Deadpool, la storia completa del test footage leakato online che convinse la 20th Century Fox a produrre il film con Ryan Reynolds.
Nel 2012 il regista Tim Miller realizzò un test footage per dimostrare alla 20th Century Fox le potenzialità del personaggio di Deadpool sul grande schermo, accendendo le speranze di quelli che avrebbero voluto rivedere al cinema il Mercenario Chiacchierone dopo la pessima versione apparsa in X-Men le Origini: Wolverine (2009). Tempo dopo, il footage è comparso “misteriosamente” in rete e i fan hanno chiesto a gran voce la pellicola, rivelatasi un enorme successo di critica e pubblico. L’identità del leaker è stata oggetto di molte discussioni negli ultimi anni ma ad oggi non è stato rivelato chi abbia contribuito a dare il via al progetto. In questo speciale abbiamo voluto ripercorrere la storia completa di questo leak, analizzando la cronologia degli eventi e le reazioni all’accaduto e i possibili sospettati.
LE ORIGINI
La storia cinematografica di Deadpool ha inizio nei primi mesi del 2000, quando la Artisan Entertainment annunciò un accordo con Marvel Entertainment per co-produrre, finanziare e distribuire dei progetti su varie proprietà intellettuali della Casa delle Idee. Dopo il tentativo fallito della New Line Cinema di produrre un film sul personaggio, Ryan Reynolds espresse il suo interesse verso il ruolo di Deadpool, nato con una storia a fumetti in cui l’antieroe si descriveva come “un incrocio tra Ryan Reynolds e uno Shar-Pei.” Nel 2005, pertanto, l’attore venne ingaggiato dalla 20th Century Fox, detentrice dei diritti del personaggio, per interpretare Wade Wilson in X-Men le Origini: Wolverine, il primo spin-off dedicato al Wolverine di Hugh Jackman. In seguito al discreto successo ottenuto dal film di Gavin Hood al box-office nel week-end d’apertura, lo studio iniziò a sviluppare uno stand-alone su Deadpool che avrebbe ignorato la versione presentata sullo schermo e che avrebbe privilegiato l’espediente narrativo della rottura della quarta parete.
Nel 2010 la Fox assunse gli sceneggiatori Rhett Reese e Paul Wernick (Benvenuti a Zombieland) per lavorare allo script del film e, nell’aprile del 2011, ingaggiò Tim Miller alla regia. Miller era una scelta decisamente inusuale per il progetto essendo uno specialista di effetti visivi e co-fondatore di Blur Studio, società di VFX specializzata nella creazione di trailer per i videogiochi e di titoli di testa. Gli studi generalmente apprezzano i registi alle prime armi poiché sono più facili da controllare e tendono a rispettare gli ordini provenienti dall’alto (da cui l’espressione “yes man” in ambito cinematografico) ma, nel caso di Miller, la scelta fu dettata dal suo lavoro sul trailer di sei minuti del videogioco DC Universe Online, particolarmente apprezzato dai fan. Due mesi dopo, tuttavia, lo stato del progetto venne messo in discussione dal disastroso flop di Green Lantern con Ryan Reynolds. Lo script di Deadpool, inoltre, era pieno di elementi – come battute volgari, nudità e violenza esplicita – che difficilmente avrebbero garantito il rating PG-13, classificazione attribuita nella maggior parte dei casi ai film sui supereroi Marvel e DC.
In quel periodo si svolsero numerosi meeting alla Fox, sia internamente tra i dirigenti della compagnia che con lo stesso identico team creativo (composto da Reynolds, Miller, Reese e Wernick), fenomeno alquanto raro in un settore in cui i dirigenti tendono a cambiare strada in base all’andamento del mercato e dei gusti del pubblico. Nonostante le preoccupazioni verso il progetto e l’interesse del grande pubblico, lo studio stanziò un budget a sei cifre per permettere a Miller di creare un breve filmato di prova sulla falsa riga di quanto realizzato in precedenza da Zack Snyder con 300, il cui test footage iniziava proprio con il logo della Warner Bros. che si trasformava in uno scudo spartano.
L’esistenza del filmato venne anticipata nel 2012 da Rob Liefeld, co-creatore di Deadpool nonché di Cable e Domino, durante l’Amazing Arizona Comic-Con, a cui parteciparono altri fumettisti come Fabian Nicieza e Scott Lobdell. Nel luglio del 2018, Liefeld svelò che il test fu girato nel 2011, proprio nel week-end d’apertura di Green Lantern: “Sono andato a vedere quel filmato allo studio di Tim per tre anni. Le persone dimenticano! Quel footage è stato girato nel 2011. Ryan lo ha girato durante il week-end in cui è uscito Lanterna Verde a Blur Studio. Ecco quanto è vecchio quel filmato!”
Il test footage, tuttavia, non convinse la Fox e spaventò i dirigenti. Tom Rothman, allora presidente dello studio e figura particolarmente controversa per quanto riguarda gli adattamenti dei fumetti della Casa delle Idee (fu proprio lui a respingere una trasposizione fedele di Deadpool in X-Men le Origini: Wolverine optando per la controversa versione del personaggio con la bocca cucita), era incerto se approvare lo sviluppo. Il filmato, peraltro, si chiudeva proprio con Deadpool nell’atto di salutare Rothman dicendo “Ciao, Tom“. La Fox, vista la riluttanza degli esecutivi, valutò persino di realizzare una versione PG-13 della pellicola per timore di non riuscire a eguagliare il successo commerciale degli altri cinecomics e, per un po’ di tempo, venne considerata l’idea di cambiare il team creativo del film. Ma poi, improvvisamente, il test footage arrivò online.
IL LEAK
Il 28 luglio 2014 il test footage fu illegalmente diffuso in rete, generando reazioni entusiaste da parte dei fan. Il filmato di prova era di proprietà della 20th Century Fox e chiunque fosse stato responsabile del leak avrebbe rischiato di iniziare una battaglia legale con lo studio. Mentre alcuni hanno ipotizzato che la Fox stessa potrebbe aver diffuso il filmato, molti altri insider spiegarono ai tempi che “neanche lo studio più disperato di Hollywood” avrebbe fatto trapelare autonomamente il proprio materiale. Il giorno dopo il video venne diffuso in versione ufficiale da Blur Studio, la compagnia che aveva creato il test. Il filmato, della durata di 1 minuto e 48 secondi, suscitò il clamore dei lettori dei fumetti e degli appassionati del Mercenario Chiacchierone, che richiesero a gran voce la realizzazione di un film stand-alone sul personaggio. Improvvisamente, gli orribili ricordi del Deadpool con la bocca cucita di X-Men le Origini: Wolverine erano morti e sepolti. Dopo l’accoglienza più che positiva riservata al test footage trafugato online, il progetto ha finalmente ottenuto il via libera dalla Fox e una data d’uscita.
LE REAZIONI
Nelle ore successive la Fox fece il possibile per rimuovere dal Web ogni traccia del filmato, cancellando i link ricondivisi da testate online specializzate in cinema e TV e in fumetti sui supereroi. Pochi giorni dopo l’accaduto, Ryan Reynolds commentò il leak del test footage, sostenendo che il video avesse aiutato a far smuovere finalmente le cose e a spingere la Fox a dare il via libera:
“Il film è in stallo da diverso tempo. C’è stata una reazione così energica alle sequenze trapelate che abbiamo pensato ‘Oh, quindi non eravamo così folli a credere in questo personaggio’. È bello constatare il potere di Internet, realizzare che, quando usati nel modo giusto, Twitter, Facebook e Instagram possono smuovere montagne.”
Come si evince dall’osservazione finale dell’attore, il successo riscosso dal test ha senz’altro rappresentato l’inizio di una tendenza (talvolta pericolosa e controversa): l’influenza di una minoranza piuttosto rumorosa sui social e appartenente a un determinato fandom sulle scelte aziendali e produttive di uno studio Hollywoodiano. Non molti anni dopo, ad esempio, avremmo assistito ad altre “vittorie” del fandom sulle major come quella della campagna Save Daredevil o quella dei sostenitori della Justice League di Zack Snyder. La curiosità attorno al primo cinecomic Rated-R dai tempi dei film di Blade con Wesley Snipes fece domandare agli studi rivali con quali proprietà intellettuali si potesse realizzare qualcosa di simile a Deadpool: “Non avviene così spesso in questo settore che qualcuno dica ‘Te lo avevo detto.’ Ma questi ragazzi si sono sicuramente guadagnati il diritto di dirlo.” affermò un altro insider.
Meno cauta fu la reazione del regista alla notizia del leak. In un episodio di Comic Book Shopping, Tim Miller ammise di aver temuto che la Fox lo avrebbe arrestato o addirittura “ucciso” per il leak pur non essendone direttamente responsabile:
“Lo sviluppammo. Facemmo un piccolo test. Ma non venne approvato. A Hollywood, ti danno un budget, ti danno una star e tutto il resto… ma poi lo studio dice sì o no. Se dicono no, allora tutti rinunciano velocemente. Il leak avvenne il giorno del Comic-Con. Stavo letteralmente tornando a casa dal Comic-Con, stavo tirando giù le valigie una volta uscito dal treno. E d’un tratto il mio telefono iniziò a esplodere. Molti mi scrissero ‘Amico, la tua m***a è online. Oh ca**o!’ Ero inorridito. Mi veniva da vomitare. Pensavo che la Fox mi avrebbe ucciso o arrestato.”
A pochi giorni dall’uscita del film nelle sale, Reynolds pubblicò su Facebook un post per ringraziare i fan per il supporto dato al footage, lanciando una frecciatina a X-Men le Origini: Wolverine: “Quello su cui cammina non è pavimento. Sono i raggi del sole. Grazie ai fai di #Deadpool che ci hanno accompagnato per tutta la strada che và dal primo test footage fino all’evento principale. È solo grazie a voi se abbiamo potuto dare vita a Deadpool. Nel modo giusto.”
Il 9 febbraio 2016, gli sceneggiatori Rhett Reese e Paul Wernick si sbilanciarono finalmente sull’argomento, fornendo alcune informazioni inedite. Stando a quanto spiegato da Reese, Simon Kinberg, sceneggiatore di X-Men: Conflitto Finale e regista di X-Men: Dark Phoenix, ebbe un ruolo molto importante dietro le quinte:
Reese: “Penso sia stata una combinazione di diversi fattori. Abbiamo avuto il regime giusto nel momento giusto alla Fox, il che fu cruciale. Le poche volte che ci furono dei leak, con lo script e il test footage, ci fu una reazione meravigliosa e travolgente tra i fan. Alcuni erano quasi arrabbiati: ‘Dov’è questo film?!’ E il terzo elemento fu Simon Kinberg, è il custode della torcia dei supereroi alla Fox. Paul gli mandò una email dicendo ‘Abbiamo bisogno del tuo culo… [in originale ‘We need your ass”] e poi tra parentesi scrisse ‘assistenza’. Simon ci aiutò e spiegò ai dirigenti della Fox per quale motivo potesse essere una mossa intelligente realizzarlo con il rating R. Era come un angelo sulle nostre spalle.”
Wernick: “Siamo rimasti assolutamente entusiasti. Se potessi tornare indietro e guardare le nostre mail dopo che il test footage venne realizzato nel 2012, sapresti che ci siamo domandati di continuo ‘Come lo facciamo trapelare? Come facciamo ad avere un’ondata di supporto dai nostri fan?’ Quando il filmato trapelò nel 2014 e ottenne la reazione che speravamo, pensammo ‘Eccolo!’ Questa è una conferma del fatto che non siamo pazzi ad essere appassionati di questa cosa. C’era un’intera fanbase di persone che chiedeva a gran voce questo film. Se non ci fosse stata quella reazione, sarebbe stato un disastro e il progetto sarebbe morto. Sentivamo nelle nostre ossa che questa sarebbe stata la reazione. Eravamo entusiasti e ancora oggi non sappiamo chi lo abbia fatto. C’è una lista molto corta di sospettati.”
Reese: “È come Cluedo: tutti noi abbiamo una motivazione ma non siamo ancora sicuri di chi lo abbia fatto.”
I SOSPETTATI
Il 15 febbraio 2016 il giornalista Borys Kit di The Hollywood Reporter pubblicò un lungo approfondimento dedicato al mistero del leaker. Kit parlò con svariate fonti interne coinvolte nel progetto per gettare luce sulla vicenda. Anche se Tim Miller non ha mai ammesso pubblicamente di essere stato la mente dietro il leak, numerose fonti indicarono che lui o uno dei suoi colleghi alla Blur fossero gli artefici. Malgrado ciò, un insider insistette sul fatto che Miller non fosse il vero responsabile del leak, dipingendo il regista come una persona che sarebbe uscita allo scoperto e che avrebbe detto tranquillamente la verità se l’accaduto fosse stato farina del suo sacco. Questa persona ipotizzò che il leak potrebbe aver avuto origine da alcune email, inviate dal regista alla Fox, contenenti il link al footage come dimostrazione del suo talento.
Un altro insider, invece, definì il leak come un “lavoro fatto dall’interno“: al contrario dello script di Deadpool trapelato online, il leak del test footage aveva l’obiettivo specifico di portare avanti il progetto. “Un pensiero diffuso da anni nel team di Deadpool era ‘Se solo le persone potessero vederlo…’” spiegò la fonte. “Il desiderio era ‘E se ci allontanasssimo dai nostri computer e il filmato trapelasse in qualche modo?‘” Secondo un’altra fonte vicina al progetto, l’ipotesi che fosse stato Miller non era poi così irreale: “Non ho mai incontrato una persona così determinata a far succedere qualcosa. Dovrebbe prendersi buona parte del merito, se non la maggior parte del merito, per averlo fatto succedere.”
Secondo altri la Fox in realtà fu complice del leak, se non addirittura la fonte ultima. Come evidenziato dal THR, infatti, in quel periodo Emma Watts, responsabile delle produzioni dello studio, stava avendo “problemi a ottenere l’autorizzazione per un progetto in cui credeva“. Ancora oggi non è del tutto da escludere che la Fox stesse cercando di “sondare il terreno” per uno stand-alone su Deadpool prima di approvarne lo sviluppo. Inoltre, il footage apparteneva legalmente alla Fox e non a Tim Miller: per questo motivo il regista avrebbe potuto essere citato in giudizio per aver distribuito online il filmato senza aver ricevuto almeno un tacito consenso.
Molti appassionati, invece, credono tutt’ora che sia stato lo stesso Ryan Reynolds a diffondere il footage su Internet quasi dieci anni fa. In molteplici occasioni, infatti, l’interprete di Wade Wilson ha scherzato sull’accaduto, suggerendo implicitamente di essere stato l’ideatore del leak:
“Lo avrei fatto io se avessi saputo che avrebbe causato tutto ciò! Ora, abbiamo avuto modo di realizzare il film. Non lo stiamo realizzando con il budget della maggior parte dei cinecomics ma lo faremo nel modo in cui volevamo farlo.”
“So che uno di noi lo ha fatto. Eravamo quattro: io, Rhett Reese, Paul Wernick e Tim Miller, il regista. Uno di noi ha lasciato trapelare il footage. Qualcuno deve averlo fatto… ma sono sicuro al 70% di non essere stato io!”
“Sto ancora cercando il bastardo che ha pubblicato il nostro test footage su Internet causando l’approvazione di Deadpool. Sto investigando personalmente.”
In occasione del quinto anniversario dell’uscita del filmato, l’attore canadese aprì persino un’indagine fittizia sul suo account Instagram, in cui analizzava le prove alla ricerca del colpevole. Tra i tanti sospettati era possibile leggere anche i nomi di Hugh Jackman e Betty White, del regista Taika Waititi (Thor: Ragnarok), di sua moglie Blake Lively e di Rob Liefeld. L’attore, inoltre, ironizzò sulla Fase 5 della sua indagine, spingendo molti fan a ipotizzare che si trattasse di un potenziale indizio sull’ingresso di Deadpool nel Marvel Cinematic Universe al termine della Fase 4. Ironia della sorte, solo qualche anno dopo i Marvel Studios avrebbero confermato l’introduzione dell’antieroe nell’MCU con il terzo film, diretto stavolta da Shawn Levy:
“Inizia il quinto anno di indagini. O, come la chiamo io, la ‘Fase 5’. Il punto è che mi piacciono molto i fili cospirazionisti. #LeakAversary.”
https://www.instagram.com/p/B0d5PLhBGaB/?igshid=YmMyMTA2M2Y=
CASO CHIUSO (?)
Nel 2022 il mistero si è infittito ulteriormente a causa di alcune criptiche dichiarazioni di Tim Miller. In un’intervista pubblicata sei mesi fa sul canale YouTube di Allan McKay, il regista ha raccontato dei retroscena inediti sul leak, spiegando che circa una decina di persone alla Fox aveva effettivamente accesso al filmato:
“Beh, la cosa divertente è che la prima versione aveva una pessima qualità. E poi una versione in alta risoluzione fu leakata e il team della sicurezza della Fox disse ‘Mr. Miller, sa niente di questa versione in alta risoluzione?’ ed io risposi ‘Non ne so niente.’ Loro risposero ‘Beh, proviene dal tuo server, quindi dovresti sapere qualcosa al riguardo.’ E scoprii che c’erano una serie di persone che avevano accesso al link, tipo agenti, gli agenti di varie persone, circa una decina di persone. E qualcuno, quando il link iniziale venne pubblicato, inviò quel link e il filmato venne distribuito. Non so chi lo abbia fatto, ma ormai era là fuori in tutta la sua gloria. Ero molto orgoglioso di quel test.”
Pochi minuti prima, curiosamente, il regista si era lasciato sfuggire di conoscere l’identità del leaker e di essere riconoscente nei suoi (o dei loro) confronti:
“Ma poi successero un paio di cose. Una fu il leak, di cui non parlerò, ma non sono stato io. Ma so chi lo ha fatto, e sono molto grato a quelle persone per averlo fatto e prima o poi le ripagherò.”
Durante un episodio di “VFX Artists React” rilasciato sul canale YouTube di Corridor Crew quattro mesi fa, Miller ha negato ancora una volta di essere stato l’artefice del leak, riflettendo in modo approfondito sulla genesi del film e sul suo inaspettato coinvolgimento nel progetto:
“Realizzammo questo test, avevamo un budget, avevamo definito un programma ma la Fox disse ‘Non crediamo in questo film.‘ E poi il test trapelò online. È stata una cosa bellissima che è successa per tutti i motivi giusti. Ma non sono stato io. È una di quelle cose che dovrebbero restare segrete perché un mistero è molto più interessante della verità… Beh, una serie di eventi accaddero tutti insieme. Emma Watts capì che i film sui supereroi vietati ai minori potevano permettere alla Fox di differenziarsi dal resto dei film di questo tipo. Era un’opportunità commerciale. Potevano possedere un segmento di quel mercato. Poi venne coinvolto anche Simon Kinberg, che era il custode della roba Marvel alla Fox. Se credo che lo avrei diretto se il test non fosse leakato? Forse no. Forse avrebbero detto ‘Sapete cosa? Penso che questo dovrebbe essere un vero film, fate venire qui Robert Rodriguez e fateglielo dirigere.’ dato che era stato associato al progetto in passato. Hollywood non ama dare una possibilità ai registi senza esperienza. È successo tutto così in fretta che sono stato solo fortunato.”
L’ultima dichiarazione di Ryan Reynolds sulle origini del leak risale proprio a poche settimane fa. In un’intervista con Variety, l’attore è stato nuovamente interrogato sull’identità del responsabile:
“[Lo studio] ci permise di girare un piccolo test footage, che non è mai stato rilasciato pubblicamente, ed è rimasto nei loro archivi per due anni finché un giorno qualche str***o lo ha fatto trapelare accidentalmente su Internet. Chi mai farebbe una cosa del genere? Poco dopo, tutto Internet ha iniziato a volere questo film. Questo è il vero test footage. Non l’ho più visto da quando ha lasciato il mio computer.”
Tirando le somme, il primo Deadpool è stato un vero e proprio game changer per i film sui supereroi, arrivando ad incassare 782.6 milioni di dollari in tutto il mondo a fronte di un budget di soli 58 milioni. Fino a quel momento gli studi pensavano che i cinecomics dovessero essere classificati necessariamente come PG-13 per poter avere successo al box-office ma i risultati di Deadpool (e di altri film vietati ai minori usciti negli anni successivi come Logan e Joker) hanno dimostrato il contrario. Il mistero attorno al test footage incarna perfettamente il motivo per il quale i fan e il pubblico amano così tanto Deadpool: si tratta di un evento imprevedibile, estremo, folle e ribelle… proprio come Wade Wilson.
Ricordiamo che Deadpool (2016), scritto da Rhett Reese e Paul Wernick e diretto da Tim Miller, vede nel cast Ryan Reynolds (Wade Wilson/Deadpool, Ed Skrein (Francis/Ajax), Morena Baccarin (Vanessa Carlysle), Andre Tricoteux (Peter Rasputin/Colosso), Brianna Hildebrand (Testata Mutante Negasonica), T.J. Miller (Weasel), Gina Carano (Angel Dust), Leslie Uggams (Al) e Karan Soni (Dopinder).
Questa la sinossi ufficiale:
“Wade Wilson è un ex membro delle Forze Speciali diventato mercenario. Dopo un esperimento non autorizzato che gli conferisce il potere di guarigione veloce, l’uomo adotta il proprio alter ego Deadpool. Dotato di nuove capacità e di un macabro senso dell’umorismo, l’antieroe inizia la caccia all’uomo che ha quasi distrutto la sua vita.“