Grant Morrison risponde alle ultime dichiarazioni di Zack Snyder: “È fondamentale che Batman NON uccida. Non è ovvio?”
La scorsa settimana Zack Snyder ha fatto discutere con le sue dichiarazioni su Batman. Il regista di Man of Steel (2013) e di Batman v Superman (2016) ha affermato che il Cavaliere Oscuro “diventa irrilevante se non uccide”, dichiarazione che va nettamente in contrasto con l’essenza del Crociato Incappucciato nei fumetti.
Introdotta nei primi anni ’40, la regola di Batman di non uccidere rappresenta una delle basi della caratterizzazione del personaggio; nonostante ciò, il Batman di Snyder (interpretato da Ben Affleck) non si pone particolari problemi nell’uccidere – o schiacciare con la Batmobile -, una scelta che il regista ha sempre difeso apertamente.
Sulla sua newsletter, il fumettista Grant Morrison (autore di storie del calibro di All-Star Superman e Flex Mentallo, ma anche di cicli fumettistici più estesi sulla Justice League e sugli X-Men della Marvel) ha risposto con fermezza alle dichiarazioni di Snyder:
Se Batman uccidesse i suoi nemici, diventerebbe essenzialmente il Joker. A quel punto il Commissario Gordon dovrebbe incarcerarlo!
Morrison ha poi aggiunto che la decisione di non uccidere deriva da una mentalità figlia di una purezza infantile, implementata però nella sua astuta ed intelligente forma adulta:
Batman si mette in pericolo ogni notte, ed il suo rifiuto di uccidere è un lato fondamentale della sua magnifica, orrenda, psicosi infantile. Questa mentalità è fondamentale nelle grandiose avventure fittizie di questo eroe! Non è ovvio?
In una vecchia intervista il fumettista aveva chiarito che, nonostante la mentalità ossessiva di Batman, egli non lo considera veramente “folle” bensì un personaggio che è stato salvato dalla follia nel momento in cui ha deciso di indossare il cappuccio:
Non ho mai concordato con l’idea che Bruce fosse folle o malsano. Come ho già detto in passato, la routine di allenamento fisico e psichico (che include avanzate tecniche di meditazione) lo porterebbe a sviluppare una personalità mediamente sana e bilanciata.
Bruce Wayne sarebbe impazzito se NON si fosse vestito da pipistrello, trovando così un modo per incalanare il suo lutto, il suo senso di colpa, ed il suo essersi sentito impotente, la notte in cui sono morti i suoi genitori. Senza Batman, Bruce sarebbe veramente incasinato, ma con Batman egli diventa un essere mitologico, più che umano ed effettivamente utile alla comunità.
Credo che abbia cominciato a combattere i suoi demoni nel momento in cui lui stesso è divenuto un demone.
In poche parole, Morrison vede il Cavaliere Oscuro per quello che è: un personaggio che serve ad ispirarci.
Grant Morrison è stato autore di un ciclo fumettistico su Batman di estremo successo, durato la bellezza di sette anni.
In questo ciclo di storie, Morrison decise di tentare una strada mai battuta fino a quel momento. Invece di usare come base esclusivamente gli elementi più popolari al tempo (come le storie dark, le serie di Frank Miller e simili), la sua intuizione fu quella di considerare ogni singola storia raccontata nella continuità principale di Batman dal 1939 fino ad allora(il 2006) canonica, rendendo la “biografia” di Bruce Wayne una folle sequenza di eventi assurdamente arricchita.
A quel punto, la storia del Crociato Incappucciato comprendeva sì le storie di Miller, “Knightfall” e simili, ma anche le storie psichedeliche degli anni ’50 e ’60, le storie pulp del 1939 dove Batman combatteva mostri e vampiri, e così via, percorrendo un viaggio che porterà Bruce Wayne a diventare il Batman più completo e potente mai visto… non senza difficoltà.
Batman è più di un semplice esperimento, di un’idea di cosa succederebbe se un bambino traumatizzato diventasse un vigilante.
Batman è il promemoria della grandezza che possiamo raggiungere se riusciamo ad usare ciò che di più orrendo ci fornisce la vita come carburante per essere migliori, e proprio per questo è fondamentale che il personaggio riesca a trovare sempre un sistema più astuto e brillante per risolvere i problemi che affronta, rimanendo saldo ai suoi principi: perché questo lo rende migliore.