Steven DeKnight, showrunner della serie Daredevil targata Marvel/Netflix, in una recente intervista per IGN ha rivelato molti dettagli sulla serie, parlando del costume, dei personaggi e della violenza nella serie. Ecco di seguito i punti più interessanti
L’importanza della religione
“Credo che sia vitale per il personaggio. Matt Murdock è uno dei personaggi più religiosi del MU, se non il più religioso. Il suo Cattolicesimo è parte del suo essere e del conflitto che lo definisce. Credo che sarebbe piuttosto errato realizzare uno show in cui questo aspetto non ricopre una parte importantissima”.
L’evoluzione del costume
“I motivi per cui abbiamo cominciato con questa versione del costume — molto influenzata da Man Without Fear — sono due. Uno, questo è veramente l’inizio, la nascita di Daredevil. D’altro canto, è anche la formazione di Wilson Fisk che diventa Kingpin. C’è grande parallelismo in questo arco. Non volevamo iniziare direttamente con il costume normale, quello rosso. Volevamo che almeno nelle prime fasi si rendesse conto di cosa stava facendo e che commettesse errori e venisse sconfitto praticamente sempre. Per questo costume, che chiamiamo il costume del vigilante, all’inizio abbiamo provato praticamente di tutto – parlando di design. Abbiamo provato di tutto prima di trovare qualcosa che ci sembrasse adatto. E per ritornare a Man Without Fear, non posso dire come finirà con il costume, ma di certo ci sarà un’evoluzione”.
Il ruolo di Kingpin
“Quando lo incontriamo per la prima volta, lui è un personaggio molto misterioso, come si può vedere dal teaser. Assolutamente un cardine della prima stagione. Penso che non ci sia un modo migliore per iniziare la serie di un Matt Murdock in formazione che si scontra con un Wilson Fisk in evoluzione. Siamo stati così incredibilmente fortunati ad avere Vincent D’Onofrio, che non è solo un attore fenomenale e una persona straordinaria, molto generoso sia come attore che come performer, ma non so se esista un altro essere umano sul pianeta oltre a lui che incarni Wilson Fisk, fisicamente, come nei fumetti. Credo, onestamente, che sia la persona più simile che si possa trovare, a meno che non si stia facendo una serie animata. Ci siamo proprio meravigliati. Fisk ha un ruolo cruciale nella Stagione 1, come l’avversario di Matt Murdock. Inoltre, al contrario, Matt Murdock è il bastone tra le ruote per Fisk. Quello che mi piace di questo spettacolo è che siamo in grado di esplorare alcune zone d’ombra di chi è veramente buono, chi è davvero malvagio, e quale persona sia davvero meglio per la città nel lungo periodo”.
Il ruolo della violenza
“Ho sempre amato nei fumetti che sia un ragazzo che ha sviluppato i suoi sensi, ma non ha super poteri. È un ragazzo che si sta spingendo al limite, che può farsi male e essere ucciso… Sono enormemente influenzato dalla run di Frank Miller con cui sono cresciuto, in cui subisce costantemente danni e sconfitte. Ovviamente, c’è un po’ di amplificazione irreale nel senso di realtà del poter fare quello che fa e non finire in ospedale ogni giorno. Ma abbiamo anche toccato questo aspetto. Davvero, è come Batman senza i soldi. È solo determinato. È solo la pura forza di volontà che lo spinge anche quando un uomo normale si arrenderebbe e penso che molto di questo provenga, anche nella mitologia di Matt Murdock, dal padre e dal pugilato e cose simili, dove non ci si arrende mai”.
Stick
“Abbiamo trascorso settimane e settimane a parlare di Stick e chi avremmo scelto e quando sono entrato nello show, ero ossessionato dall’inserire in qualche modo nella serie Sonny Chiba ma non ha funzionato. Si era parlato in fase di scrittura di Scott Glenn e io non so perché sia caduto nel dimenticatoio, ma stavo guardando The Leftovers e l’ho visto e credo che sia circa settantenne e più in forma di me o chiunque conosca. Così ho suggerito a tutti di dare un’occhiata a The Leftovers e la sua performance e tutti erano d’accordo. […] In primo luogo, ho inviato una mail al mio vecchio amico Damon Lindelof. Volevo solo essere sicuro che non stesse girando [The Leftovers]. Non volevo infastidirlo e dopo aver chiarito questo aspetto, lo abbiamo contattato e lui era molto interessato. Ha letto la sceneggiatura e gli è piaciuta molto e ha detto: “Sì, mi piacerebbe farlo.” Vi posso dire, uno dei punti culminanti della mia carriera è stato parlare al telefono con Scott Glenn, perché è esattamente come lo si immagina. È proprio un tipo fantastico. È proprio bello lavorare con lui. La sua versione di Stick… È perfetto in quel ruolo”.