Ant-Man, Paul Rudd ha riflettuto sul suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe: “Era come fare Ballando con le Stelle.”
Il 15 febbraio 2023 uscirà al cinema Ant-Man and The Wasp: Quantumania, il terzo capitolo sulle avventure di Scott Lang (Paul Rudd) e di Hope van Dyne (Evangeline Lilly) che inaugurerà la Fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Nel film la famiglia Pym si ritrova a esplorare il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e ad affrontare il pericoloso Kang il Conquistatore, interpretato nuovamente da Jonathan Majors dopo il suo debutto in Loki.
Nel corso di un’intervista con Men’s Health per promuovere Ant-Man and The Wasp: Quantumania, Paul Rudd ha riflettuto sul suo ingresso nel Marvel Cinematic Universe, ironizzando sul fatto che accettare un ruolo in un franchise di supereroi come quello dei Marvel Studios fino a un decennio fa era paragonabile a partecipare al noto programma Ballando con le Stelle:
“Il mio agente fissò un incontro con il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige. La Marvel era una cosa nuova. Non facevano neanche parte della Disney ai tempi. Sarebbe stato come se qualcuno avesse detto ‘Che ne diresti di fare Ballando con le Stelle?’. Un franchise di supereroi non è mai stato sul mio radar. Non ho mai pensato di essere il tipo di attore a cui avrebbero proposto una di quelle parti. Ma quando è arrivata questa idea, ero entusiasta di fare qualcosa che fosse così inaspettato, e sapevo che se fosse stato annunciato che mi sarei unito a un franchise di supereroi, la maggior parte delle persone avrebbero detto ‘Ma che cazzo?’. E così alla fine ho dovuto indossare un costume da supereroe.”
Rudd, inoltre, ha svelato che dopo il suo debutto cinematografico in Ragazze a Beverly Hills (1995) valutò la possibilità di fare uno spettacolo a New York per un anno come passo successivo, scelta che lo avrebbe allontanato dalle commedie di Hollywood che determinarono il suo successo iniziale:
“Il mio agente mi disse ‘Cosa stai facendo?’. La mia carriera era appena iniziata. Ma avevo una visione chiara all’epoca di ciò che volevo fare e di come volessi farlo. Non volevo essere considerato uno scherzo tra gli attori che ammiro. Volevo davvero imparare a farlo bene. Avevo un vero obiettivo. Sicuramente alcuni dei film non erano così belli come avevo immaginato, ma erano utili, ognuno a suo modo.”