più emozionanti ed intense con momenti comici, battute (che in alcuni casi interrompono proprio le situazioni più serie) e le classiche situazioni paradossali che abbiamo imparato a conoscere in questi anni di MCU.
Il regista e sceneggiatore è riuscito infatti a sfruttare al meglio le potenzialità derivate dal trasporre un fumetto, con una storia ancor più matura e cupa rispetto ai primi due capitoli, ma al tempo stesso ricca di azione, di umorismo e di emozioni, senza contare una delle tematiche alla base del franchise, che qui trova ampio spazio: l’amicizia.
Inoltre, si percepisce una forte tensione durante i tre atti, non tanto per il destino della Galassia (come poteva essere invece per il primo capitolo), quanto più per le sorti ed il destino della squadra.
Purtroppo, in alcuni casi il racconto si appoggia a delle forzature narrative ed i personaggi in fin dei conti prendono determinate decisioni soltanto perché necessarie in quel momento a far progredire la trama. Si tratta comunque di difetti accettabili, che non vanno ad influire negativamente sul racconto.
Inoltre, sul piano visivo, si percepisce fortemente la mano di James Gunn: oltre agli ottimi effetti visivi realizzati (tra i migliori per un cinecomic nell’ultimo periodo), Guardiani della Galassia vol.3 è un film colorato e stravagante, che continua ad esplorare il cosmo Marvel in modo brillante. A livello di fotografia e di immagini, continuiamo a preferire comunque il secondo capitolo, che presenta alcuni panorami e delle immagini a dir poco mozzafiato.
Come non citare inoltre l’incredibile lavoro di make-up prostetico per la realizzazione degli abitanti della Contro-Terra, degli inquietanti e bizzarri ibridi tra esseri umani ed animali. A riguardo, il film ha stabilito un nuovo record mondiale (superando Il Grinch con Jim Carrey) per il maggior numero di make-up prostetico creato per una singola produzione con oltre 23.000 effetti prostetici usati su più di 1000 attori e comparse.
Infine, abbiamo apprezzato anche le scene d’azione dirette da Gunn, dallo scontro tra i Guardiani della Galassia ed Adam Warlock fino ad un lungo piano sequenza che vi lascerà con la bocca aperta tra sorprendenti coreografie ed un sapiente uso dello slow-motion, il tutto accompagnato dalla miglior traccia musicale possibile (l’Awesome Mix non delude nemmeno in questo film).
Ciò che si nota davvero tanto è la passione di James Gunn verso le storie di tutti questi personaggi, da quelli che vengono messi spesso in secondo piano nelle storie dei Guardiani, fino al grande protagonista del film, Rocket.
Anche se il minutaggio è spesso limitante nello spazio che si può fornire a determinati personaggi senza intaccare il ritmo, Gunn ha provato a dare un momento di gloria ad ogni protagonista, che porta a compimento il suo arco narrativo. Basti pensare a Kraglin, passato da semplice sgherro dei Ravagers al servizio di Yondu ad una grande aggiunta alla squadra in grado di brillare e fornire il suo contributo, con un piccolo momento di gloria.
Stesso discorso per Mantis, relegata ad un ruolo di contorno in Guardiani della Galassia vol.2 (dove viene introdotta), ma qui tra le protagoniste principali. A riguardo, vi consigliamo la visione dello speciale natalizio sui Guardiani della Galassia, in quanto viene menzionata la sorprendente rivelazione fatta da Gunn nello special.
Il ruolo che aveva Mantis nel Vol.2 qui è stato preso da Adam Warlock: il personaggio è importante per la trama, spesso rappresenta il motore degli eventi (anche in modo leggermente forzato) ed è protagonista di un suo arco narrativo dove dimostra le sue potenzialità, ma viene messo inevitabilmente in secondo piano. La sua caratterizzazione sarà sorprendente per i lettori più accaniti e probabilmente farà storcere il naso a molti di essi, in quanto sono evidenti le differenze rispetto al materiale originale.
Per quanto riguarda l’Alto Evoluzionario, è senza ombra di dubbio uno degli antagonisti che più abbiamo odiato (in senso positivo) dell’intero Universo Cinematografico Marvel: il villain non nasconde mai tutta la sua malvagità e la sua crudeltà (questo grazie all’ottima performance di Chukwudi Iwuji, scelto da Gunn dopo avergli affidato il ruolo di Murn in Peacemaker) ed inevitabilmente anche voi proverete disgusto ed odio ogni volta che lo vedrete su schermo.
L’antagonista giusto per questo racconto.
In conclusione, Guardiani della Galassia vol.3 è un film assolutamente promosso, che prende una piega più dark rispetto ai suoi predecessori, ma che risulta comunque riconoscibile e non “stravolto”.
Inevitabilmente si è perso quel senso di novità assoluta che aveva portato il primo Guardiani della Galassia, un film in grado di rivoluzionare per davvero l’Universo Cinematografico Marvel e dimostrare che anche i personaggi sconosciuti possono diventare iconici nelle mani del giusto creativo. Al tempo stesso però, siamo di fronte ad uno dei film più intensi ed emozionanti proposti dai Marvel Studios… ed uno di quelli in cui si percepisce maggiormente la visione del regista.
James Gunn è stato in grado di prendere dei personaggi completamente sconosciuti al grande pubblico e di renderli protagonisti di una saga a dir poco iconica, con una degna conclusione che rimarrà impressa nei nostri cuori (e speriamo anche nei vostri) a lungo.