Il 3 maggio del 2024 uscirà Deadpool 3, il terzo capitolo dedicato alle avventure del Mercenario Chiacchierone interpretato da Ryan Reynolds che, oltre ad essere ambientato nel Marvel Cinematic Universe, sarà il primo progetto dei Marvel Studios vietato ai minori. Nel film assisteremo al ritorno di Hugh Jackman nei panni di Wolverine, un ruolo che lo ha consacrato come uno degli attori più amati dei fan.
Con una conferenza stampa indetta poche ore fa, la SAG-AFTRA (sindacato degli attori statunitensi) ha annunciato ufficialmente che entrerà in sciopero contro l’AMPTP (associazione dei produttori cinematografici statunitensi). Il sindacato – che rappresenta oltre 160 mila attori di Hollywood – dopo 4 settimane di trattative ha deciso che “incrocerà le braccia” a partire dalla mezzanotte del 14 luglio, e rimarrà in sciopero finché non riuscirà a ottenere un contratto equo con l’associazione dei produttori – che rappresenta circa 300 tra studios e streamer grandi e piccoli, in particolare le grandi major di Hollywood oltre a Netflix, Amazon e Apple.
Questo ha portato all’interruzione immediata di tutte le produzioni sul suolo statunitense, incluso Deadpool 3 (che era a circa metà della propria produzione). Al momento, nessuno ha idea di quando lo sciopero terminerà.
Inoltre, lo scioperò impedirà agli attori di partecipare a riprese aggiuntive, sessioni di ADR (registrazioni di audio aggiuntive) e persino alla campagna promozionale del film. Proprio per questo, potenzialmente questo sciopero potrebbe rappresentare un serio danno anche per le pellicole in uscita il prossimo anno, soprattutto se (come nel caso dei Marvel Studios) erano stati pianificati dei reshoot.
Infine, gli attori non potranno neanche partecipare a convention come il San Diego Comic-Con (che inizierà il 20 luglio e al quale i Marvel Studios non parteciperanno) o a festival cinematografici.
Per la prima volta dal 1980 gli attori entrano in sciopero, e per la prima volta dal 1960 lo fanno insieme agli sceneggiatori (che hanno iniziato a scioperare lo scorso 1° maggio). Proprio grazie allo sciopero del 1960 ora gli attori hanno una pensione, dei bonus residual e un’assicurazione sanitaria.
Da domani anche le poche produzioni che erano in corso dovranno chiudere i battenti, paralizzando totalmente l’industria cinematografica e televisiva.