Bob Iger ammette che la Disney a volte “sbaglia approccio” con la Cina per il rilascio dei film Marvel.
Negli ultimi anni il rapporto tra Hollywood e il mercato cinese si è fatto sempre più delicato. Dopo l’uscita di Avengers: Endgame – che ha incassato 629 milioni di dollari in Cina nel 2019 – pochissimi prodotti Marvel sono usciti nel territorio cinese. Secondo numerosi esperti del settore, infatti, il governo cinese avrebbe istituito un vero e proprio “ban” ad ogni tipo di blockbuster, causando grandi danni economici alle varie major cinematografiche, che hanno sempre considerato la Cina come uno dei mercati più redditizi al mondo.
In alcuni casi, le major hanno deciso di tagliare tematiche LGBTQ+ per favorire l’uscita in Cina: basti pensare a Bohemian Rhapsody o Animali fantastici – I segreti di Silente, dove sono stati rimossi riferimenti a relazioni omosessuali per accontentare il governo e assicurarsi l’arrivo nelle sale locali. Disney, invece, ha deciso di non “piegarsi” alle richieste delle autorità cinesi e di non censurare i propri film, motivo per cui svariate pellicole – come Doctor Strange nel Multiverso della Follia o Thor: Love and Thunder – sono state bloccate in Cina e nei Paesi Arabi.
A pochi giorni di distanza dal ritorno di Bob Iger come Amministratore Delegato della Disney, è stato annunciato che Avatar: La Via dell’Acqua aveva ottenuto il via libera per l’uscita in Cina (che ha portato ad oltre 240 milioni di incassi). Stessa sorte è toccata a Black Panther: Wakanda Forever e ad Ant-Man and The Wasp: Quantumania, che sono diventati i primi film dei Marvel Studios ad uscire in Cina dopo quasi quattro anni di “ban” dal governo cinese.
Bob Iger e un gruppo di registi e dirigenti di Hollywood hanno incontrato di recente una delegazione bipartitica per discutere i rapporti della compagnia con il Partito comunista cinese. Secondo una fonte vicina al comitato Select Committee del partito (via Deadline), durante l’incontro Iger avrebbe ammesso che l’approccio dello studio con la Cina “non è stato sempre ideale“.
Iger ha spiegato che i rapporti tra la Disney e il regime cinese sono mutati ed ha assicurato che l’obiettivo della società “non è di cambiare le storie“, aggiungendo che i dirigenti hanno cercato di scendere a patti con le richieste culturali e politiche dei censori cinesi: “Hanno ammesso che è stato un giudizio di valore e non sempre lo fanno bene.“, in riferimento al fatto che a volte lo studio aderisce alle richieste delle autorità cinesi e altre volte no.
Nel 2020 PEN America ha elencato diversi esempi di censure e modifiche apportate ai progetti della Walt Disney Company e delle sue sussidiarie. Tra queste, occorre citare la scelta di reinventare il personaggio dell’Antico (interpretato da Tilda Swinton) come celtico anziché come il tradizionale monaco tibetano dei fumetti, associabile più facilmente a uno stereotipo razziale.