“Black Adam”, il primo film DC con protagonista Dwayne “The Rock” Johnson, approderà presto nelle sale. Ecco cosa ne pensiamo.
Inizialmente l’esordio di Dwayne “The Rock” Johnson nei panni di Black Adam nell’Universo DC era previsto nel film su Shazam, ma successivamente è stato annunciato un intero film dedicato al personaggio, che uscirà il 20 ottobre in Italia su sceneggiatura di Adam Sztykiel e regia di Jaume-Collett Serra.
Recentemente, grazie ad un invito della Warner Bros., abbiamo avuto la possibilità di vedere il film in anteprima, ragion per cui di seguito vi rilasciamo le nostre impressioni rigorosamente SENZA SPOILER.
L’Universo DC
In primo luogo, spendiamo qualche parola per i fan più sfegatati dell’Universo DC: sorprendentemente, il film è ricco di riferimenti, dinamiche e personaggi ripresi direttamente dalle pagine dei fumetti, partendodagli antagonisti e muovendoci verso le origini del personaggio stesso.
Per molti la cosa potrebbe essere scontata, ma vista la scelta di dedicare un intero film al personaggio di Black Adam senza Shazam – ricordando che il personaggio interpretato da The Rock è stato concepito proprio come villain di Billy Batson – i dubbi sul quanto la pellicola volesse effettivamente far parte di un più vasto Universo DC si sono fatti preponderanti durante la campagna marketing.
Il film però non si vergogna affatto di far parte dell’Universo DC ed è colmo di riferimenti alla dinamica della trasformazione concessa dal mago Shazam; per non parlare di quelli che potrebbero essere definiti come degli easter egg , ma che finiscono per fare, in qualche modo, parte della trama.
L’azione, elemento portante del film
Il film non tradisce le aspettative su un punto in particolare: la potenza di Black Adam è percepita nel corso dell’intera pellicola.
Le scene d’azione sono ben gestite, con una buona CGI (che risulta addirittura impressionante, se si pensa a quanto del film sia effettivamente basato sul suo utilizzo), e la natura inarrestabile del personaggio dotato della resistenza di Shu, la velocità di Heru, la forza di Amon, la saggezza di Zehuti, la potenza di Aton ed il coraggio di Mehen, è assolutamente fuori discussione.
La violenza è esplicita, ma mai disturbante, camminando su una linea sottile tra PG-13 e Vietato ai Minori, ma tenendo sempre a mente che il film debba essere fruibile da un pubblico vasto. La brutalità del protagonista è chiaramente comunicata, ma non parliamo assolutamente di un film inaccessibile ad un pubblico giovane.
Ogni scena action è mirata ad esaltare la forza del protagonista, presentando questo aspetto persino in qualche siparietto comico, e la promessa di cambiare “la gerarchia dei poteri“, posizionando Black Adam tra i più potenti esseri mai visti in un film DC, viene mantenuta.
Nota parzialmente dolente è da dedicare all’uso dello slow motion, a volte funzionale, ma in altri momenti ridondante. Fortunatamente, non risulta mai particolarmente “offensiva”, riuscendo persino ad esaltare l’azione in alcuni frangenti, bloccando i protagonisti in delle pose che potrebbero tranquillamente essere viste in una tavola a fumetti.
Da questo punto di vista, Dwayne Johnson ha rispettato completamente le aspettative, ed ha dimostrato il suo interesse nel presentare esattamente il personaggio per come l’ha descritto, e per il quale prova una tale passione.
Una trama semplice permette di avere personaggi complessi… ma non in questo caso
La nota più dolente di tutto il film è tristemente legata alla storia in sé, ma anche ai suoi personaggi.
Il cast di Black Adam è composto da scelte ispirate che forniscono buone performance, sfociando persino sull’ottimo in alcuni casi, ma tristemente nessuno di essi è aiutato dalla sceneggiatura, scarna in modo impressionante, soprattutto tenendo conto del lungo tempo trascorso dall’inizio dello sviluppo del film.
L’inizio della storia ha impatto, ma poco dopo di esso ci si ritrova in una serie di loop nel quale viene speso decisamente troppo tempo a raccontare la mitologia del film in modi decisamente poco naturali, più e più volte, ritrovandosi ad avere l’impressione di stare perdendo tempo prezioso che poteva essere utilizzato nell’esplorare maggiormente dei personaggi che, nonostante il carisma degli attori, risultano esclusivamente bidimensionali.
L’incompetenza degli eroi della Justice Society of America è disarmante, la caparbietà nel ripetere ciclicamente che il nostro protagonista non sia un eroe è spossante, ed il rapporto tra queste due parti invecchia alla velocità della luce, trovandosi ad affrontare la stessa dinamica dall’inizio alla fine del film, subendo dei cambiamenti così minimi da essere praticamente impercettibili.
Black Adam stesso ne esce tristemente come un personaggio carico di potenziale inespresso. Una storia d’origine che colpisce, un impatto visivo veramente prorompente, ed un The Rock in parte non riescono a distrarre dall’incredibile numero di frasi ad effetto mirate a dimostrare l’inarrestabilità del protagonista, che finiscono per fare vivere un effetto “boomerang”.
Spesso si ha l’impressione che il film si stia sforzando decisamente troppo per chiarire verbalmente (più e più volte) la forza del protagonista, il suo essere indomito ed il suo completo disinteresse nell’essere un eroe, quando a comunicare tutto ciò sarebbero bastate semplicemente le azioni da lui compiute, rendendolo tristemente piatto, se non per qualche piccolo momento che però non copre abbastanza tempo nel minutaggio, da darci modo di vederlo completamente sotto un’altra luce.
La storia ha delle idee e delle intuizioni lodevoli, ma sfortunatamente tutto è trattato in un modo talmente tanto superficiale, da essere in dubbio sulla possibilità che il fattore “andare a vedere un film spegnendo il cervello” possa addirittura essere applicabile, almeno per il primo atto.
Un colpo di scena rovinato
Senza entrare troppo nel dettaglio, la campagna marketing del film ha commesso l’inspiegabile errore di rovinare completamente un passaggio di trama che potenzialmente poteva essere un ottimo colpo di scena.
Non stiamo parlando di un dettaglio, ma di un importante passaggio di trama che definisce la storia del protagonista, venendo rivelato man mano dal film cercando di sorprendere lo spettatore, finendo però per essere limitato dal fatto che l’informazione sia stata comunicata praticamente in ogni trailer.
Risulta davvero impossibile credere che nel corso del decennio nel quale il film è stato sviluppato, non ci sia stato modo di architettare una campagna marketing in grado di mantenere segreto questo aspetto della pellicola.
Tiriamo le somme
Black Adam è un film colmo di difetti, ma nonostante ciò, risulta godibile.
La pellicola è ricca di un’azione divertente da seguire, la colonna sonora di Lorne Balfe funziona, con dei temi memorabili e persino delle scelte di canzoni pop ispirate. L’umorismo è presente, a volte ingombrante ma spesso godibile. I design dei personaggi sono ottimi e vederli in azione ha il suo perché.
Nonostante l’ostinatezza del protagonista nel presentarsi come un anti-eroe (cosa che effettivamente è, visti i suoi metodi), il film ci tiene a trattare temi di eroismo legati persino a dei messaggi sociali, cosa non comune in un momento storico nel quale vedere dei personaggi appartenenti al panorama supereroistico difendere e proteggere dei civili, è divenuta una rarità in confronto alle battaglie in CGI ambientate in lande desolate.
Ci sono dei momenti decisamente memorabili, ma tutto questo è parte di una trama sorprendentemente scarna, con dei personaggi che alla meglio sono superficialmente interessanti, ed alla peggio direttamente deludenti.
Consigliamo quindi la visione – con i dovuti avvertimenti legati alla pesantezza di alcuni passaggi decisamente ripetitivi – principalmente a chi vuole andare a vedere un action con poche pretese di grande profondità, ricco di azione fortemente sopra le righe.
Ovviamente, ci raccomandiamo di rimanere in sala fino alla fine della prima serie dei titoli di coda, per una scena post-credits che esalterà parecchi appassionati dell’universo DC e della quale avremo modo di parlare ampiamente nelle prossime settimane.