La trilogia del Cavaliere Oscuro ha segnato delle vette importantissime nel panorama del cinema di intrattenimento e dei cinefumetti, nonostante questo però, secondo molti fan non sono fedeli alla controparte cartacea, sarà vero?
Per alcuni sarà scontato, per altri meno, ma questi film dall’indubbia importanza per il panorama in cui si collocano vengono spesso tacciati di poca aderenza col tema che trattano.
Sarà per il cosiddetto realismo Nolaniano, per dei cambiamenti estetici di molti personaggi o anche per delle differenze di caratteristiche che hanno portato a credere che Nolan si sia inventato tutto, che i suoi film non abbiano nulla a che fare col fumetto e che di Batman abbia usato solo il nome.
Ma è veramente così?
Ecco i motivi per cui la trilogia del Cavaliere Oscuro non solo è un’ottima trasposizione cinematografica, ma riprende fedelmente moltissimi punti dei fumetti che magari possono essere sfuggiti, ma che sono radicalmente importanti nella controparte cartacea:
Le trame:
I film di Nolan secondo molti hanno delle trame create completamente ad hoc, che poco hanno a che fare con le dinamiche del fumetto e per colpa del loro realismo eccessivo tolgono il sense of wonder al tutto rendendo la storia qualcosa che con Batman e il suo universo hanno poco a che vedere. Anche se in realtà, non è proprio così.
Queste pellicole infatti sono tutti basate come minimo su una storia o saga fumettistica, riprendendo i punti più importanti e riportando quella che è davvero l’anima della loro fonte.
Come già saprete, la saga è composta da tre capitoli:
- Batman Begins
- Il Cavaliere Oscuro (The Dark Knight)
- Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno (The Dark Knight – Rises)
Partiamo dal primo film:
Batman Begins
Questo film ci narra le vicende di Bruce Wayne e del percorso che lo porterà a divenire il flagello del crimine di Gotham City che noi conosciamo. La trama si struttura in due punti fondamentali:
- La genesi e l’addestramento di Bruce
- La sua ascesa di Batman a Gotham City
Questo è probabilmente il più semplice da comprendere, dato che parliamo di una trasposizione di Batman: Anno Uno di Frank Miller e David Mazzuchelli. Si tratta di una delle storie più importanti per il personaggio, che fa da base ancora oggi per le origini che ogni autore deve raccontare ogni qual volta avviene un reboot in casa Dc. Raccontandole in un modo articolato, cupo e pulp, Miller ci mostra Batman e soprattutto Bruce Wayne in una veste più che mai fallibile in quanto parliamo del suo primo periodo di attività a Gotham.
Sa cosa vuole fare ma non sa come. Ha i mezzi necessari per farlo, ma ad ogni tentativo c’è sempre un tassello che manca, quello della paura. Un uomo solo non può fermare la mafia perché non la spaventa, quindi deve diventare qualcosa di più, un’idea, un pensiero orribile, un simbolo.
Lo stesso accade nel film. Ci troviamo in una Gotham completamente allo sbando e preda di una criminalità che la infesta. Una città senza nessuno a vegliarvi e che difenda le brave persone, terrorizzate del mostro della criminalità creato da un sistema corrotto sotto ogni punto di vista, sia che si parli delle sovrastrutture che della polizia. La mafia la fa da padrone e nessuno prova a contrastarla per via del loro potere. Quel tipo di potere che non si compra, il potere della paura.
In mezzo a questa feccia, che si parli del film o della controparte fumettistica, ci sono due uomini che vogliono fare qualcosa, che vogliono fare la differenza, entrambi vacillano, ma non cadono e se cadono lo fanno per imparare a rimettersi in piedi.
Queste due persone sono il già citato Bruce Wayne e James Gordon.
E grazie a questa loro comune voglia di rivalsa e un amore malsano per una città che sembra non meritarlo, faranno squadra per diventare la linea difensiva contro i balordi che hanno divorato le ricchezze di Gotham, la sua anima.
Ma il banchetto è finito e d’ora in poi, nessuno di loro sarà più al sicuro.
Le due trame hanno per forza delle differenze, parliamo di due media diversi in fin dei conti, ma l’anima della storia è quella.
Una storia di rivalsa nel confronti del male di Gotham, che ci narra l’ascesa di Batman sul campo e di James Gordon, qui non ancora nelle vesti di Commissario.
Una storia che ci insegna che non si deve venire a patti col male, ma anche che non lo si può combattere da soli. Che si devono trovare alleati, persone a cui magari non si pensa ma che parallelamente vivono lo stesso disgusto per la situazione e aspettano soltanto una scintilla per accendere il fuoco della ribellione (cit.) contro tutto ciò, per vincere anche quando sembra impossibile, non senza difficoltà, ma nella speranza che ne sarà valsa la pena.
Le storie si concludono entrambe con Gordon su un tetto, in attesa di Batman per parlargli di un nuovo criminale in circolazione, un criminale che si fa chiamare Joker.
Il Cavaliere Oscuro (The Dark Knight)
Questo film è stato prevalentemente amato dai fan, è stato uno dei maggiori successi della storia del cinema e soprattutto dei cinecomics, ma non mancano i detrattori, soprattutto quando si parla di fedeltà ai fumetti,
Per quanto riguarda il punto di vista della trama abbiamo tre storie fondamentali a cui fare riferimento:
La prima apparizione del Joker o se si vuole Batman: L‘uomo che ride di Ed Brubaker e Doug Mahnke, storia che rinarra gli avvenimenti precedentemente riportati su carta da Bob Kane e Bill Finger in un contesto differente, che possiamo vedere come una sorta di seguito alla situazione vista in Anno Uno.
Altra storia è il titanico ed importantissimo pilastro ad opera di Alan Moore e Brian Bolland: The Killing Joke.
Ultima storia è ripresa solo in parte, ma rimane un punto estremamente fondamentale per l’universo di Batman (ed è bello vederla anche solo in parte ripresa in un film) parliamo di Batman: Il Lungo Halloween di Jeph Loeb e Tim Sale.
Il parallelismo può sembrare esagerato, addirittura forzato, ma se si vanno ad analizzare le storie risulta più che calzante.
La trama del film è presto detta:
Troviamo Batman in attività da qualche anno nella sua lotta contro la mafia, accompagnato da Gordon e dal procuratore distrettuale Harvey Dent, che formano una squadra che copre ogni punto della città, una squadra che si è ripromessa di ripulire le strade di Gotham una volta per tutte, aggirando la legge senza però infrangerla, cosa che non li renderebbe diversi dai criminali a cui danno la caccia.
Questo finché non si trovano davanti un individuo unico.
Il Joker, un pazzo con le fattezze di un pagliaccio inquietante che inizialmente vuole spargere il caos per Gotham uccidendo delle persone importanti nell’ecosistema della città, annunciando prima la loro morte e minacciando di continuare fino allo sterminio totale ed inarrestabile di tutti, questo finché Batman non rivelerà la sua identità.
Joker svelerà poi che in realtà il suo intento non era quello di rivelare l’identità del Cavaliere Oscuro, ma di fargli capire che ciò che li separa è una brutta giornata, che chiunque, anche la persona più retta e al servizio della giustizia se spinta giù nel baratro può diventare come lui. Proprio per questo rende Harvey Dent, il paladino di Gotham, un killer affetto da schizofrenia con due personalità: Due Facce. Nomignolo datogli tempo prima, ma adattatosi perfettamente ora che il suo viso era sfregiato solo da un lato.Questo evento fa venire a galla la sua personalità oscura e lo porta alla conclusione che niente funziona per un fine superiore, che tutti possono morire o vivere in base a quella che lui vede come la vera giustizia: il caso, che a differenza di tutto il resto è equo.
Delle origini del Joker non si sa nulla, anzi: le cambia ogni volta che le racconta.
Quindi, qual è il collegamento tra film e fumetto?
In Batman: Il Lungo Halloween, Il Cavaliere Oscuro in attività da qualche anno nella sua lotta contro la mafia è accompagnato da Gordon e dal procuratore distrettuale Harvey Dent, formano una squadra che copre ogni punto della città, una squadra che si è ripromessa di ripulire le strade di Gotham una volta per tutte, aggirando la legge senza però infrangerla, cosa che non li renderebbe diversi dai criminali a cui danno la caccia. Esattamente come nel film.
Tentando di fermare un serial killer e concludendo poi con la trasformazione di Harvey Dent, che stremato dall’inarrestabile susseguirsi dei crimini incessanti a Gotham, una città che sembra essere malata nel profondo, una città che lo tramuta in Due Facce.
In Batman: l’uomo che ride, Joker ci viene presentato come un serial killer dall’aspetto pagliaccesco, che tramite delle trasmissioni annuncia che ad un ora prestabilita i membri più influenti di Gotham moriranno per mano sua, riuscendoci più volte e risultando ai più un’inarrestabile macchina omicida, questo finché non viene fermato dal Cavaliere Oscuro non senza difficoltà.
Il Joker dimostra la sua vera natura dicendo che fa quello che fa perché può farlo, gettando tutti nel caos solo perché per lui è estremamente divertente, perché secondo lui niente e nessuno conta davvero, nessuna vita è veramente importante, niente ha davvero senso.
In The Killing Joke, Joker evade da Arkham e dopo aver sparato alla spina dorsale di Barbara Gordon, porta il padre in un circo dell’orrore dove cerca in ogni modo di farlo impazzire, di farlo vacillare per dimostrare che chiunque, anche la persona più retta e al servizio della giustizia se spinta giù nel baratro può diventare come lui, per dimostrare a Batman che tutto ciò che li separa è una brutta giornata.
La storia ci racconta in parallelo le sue origini ma svelandoci alla fine che non è sicuro se sia andato così, che ogni volta che prova a ricordare le cose cambiano, che se vuole proprio deve avere un passato, preferisce avere la scelta multipla.
Queste tre storie fondamentali per il personaggio, con le dovute differenze di adattamento, sono state riportate magistralmente in un solo film che ha segnato il genere a cui appartiene, settando dei nuovi standard.
Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (The Dark Knight: Rises)
Arriviamo quindi al capitolo conclusivo della saga, il finale, che riprende ben due archi narrativi ed una storia.Le storie in questione sono: Batman: Terra di Nessuno, Batman VS Bane e Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro.
Partiamo dalla trama del film:
Dopo aver fermato Due Facce ed essersi addossato la colpa dei suoi omicidi per non rendere vana la lotta al crimine di Dent, Batman si esilia per diversi anni, sia come supereroe che come Bruce Wayne, invecchiando e vivendo soltanto a villa Wayne, abbandonando in toto la lotta al crimine, anche a causa di un grave lutto.
Questo finché a Gotham non appare un criminale estremamente pericoloso, una belva inarrestabile ma molto intelligente, Bane.
Bruce riprende dopo tanti anni il mantello, non senza difficoltà dovute alla mancanza di un vero e proprio allenamento su strada da anni ed anni. Viene infatti sconfitto da Bane, che dopo avergli rivelato di essere a conoscenza della sua identità, lo spezza in due e lo abbandona nel carcere dove egli è nato ed ha vissuto per buona parte della sua esistenza.
Con Batman fuori gioco, il mastodontico Bane prende il controllo di Gotham e fa saltare ogni collegamento col mondo esterno, minaccia di farla esplodere con un ordigno nucleare e crea il panico nelle strade, creano una città dove i criminali possono fare tutto ciò che vogliono ed anzi, regnano sovrani, con il tacito consenso del mondo esterno che per timore di un accanimento in altri luoghi, lascia Gotham al suo destino.
Questo finché il Cavaliere Oscuro, accompagnato da Selina Kyle, non compie l’ultimo eroico sforzo, sconfiggendo il suo nemico e “sacrificandosi” in battaglia per salvare la città e potenzialmente il mondo.
Quindi quali sono i collegamenti con le controparti cartacee?
Ne Il Ritorno Del Cavaliere Oscuro di Frank Miller, vediamo un Batman invecchiato, che torna in azione dopo aver abbandonato per anni la lotta al crimine a causa di un lutto, giurandosi che non avrebbe più messo in pericolo nessun altro con la sua crociata.
Torna però in azione dopo tanto tempo per salvare Gotham, non senza difficoltà a causa della mancanza di un vero e proprio allenamento, combattendo il crimine un’ultima volta e sacrificandosi in uno scontro finale che è rimasto nella leggenda.
In Batman VS Bane, parte dell’arco narrativo Knightfall, il criminale arriva a Gotham dopo essere scappato dal carcere in cui era nato e cresciuto, col preciso scopo di sconfiggere Batman. Scopre quindi la sua identità e fa evadere i detenuti di Arkham, spossando il Cavaliere Oscuro per mesi e mesi, per poi farsi trovare a casa sua pronto a sconfiggerlo ed in seguito, spezzarlo in due in una tavola che è entrata nella storia.
In Batman: Terra di Nessuno, un terremoto quasi distrugge Gotham City, obbligando le persone a vivere tra le macerie e in campi profughi e tagliando ogni collegamento col mondo esterno, creando una città dove i criminali possono fare tutto ciò che vogliono e anzi, regnano sovrani, con il tacito consenso del mondo esterno che lascia Gotham al suo destino, escludendola dagli Stati Uniti D’America e dichiarandola letteralmente Terra di nessuno. Toccherà quindi a Batman riportare l’ordine fra le strade con l’aiuto dei collaboratori, in quella che sarà una delle sfide più difficili per lui.
Un capitolo finale che condensa queste tre storie epocali dimostrandoci per l’ultima volta, che i fumetti non solo sono la base per questa serie, ma sono il cuore pulsante.
I personaggi:
Questo punto è stato spesso oggetto di critiche negative, per via del fatto che molti cambiamenti della saga vanno a toccare l’estetica dei personaggi e le loro abilità super-umane, ma basta questo per definirli dei personaggi completamente diversi?
Partiamo quindi col protagonista…
Batman
Il personaggio di Batman negli anni ha subito innumerevoli evoluzioni che lo hanno portato ad una forma che possiamo definire definitiva, delle basi attorno a cui si può danzare ma che non possono essere scardinate senza intaccare l’essenza del personaggio.
Quindi quali sono le caratteristiche di Batman?
L’intelligenza, le abilità da detective, la capacità strategica, l’addestramento come combattente, la teatralità, la sua ossessione per la missione, che conta anche più della sua stessa vita, la morale e soprattutto la sua insormontabile forza di volontà, che gli rendono possibili imprese incredibili.
Queste caratteristiche sono state riportate nei film, adattandole al contesto.
L’intelligenza che dimostra indagando o creando delle patch per il Bat-Wing degne di Lucius Fox.
Le sue abilità da detective che dimostra nelle indagini sui vari crimini, come ad esempio quando dovette rintracciare il proiettile usato dal Joker.
La capacità strategica che attua per sovvertire il regno del terrore di Bane.
Le abilità di combattimento che dimostra fronteggiando eserciti interi di ninja e criminali.
La teatralità su cui lavora nel momento in cui decide di utilizzare il manto del pipistrello, tra gli elementi appresi durante nel suo addestramento.
L’ossessione per la missione, che lo porta a sacrificare la sua vita personale in più occasioni a scapito di ciò che vuole.
La morale che non gli permette di uccidere il Joker nonostante avesse avuto più occasioni per farlo, anche se in questo punto va detto per coerenza che in ogni film Batman uccide (anche in maniera involontaria) almeno una persona, a dimostrazione del fatto che questi film siano ottimi, ma non perfetti.
E per concludere la sua forza di volontà, che lo guida in ogni film, nonostante le difficoltà come la casa distrutta, l’amore della sua vita uccisa, il carcere e la schiena spezzata, una forza di volontà che gli permette di compiere imprese che un uomo normale non avrebbe mai potuto nemmeno pensare.
Joker
E per quanto riguarda la sua nemesi? Il pagliaccio principe del crimine interpretato da Heath Ledger ha colpito duramente l’immaginario collettivo diventando iconico, riprende le caratteristiche della controparte cartacea?
Per rispondere correttamente, dobbiamo prima porre una domanda. Innanzitutto: chi è il Joker?
Questa domanda può rivelarsi più spinosa di quel che si crede, in quanto nel corso degli anni, la nemesi dell’Uomo Pipistrello ha avuto diverse caratteristiche che sono andate a cambiare nel tempo. Cosa normale, in fin dei conti parliamo di un medium continuativo che va avanti da quasi 80 anni, ma quando parliamo di Batman entra in gioco un fattore particolare: Grant Morrison.
L’autore scozzese ha un curriculim di tutto rispetto, tra cui spicca una graphic novel rimasta nella leggenda: Arkham Asylum: Una folle dimora in un folle mondo.
In questa storia che ha ispirato il celebre videogioco Rockstady, Batman passa una notte nel manicomio di Arkham e scopre la vera condizione del Joker.
La diagnosi non parla di follia, ma di super sanità mentale. Una condizione che lo porta a riscrivere la sua personalità da zero, ogni qual volta subisce un trauma. Ma perché Morrison ha fatto questo? Per incorporare ogni incarnazione del personaggio avuta nel corso dei decenni. Quindi Joker può essere un serial killer o un giocoliere folle, un gangster o un pazzo squilibrato. Tutto ciò che gli serve, è sempre e solo una brutta giornata.
Secondo questo principio il Joker può avere differenti tipi di personalità, mantenendo però delle caratteristiche fondanti, come l’aspetto, la risata, la follia omicida e l’ossessione per Batman, caratteristiche estremamente presenti nella versione di Ledger.
Quindi possiamo dire che questo è un Joker che compie le azioni di L’Uomo Che Ride, segue il fine di The Killing Joke ed ha l’aspetto della versione creata da Lee Bermejo per la graphic novel Joker di Brian Azzarello.
La differenza fondamentale è nel fatto che l’aspetto non gli è stato fisicamente imposto, ma lo ha acquisito per sua scelta, fatto sta però che l’anima del personaggio, le sue motivazioni e il suo modus operandi rimangono intatte.
Ra’s Al Ghul
Ra’s al Ghul, la Testa Del Demone e capo nei fumetti della Lega Degli Assassini, ha la fondamentale differenza di non essere effettivamente immortale. Nolan nella sua visione ha voluto portare un approccio diverso, da molti definito realista, che esclude gli elementi sovrannaturali.
Per il resto però, il Ra’s al Ghul di Liam Neeson mantiene le stesse motivazioni, caratteristiche e atteggiamento della controparte cartacea. Un personaggio la cui filosofia è riassumibile in una dichiarazione fatta su Batman, Superman, Wonder Woman. Trinità:
Io non sono né un fanatico né un pazzo. Io sono un realista, almeno, e un futurista al meglio. Alcuni non sono d’accordo. Quindi, dobbiamo usare qualsiasi mezzo necessario per proteggere e preservare ciò che l’umanità saccheggerebbe e stuprerebbe. Il mondo ci ringrazierà, un giorno.
Questa filosofia, l’idea di un qualcuno che distrugge per preservare, viene riproposta in Batman: Begins, in cui crede che Gotham non possa essere salvata, quindi la si dovrebbe aiutare a cadere.
Bane
Il mastodontico nemico di Batman, nonostante per la mancanza di una caratteristica sovrannaturale come fu per Ra’s, ovvero la droga chiamata Venom che si inietta per aumentare la massa muscolare fino a divenire gigantesco, è quanto di più vicino per psicologia e caratteristiche ci potesse essere alla controparte cartacea.
Intelligente e acculturato, al punto di scoprire l’identità di Batman, abilissimo nel combattimento, nato e cresciuto in un inferno sulla terra: una gigantesca prigione, da cui è fuggito per andare a spezzare il Cavaliere Oscuro.
Un riflesso distorto di Batman, talmente vicino ai metodi di Ra’s al Ghul da rappresentarli. Nei fumetti Ra’s stesso propose a Bane di diventare un suo erede.
In conclusione: è innegabile che la trilogia di Nolan, che piaccia o meno, è una trasposizione che prende l’anima del fumetto e la proietta su schermo, magari in un modo estremamente intimo e personale, ma portando su schermo le avventure del Cavaliere Oscuro in un modo visto prima.
1 commento
Ma tutti quelli che dicono che la trilogia di Nolan non ha nulla a che vedere con Batman, e con i fumetti di Batman, esattamente, che problemi hanno?!